Bonus edilizi 2025, come cambiano le agevolazioni: caldaie, ristrutturazioni, ecobonus, seconde case, nuove regole e limiti

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Il Fisco volta pagina: da gennaio 2025 le nuove misure previste dalla Legge di Bilancio riscrivono le detrazioni per i bonus casa. Per una gran parte di contribuenti il cambiamento sarà in peggio. 11 i punti che andiamo ad esporre.

Elenco:

1 Le modifiche nella Legge di Bilancio 2025 – 2 Bonus ristrutturazione (al 50%) – 3 Ecobonus – 4 Caldaie a gas – 5 Sismabonus – 6 Superbonus – 7 Due riconferme: arredi per mobili e elettrodomestici8 Barriere architettoniche – 9 I dubbi – 10 Il tetto per le detrazioni – 11 I mutui

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1 Le modifiche nella Legge di Bilancio 2025

Sulle riqualificazione immobiliari il Fisco ha voltato pagina a partire dal primo gennaio, con le misure previste dalla Legge di Bilancio 2025, approvata il 28 dicembre. Ma per una gran parte dei contribuenti il cambiamento sarà in peggio, perché i rimborsi sulle spese effettuate per i lavori diventano più magri o, nel migliore dei casi, identici ai precedenti. Tutto questo, però, limitato alle sole prime case.
Cambiano, dunque, le detrazioni per il bonus ristrutturazione, l’ecobonus e il sismabonus, mentre viene decretata anzitempo la fine del superbonus e sparisce il bonus verde. Restano, invece, in vigore con le regole del 2024 il bonus arredi (per mobili e elettrodomestici) e il bonus barriere architettoniche.

2 Bonus ristrutturazione (al 50%)

Tutte le agevolazioni fiscali relative alla riqualificazione degli immobili proposte negli ultimi venti anni di fatto hanno ricalcato l’impianto del padre di tutti i bonus immobiliari, quello sulla ristrutturazione, introdotto nella nostra legislazione dalla Finanziaria 1998. Con le nuove regole questo bonus avrà un ruolo centrale nelle scelte dei contribuenti, perché si tratta dell’agevolazione che in assoluto richiede meno carte da compilare e ha meno vincoli. Quando non si tratti di opere di grande entità che richiedano la segnalazione all’Asl per la sicurezza del cantiere basta conservare le fatture e pagare con bonifico parlante. Non viene modificato il perimetro dei lavori agevolabili (manutenzione straordinaria delle unità immobiliari residenziali, interventi per la sicurezza, manutenzione ordinaria in condominio ecc) ma cambiano le aliquote delle detrazioni. Modifiche a partire dal 2025 erano già previste dal dl 39/24. Rispetto a quanto contenuto nel decreto la Legge di Bilancio interviene sulla tempistica e prevede un trattamento di favore (che poi in realtà non è null’altro che la conferma dell’aliquota 2024) per le prime case. In sintesi: l’agevolazione rimane al 50% spalmato su 10 anni e su un tetto di 96mila euro per le prime case per tutto il prossimo triennio, negli altri casi (seconde case, immobili non residenziali in condominio per opere sulle parti comuni) nel 2025 l’aliquota si riduce al 36% e nel biennio successivo al 30%.

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3 Ecobonus

Viene riconfermato l’ecobonus, anche per gli immobili non residenziali ma con aliquote meno attraenti. Nella versione finora in vigore la detrazione è decennale e la sua entità dipende dal tipo di lavori e di edificio in cui si effettuano le opere e anche il tetto di spesa dipende dalla tipologia delle opere (ad esempio per gli infissi l’importo massimo agevolabile è 60mila euro). Dal primo gennaio prossimo invece il vantaggio fiscale, che finora arriva fino al 75% per le riqualificazioni condominiali, si riduce drasticamente e segue le regole del bonus ristrutturazione, quindi per il triennio 2025-2027 le detrazioni saranno sulla falsariga prevista per le ristrutturazioni: 50% se si tratta di prima casa, negli altri casi (seconde case, immobili non residenziali) nel 2025 si scende al 36% e nel biennio successivo al 30%.

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4 Caldaie a gas

Tra le opere agevolabili dell’ecobonus nella versione 2025 non ci sono più le caldaie a gas a condensazione . Viene così recepito il divieto alla loro agevolazione previsto dalla Ue. Le caldaie sono ancora di libera vendita e lo saranno fino al 2040, anno in cui sarà vietata (salvo ripensamenti) commercializzazione e l’installazione di qualsiasi soluzione alimentata da combustibile fossile. Le alternative agevolabili sul mercato non mancano, è tutto da dimostrare che anche fruendo dell’incentivo, peraltro ridotto, dell’ecobonus siano più convenienti.

5 Sismabonus

Anche il sismabonus resta in vita e rimane applicabile anche in regime Ires ma in formato decisamente ridotto. Rispetto all’agevolazione in vigore fino alla fine del 2024 la riduzione del rischio sismico non è più una discriminante per la determinazione dell’aliquota. Rimangono in vita la tempistica ridotta per il rimborso da parte del Fisco (cinque anni) e il tetto di spesa di 96mila euro. Le aliquote seguono le stesse regole dell’ecobonus e come l’ecobonus l’agevolazione è applicabile anche agli immobili non residenziali e ai soggetti Ires.

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6 Superbonus

Ultimo anno di vita e in formato ridotto per la più discussa misura di finanza pubblica del dopoguerra. Il Superbonus, lo potranno chiedere solo pochissimi utilizzatori, cioè per chi ha iniziato i lavori prima del 15 ottobre scorso e non li ha ancora ultimati. Le Legge di Bilancio infatti ha bloccato la possibilità di chiedere il bonus a chi abbia iniziato i lavori dopo quella data mentre Fatta eccezione per le opere nei comuni che hanno subito eventi sismici rilevanti dal 2009,(in questo caso l’aliquota rimane al 110%) chi ha cominciato i lavori nel 2024 potrà avere nel 2025 una detrazione del 65% senza poter ricorrere alla cessione del credito e con tutti gli adempimenti -scoraggianti- previsti per ottenere il Superbonus.

7 Due riconferme: arredi per mobili e elettrodomestici

Resta in vigore per tutto il 2025 il bonus arredi, che consente di detrarre il 50% su un tetto di 5 mila euro. Si applica per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), purché la spesa sia effettuata da chi richiede anche il bonus manutenzione. È necessario però che la data di inizio dei lavori di ristrutturazione sia anteriore a quella dell’acquisto di mobili ed elettrodomestici. Il vantaggio del bonus arredi è che non richiede particolari formalità, perché basta effettuare il pagamento con sistemi tracciabili, senza nemmeno ricorso ricorso al cosiddetto bonifico parlante. Inoltre io 10mila euro del tetto si aggiungono ai 96mila del bonus ristrutturazione. Del tutto svincolato invece da obblighi di ristrutturazione immobiliare un piccolo bonus di analoga natura introdotto con gli emendamenti al disegno di Legge di Bilancio: l’erogazione fino a 100 euro (che raddoppiano se l’Isee familiare è inferiore a 25mila euro) per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza. Lo stanziamento è di 50 milioni e i fondi sono ad esaurimento.

8 Barriere architettoniche

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Rimane in vigore con le regole attuali anche il bonus barriere architettoniche, destinato a diventare l’agevolazione più generosa del Fisco, visto che copre fino al 75% della spesa per l’eliminazione delle barriere mediante il ricorso a manufatti o tecnologie che rispondono ad elevati requisiti: ad esempio, non basta installare un ascensore laddove non c’è ma bisogna che consenta un’agevole manovrabilità di una carrozzina per invalidi. Il bonus è applicabile per gli interventi sulle scale, e l’installazione di rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Gli interventi agevolabili sono elencati nel dl 212/2023

9 I dubbi

La riduzione degli incentivi dà però adito ad alcuni dubbi.

Il primo è se davvero sia un buon affare per le casse pubbliche, perché appare abbastanza chiaro che diminuiranno i lavori (con conseguente calo di incassi per Iva, Irpef e Ires) e che aumenterà il sommerso. Vero che i lavori in condominio non si possono fare in nero ma è altrettanto vero che nelle assemblee dove ci sono condòmini che posseggono seconde case le delibere non avranno vita facile.
Il secondo è che, se ci è consentito il ricorso alla saggezza popolare, non si possono fare le nozze con i fichi secchi. Senza incentivi di ben altra consistenza e senza la possibilità di ricorrere alla cessione del credito appare del tutto irrealistico recepire la direttiva case green. Prima del superbonus il cappotto termico su edifici esistenti, agevolato fino al 75%, non lo faceva quasi nessuno, figurarsi con una detrazione del 30%…

10 Il tetto per le detrazioni

Infine va ricordato che le detrazioni derivanti dai bonus edilizi e assimilati sono sottoposte alla “tagliola” prevista dalla Legge di Bilancio per i redditi complessivi superiori a 75 mila euro. Il tetto massimo di spesa detraibile (escludendo dal computo le spese sanitarie e gli investimenti in start up innovative e in Pmi) è di 14 mila euro per i redditi tra 75 mila e 100 mila euro, di 8 mila euro per redditi di oltre 100 mila euro. Il tetto si riduce della metà se non ci sono figli a carico, del 30% se c’è un solo figlio a carico e del 15% se i figli a carico sono due. Per ottenere la detrazione massima bisogna che vi siano tre o più figli a carico.

11 I mutui

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Restando nell’immobiliare c’è invece una buona notizia. viene rinnovato e fino a tutto il 2027 il fondo Consap per i mutui prima casa, con uno stanziamento di 670 milioni. Si tratta di uno strumento di garanzia che consente, in particolare agli under 36, di accedere al finanziamento ipotecario anche quando non si dispone di somme di importo significativo da anticipare al rogito. Per i mutui che coprono dall’80 al 100 per cento del prezzo della casa Consap fornisce alla banca erogatrice una garanzia che copre l’80 per cento del debito residuo in caso di insolvenza del debitore. Diminuendo drasticamente il rischio gli istituti di credito possono così erogare a condizioni molto più vantaggiose. Per ottenere l’accesso al fondo bisogna che il mutuo riguardi una prima casa e che l’Isee dei richiedenti non superi i 40mila euro. Con il ribasso in corso del tasso dei mutui e la piccola ripresa in atto del mercato immobiliare è pensabile che vi sarà un forte impulso alla domanda.

Fonte: Corriere della sera

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