Gucci, storia della maison

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Brand iconico simbolo dell’artigianalità e della creatività tutta italiana, Gucci nasce in seguito all’intuizione e alla passione per borse e valigie del suo fondatore: Guccio Gucci. Fu lui che, ispirato dalla sua esperienza come facchino presso l’hotel The Savoy di Londra e dopo aver lavorato dal famoso produttore di valigie in pelle, Franzi, aprì nel 1921 il primo negozio di valigie e selle per cavalli in via della Vigna Nuova a Firenze.

Nacque qui, tra le strade del capoluogo fiorentino, l’azienda caratterizzata dall’iconico logo con due G che si intrecciano, che ha lanciato una delle prime it-bag, la borsa Bamboo, che ha ispirato il film House of Gucci di Ridley Scott – fortemente contestato dalla famiglia – e che nel tempo ha saputo affermarsi come marchio di lusso prima nel settore della pelletteria, e poi anche per scarpe, accessori, abbigliamento, gioielli, orologi, cosmesi, profumi, complementi d’arredo e accessori decorativi.

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Kevin Carter//Getty Images

La maison Gucci, una storia tra alti e bassi

Dopo la fondazione del primo negozio fiorentino, la maison Gucci iniziò la sua ascesa negli anni successivi la Seconda Guerra Mondiale, quando l’intuizione di Guccio lo spinse a utilizzare il bamboo giapponese per i manici delle borse: risale proprio a questo periodo la Bamboo bag, una degli accessori iconici del brand e tra le prime a diventare famosa tra le celebrities di Hollywood.

Qualche anno più tardi, nel 1951, Gucci adottò i colori simbolo del brand, il rosso, il verde e il bianco, ispirati al sottopancia della sella dei cavalli e, in questi anni, Rodolfo Gucci, figlio del fondatore della maison, aprì il primo negozio del marchio in Via Montenapoleone a Milano a cui se ne aggiunse un altro a New York un paio di anni dopo.

Risalgono agli anni Cinquanta e Sessanta la nascita del mocassino con il morso di metallo ispirato a quello dei cavalli, l’ideazione del logo con le due G intrecciate registrato da Aldo Gucci nel 1955, la New Jackie O, la seconda it-bag dopo la Bamboo, che prese il nome direttamente dalla first lady Jacqueline Kennedy Onassis e che rappresenta ancora oggi una combinazione di semplicità, eleganza e finezza, e il foulard Flora, pensato per Grace Kelly e commissionato da Rodolfo Gucci all’artista Vittorio Accorneronel 1966. Colorato, ricco di farfalle, libellule e bacche, questo accessorio in seta attirò subito l’attenzione di donne iconiche come Sofia Loren e Liz Taylor.

E, ispirata al motivo Flora che si rifà alla Primavera del Botticelli, negli anni Ottanta venne presentata la prima collezione ufficiale di Gucci a Palazzo Pitti di Firenze, mentre una serie di faide familiari interne iniziarono a far scricchiolare la maison. Nel 1983, quindi, Maurizio Gucci assunse il controllo della griffe scegliendo Dawn Mello come direttore creativo. Quest’ultimo portò con sé in azienda anche Neil Barrett, Richard Lambertson e Tom Ford.

Nel 1993 l’azienda Gucci vide sparire i componenti della famiglia fondatrice e venne venduta a Investcorp. Da quel momento, sono stati tantissimi i direttori creativi che hanno preso in mano le redini della maison e, ognuno di essi, ha cercato di reinterpretare a proprio modo lo stile del brand.

Gucci: da Tom Ford a Sabato De Sarno

Nel 1995, la famiglia Gucci venne investita dal dramma: Maurizio fu ucciso il 27 marzo nel suo ufficio di Milano. Dopo due anni di processi, venne incriminata dell’assassinio la ex moglie, Patrizia Reggiani. In quel periodo, la maison era affidata al genio creativo di Tom Ford che rivoluzionò lo stile della griffe aggiungendo sensualità e glamour e riuscendo a riportarla al successo, rendendola una delle più desiderate grazie anche agli abiti cut-out, ai dettagli metallici, alle camicie di seta e agli abiti in velluto deluxe.

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Daniele Venturelli//Getty Images

Il designer lasciò la direzione creativa quando Gucci venne acquistata da Kering, di proprietà della famiglia Pinault. Nel 2005, Ford venne sostituito da Alessandra Facchinetti, poi succeduta da Frida Giannini, Alessandro Michele – che riportò la maison ai fasti di un tempo con collezioni eccentriche e sfilate di moda che diventarono veri e propri spettacoli. Nel 2023 è arrivato a capo del reparto creativo Sabato De Sarno, che ha rivisto e cambiato nuovamente lo stile della maison fondendo la sua visione contemporanea con la storia e il patrimonio di Gucci.

Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione

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