“Bonus ridotti se non sei in ufficio almeno due volte a settimana”

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I dirigenti senior di Lloyds Bank potrebbero vedere ridotti i loro bonus se non si presenteranno in ufficio almeno due volte a settimana. La notizia è stata riportata dal Guardian, che ha svelato come l’istituto bancario stia rivedendo la presenza in ufficio come parte degli obiettivi legati ai bonus per circa 60.000 dei suoi dipendenti di livello più alto. Questa mossa rappresenta un ulteriore tentativo delle aziende di riportare i lavoratori in ufficio più frequentemente, dopo i cambiamenti radicali nelle abitudini lavorative imposti dalla pandemia.

Aspetti principali

  • Come riporta il Financial Times, che cita due persone a conoscenza della questione, Lloyds Banking Group terrà conto della presenza in ufficio dei dirigenti senior quando assegnerà i loro bonus.
  •  Questa mossa da parte di Lloyds, che conta più di 60.000 dipendenti, è l’ultimo segno del settore dei servizi finanziari che cerca di rafforzare l’applicazione delle politiche di lavoro ibrido, quasi cinque anni dopo la pandemia di coronavirus.
  • Dal 2023, Lloyds ha richiesto ai dipendenti di essere in ufficio almeno due giorni a settimana. Secondo il nuovo piano della banca, la presenza in ufficio sarà utilizzata come criterio per i bonus solo per i suoi dipendenti più anziani, con l’80% della forza lavoro che non verrà influenzato.

L’opinione dei lavoratori

Il cambiamento di politica sulla flessibilità è legato al desiderio di Lloyds di fare in modo che i suoi dipendenti senior possano essere un modello per i dipendenti più giovani. Nonostante una politica di lavoro ibrido meno rigida rispetto a quella di alcuni concorrenti, Lloyds ha precedentemente affrontato resistenze da parte dei dipendenti: già dopo la fine dei lockdown, i dipendenti hanno reagito negativamente all’idea di Lloyds Bank di incoraggiare più dipendenti a tornare in ufficio offrendo cibo gratuito.

Secondo un documento visionato dal FT, lo scorso anno, quasi un terzo dei partecipanti a un sondaggio annuale sul coinvolgimento dei dipendenti ha espresso insoddisfazione nei confronti della banca. La ragione principale? L’insoddisfazione sulla flessibilità del lavoro.

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Il caso di Jp Morgan

Anche Jp Morgan Chase ha deciso di abbandonare lo smart working. Secondo Bloomberg, la banca d’affari americana sta per richiamare tutti i dipendenti in ufficio a tempo pieno, dopo un lungo periodo di lavoro ibrido avviato durante la pandemia.

Il ritorno in presenza è l’ultimo passo di un processo iniziato nel luglio 2021, quando i dipendenti sono tornati in ufficio a turni. Nel 2022, l’amministratore delegato Jamie Dimon scriveva agli azionisti che solo il 10% dei dipendenti avrebbe potuto lavorare da casa stabilmente, mentre il 40% avrebbe potuto farlo per alcuni giorni a settimana. Un anno dopo, Dimon ha chiesto ai managing director di tornare in ufficio a tempo pieno. Nel frattempo, Jp Morgan ha investito sugli spazi di lavoro, completando a Manhattan un grattacielo di 60 piani che ospiterà 14.000 dei suoi 300.000 dipendenti, dotato di sale yoga, spazi per la meditazione e aree all’aperto.

Wall Street contro lo smart working

Dimon ha iniziato a criticare lo smart working già nel 2020, quando notò una diminuzione della produttività dei dipendenti che lavoravano da casa. L’anno successivo si dichiarò stanco delle riunioni su Zoom e della mancanza di interazioni faccia a faccia, affermando che il lavoro da remoto non fosse adatto ai giovani. Recentemente ha dichiarato di voler “far tornare Washington, D.C. al lavoro”, aggiungendo: “Quando vengo qui [a Washington], non riesco a credere agli edifici vuoti. Le persone che lavorano per noi non vanno in ufficio”.

Molti leader di Wall Street condividono questa opinione. Tra i principali critici dello smart working c’è David Solomon, amministratore delegato di Goldman Sachs, che è stato uno dei primi a chiedere il ritorno in ufficio. Nel 2021, Solomon aveva dichiarato che il lavoro remoto non fosse “la nuova normalità”, definendolo invece “un’anomalia che correggeremo il più velocemente possibile”. Questa tendenza non riguarda solo la finanza: anche Amazon ha annunciato la fine dello smart working a settembre, mentre Disney lo aveva già fatto a gennaio 2023.



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