Discarica e ciclo dei rifiuti, Proposta Civica: “Ci vuole serietà, non ideologia”

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Lo scontro politico nel nostro Comune sul tema del ciclo dei rifiuti è diventato quasi farsesco in seguito al risultato delle elezioni regionali;  conseguentemente, una questione di così grande rilevanza è stata banalizzata e ideologizzata. Invece per noi è importante comprendere tutte le implicazioni reali – e non ideologiche – che la gestione dei rifiuti comporta per il nostro territorio, in attesa del nuovo Piano regionale dei rifiuti.

No all’ampliamento della discarica Le Crete.

Siamo assolutamente contrari a qualsiasi estensione della discarica “Le Crete” di Orvieto che, ricordiamolo, è oggi possibile e prevista nell’attuale Piano regionale dei rifiuti. Le discariche umbre sono quasi sature e la nostra si riempirà prima delle altre. Se non si trova una soluzione, saremo costretti ad aprire il famigerato terzo calanco prima del 2030. Riteniamo di aver già ceduto troppo territorio a quell’impianto. Inoltre, la chiusura del ciclo dei rifiuti in discarica è totalmente anacronistica sia sul piano ambientale che su quello normativo. 

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Sì ad un vero piano di riduzione del rifiuto indifferenziato.

Innanzitutto, chiediamo l’impegno effettivo della Regione e del Comune ad adottare rapidamente tutti gli strumenti a disposizione per aumentare la percentuale di raccolta differenziata, riducendo al minimo i rifiuti non riutilizzabili o riciclabili. A tal fine avevamo già proposto – nei mesi della campagna elettorale – il sistema della cosiddetta tariffa puntuale, che premia i comportamenti più virtuosi di cittadini e imprese, garantendo una bolletta più leggera a coloro che differenziano di più e meglio. 

Sì alla chiusura del ciclo dei rifiuti tramite termovalorizzazione. 

Anche riciclando al massimo delle possibilità, una quota residuale di rifiuti rimane e deve essere trattata e valorizzata. La termovalorizzazione è ad oggi la risposta. Andrebbe però considerata la possibilità e la fattibilità di impianti di termovalorizzazione avanzata come i pirolizzatori, che rappresentano una soluzione scalabile e adattabile a molti tipi di rifiuto pretrattato. Questa tecnologia impiantistica restituirebbe materiali inerti, energia elettrica, teleriscaldamento e/o combustibili liquidi e gassosi da utilizzare come scorte energetiche. 

Poniamo però alcune domande alla nuova Giunta Regionale riguardo la costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione in Umbria:

E’ economicamente sostenibile la costruzione di un nuovo termovalorizzatore in Umbria? Si potrebbe o converrebbe puntare ad una riconversione dell’attuale impianto di Terni?

La nostra regione produce oggi 200.000 tonnellate di rifiuti non recuperabili. Le proiezioni prevedono, nel prossimo decennio, un calo fino a circa 130.000 tonnellate, per effetto dell’incremento della differenziata e del calo demografico, un volume da alcuni ritenuto inadatto ad alimentare un nuovo grande termovalorizzatore. Se questo fosse vero, il rischio sarebbe di dover importare rifiuti o di aumentare i costi di gestione di tutto il ciclo dei rifiuti in Umbria.

Si prenderanno in considerazione nuove e più avanzate tecnologie di termovalorizzazione?

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Osserviamo che, per legge, la realizzazione dell’impiantistica per selezionare i rifiuti indifferenziati e avviare al riciclo tutte le frazioni recuperabili è prioritaria rispetto al recupero energetico mediante termovalorizzatore. I modelli più virtuosi di gestione integrata dei rifiuti prevedono infatti impianti di selezione a valle dell’indifferenziato con recupero di numerose frazioni di materiali. Il successivo smaltimento potrebbe avvenire in tutto o in parte mediante una rete di impianti a pirolisi a bassissimo impatto ambientale.

Crediamo siano da analizzare rapidamente e approfonditamente tutte le soluzioni che possano far procedere nella direzione di un modello di economia circolare effettiva dei rifiuti, e basare il nuovo Piano regionale per la gestione dei rifiuti sui risultati di quest’analisi. D’altronde, il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti – nel quadro della Strategia nazionale per l’economia circolare – adotta quattro concetti chiave: prevenzione, riduzione, riciclo, riutilizzo. Sicuramente, di fronte a queste possibili soluzioni virtuose, non possiamo accettare un ulteriore ampliamento della nostra discarica. Su questo abbiamo già dato!

Proposta Civica Orvieto





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