Lo strumento fondamentale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Se puoi controllare il significato delle parole, puoi controllare le persone che devono usare le parole.
(Philip K. Dick)
Nell’era della comunicazione contemporanea, quella digitale, dove i social media come Facebook, Instagram e TikTok hanno preso piede e ridefinito le dinamiche relazionali, persino la teoria di Paul Watzlawick si è evoluta trovando un nuovo ed allarmante utilizzo.
I cinque assiomi della comunicazione su cui si basano gli studi di Watzlawick, teorizzati negli anni ’60, oggi più che mai si dimostrano fondamentali per intuire le strategie avanguardistiche delle quali le criminalità organizzate si avvalgono per reclutare nuove leve attraverso le piattaforme digitali.
Lo studio delle relazioni umane e delle interazioni sociali proprie di Watzlawick diventa così una sorta di manuale operativo per istruire chiunque sia interessato a manipolare le giovani menti. È stato verificato che è proprio il primo e imprescindibile assioma della comunicazione umana, ovvero l’impossibilità di non comunicare, a trovare sui social media la massima espressione, dove ogni post, foto, feedback è parte di una strategia appositamente architettata per attirare potenziali matricole da impiegare nei labirinti del crimine organizzato.
Riuscire a scovare nuovi talenti da poter impiegare diventa così una vera e propria arte, fatta di contenuti e relazioni specifiche- secondo assioma- un mix di messaggi espliciti e pericolosi sottende comportamenti impliciti.
Il social media marketing preposto allo “studio di settore” pianifica accuratamente il processo da applicare per attuare la strategia, definendo in modo chiaro gli obiettivi, identificando il target, scegliendo i canali più efficaci attraverso profili accuratamente costruiti, dove verranno pubblicati contenuti che esaltano stili di vita irraggiungibili ai più.L’ostentazione di auto lussuose, soggiorni in hotel sfarzosi, locali esclusivi, gioielli costosi e mazzette di banconote rappresenta uno stile di vita ambito dai giovani provenienti da contesti svantaggiati.
Il denaro ad ogni costo diventa l’unica via d’uscita ad una realtà fatta di miseria e stenti.
Lo sfoggio di oggetti di lusso e brandizzati, in combinazione con offerte di lavoro con guadagni stratosferici, propongono così il “reclutatore” come guida verso l’illusorio successo.
Watzlawick sosteneva che ogni interazione umana si basa su schemi simmetrici o complementari, ma i social media hanno fatto in modo di attuare queste dinamiche su scala industriale. Infatti, l’algoritmo dei social media, progettato appositamente per ampliare il raggio d’azione di un messaggio in modo da coinvolgere un numero considerevole di utenti, finisce incredibilmente per amplificare il risultato di una comunicazione dannosa e faziosa, le cui vittime si trovano inconsapevolmente coinvolte in un processo di manipolazione accuratamente studiato. Facendo da cassa di risonanza al costrutto di successo facile come realizzazione personale, mentre l’idea del lavoro onesto come fallimento sociale.
Stando a quanto dichiarato dai vari organi di controllo, i primi contatti con le organizzazioni criminali avvengono proprio attraverso i social media. La voglia di riscatto sociale diventa rapidamente una gabbia dorata contornata di ricatti e violenza.
Se è vero che per le criminalità organizzate è più semplice reclutare attraverso l’impiego della comunicazione digitale, è altrettanto vero che gli assiomi della comunicazione di Watzlawick ci permettono di decifrare e contrastare in anticipo le strategie manipolative che stanno trasformando rapidamente le piattaforme sociali in centri per l’impiego delle organizzazioni criminali.
Non possiamo limitarci semplicemente a dire ai giovani cosa evitare; dobbiamo offrire loro nuove prospettive ed alternative gratificanti per raggiungere i propri obiettivi, anche se richiedono maggiore dedizione e pazienza”.
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