Tredici puti in otto partite: più di un punto e mezzo a gara. Una media eccellente quella registrata da Patrick Vieira, in specie se rapportata alla gestione precedente. Così il Genoa pascola in vetta alla colonna sinistra della classifica, identica posizione alla resa dei conti nello scorso maggio. Sarebbe pericoloso illudersi di mantenere questo piazzamento sino alla fine, ma… par di sognare, dopo la serpeggiante paura provata nei primi mesi di campionato.
Il tecnico francese, pragmatico sino al midollo, difficilmente festeggerà il sorpasso ai danni del Toro. Nella sua mente rimangono invece ben vivi i cinque punti di margine sul Cagliari terzultimo e i quattro e mezzo sul Parma, appena battuto a Marassi. Non si tratta di distacchi definitivi, ma un bel mattoncino sul castello della salvezza è stato posto.
Certo, qualche episodio è girato nel verso giusto anche prima della provvidenziale, fresca deviazione di Delprato sulla conclusione di Frendrup. Basti tornare con la memoria alla traversa colpita dal Milan alla superiorità sumerica per quasi tutto il match di Udine, ma occorre anche tenere in conto i due pali centrati a Lecce (dopo quello colpito dai salentini) e i due rigori altamente discutibili assegnati al Cagliari.
Al di là degli episodi, questo Genoa, pur privato di due fuoriclasse come Retegui e Gudmundsson, ha mantenuto le vecchie caratteristiche. E se la fase propositiva è da… mezza retrocessione, quella difensiva varrebbe comodamente l’Europa League: da qui l’attendibile piazzamento attuale.
Anche in serie A i risultati nascono soprattutto subendo pochi gol, e sotto quest’aspetto il Grifo è in una botte di ferro: negli ultimi quattro match un solo dispiacere – perdippiù platonico – ad Empoli. È il frutto di un atteggiamento prudente di base, ma soprattutto della saldezza difensiva di una coppia sontuosa come quella formata da Bani e Vasquez, protetti da un Frendrup ineguagliabile nello sradicare palloni dai piedi dei rivali. Mettiamoci pure gli indubbi passi avanti di Martin nella copertura e la scelta di puntellare la fascia destra con De Winter, rispetto a Sabelli più dotato di fisico e di gamba.
Può bastare questa conclamata robustezza nei pressi di Leali, altro punto di forza? Probabilmente sì per salvarsi, ma non per un girone di ritorno totalmente tranquillo. Dan Sucu, in attesa dell’investitura come presidente, avrà senz’altro notato che con la palla tra i piedi parecchi genoani vanno in confusione e trattano l’attrezzo con approssimazione. Da qui la fatica improba per sbloccare ogni risultato, specialmente nelle gare marassine, quando i rivali pensano principalmente a chiudersi.
Vieira, che si affronti l’Inter o il Monza, è obbligato a schierare i soliti dodici-tredici uomini data l’assoluta mancanza di alternative in grado di cambiare la partita. Se ci fossero, i vari Thorsby e Miretti sarebbero spesso sostituiti, ma così non è. Possibile che nella rosa non ci sia una mezzala viva e intraprendente in zona gol? E un esterno d’attacco ficcante? E un regista di riserva che possa non far rimpiangere il 36enne Badelj, appena tornato ospite dell’infermeria? Assurdo pretendere che il Grifone si trasformi in inarrestabile macchina da gol, ma non si deve neppure sfidare il destino perpetuando lo status quo. Per mantenersi in dirittura di salvezza, occorrono al più presto rinforzi mirati, anche a costo di tirar fuori qualche soldino. Un esterno offensivo di sinistra manca come il pane, sempre confidando in Zanoli come titolare a destra: e anche ieri l’ex napoletano ha prodotto cose egregie. Ma è pure indispensabile accrescere la qualità e la rapidità in un centrocampo frenato dalle caratteristiche di Badelj e rigurgitante di calciatori di rottura privo di specialisti nella costruzione. E se arrivasse anche un terzino sinistro da porre in concorrenza con Martin, non sarebbe malaccio.
L’attuale classifica consente di operare senza fretta sul mercato, studiando ogni mossa per evitare le fregature, ma qualcosa va fatto, e possibilmente non tutto nelle ore conclusive di compravendita. A Sucu un solo accorato consiglio: non si lasci fuorviare dai sette punti incamerati nelle tre più recenti esibizioni. Il Genoa attuale è competitivo sì ma non al punto di tenere in vita sino a maggio lacune sesquipedali dalla cintola in su.
Ultimo tema di stringente attualità: Balotelli. Non siamo perfettamente allineati con Vieira che, puntando sì a vincere ma principalmente a non perdere, tiene regolarmente in panca Mario sin quando il risultato parziale non è sfavorevole. La presenza di un calciatore dal ridotto dinamismo può, infatti, compromettere l’equilibrio tattico complessivo. I suoi numerosissimi sostenitori genoani si mattano il cuore in pace: Balo sarà schierato nell’ultima fase di match solo se occorresse risalire la china nel punteggio. Perso per perso, le sue qualità balistiche potrebbero sortire il miracolo.
PIERLUIGI GAMBINO
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