Il latino alle medie, la Bibbia e le saghe nordiche alle elementari: quali sono le idee di Valditara per cambiare i programmi a scuola

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Il latino alle medie, si parlerà di epica e di “Bibbia” alle primarie, ma anche di mitologia orientale e di saghe nordiche. Alle elementari sarà di nuovo l’ora delle filastrocche di Gianni Rodari e delle poesie a memoria e poi la storia, dando centralità alla narrazione di quel che è accaduto in Italia, in Europa, in Occidente. E poi alle superiori, addio alle “geostoria” introdotta proprio da un altro governo di destra, quello di Silvio Berlusconi: era il 2008 quando la ministra Maria Stella Gelmini decise di unire la storia e la geografia in una sola disciplina. Sono queste le novità tratteggiate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, pronto (entro il 31 marzo) a mettere mano alle Indicazioni Nazionali introdotte per la prima volta nel 2012 dal predecessore Francesco Profumo (governo Monti) al posto dei cosiddetti programmi. Sul tavolo di Valditara per ora non c’è alcun decreto ma la relazione della commissione presieduta dalla pedagogista Loredana Perla, chiamata a rivedere l’impianto delle Indicazioni del primo e secondo ciclo. Dopo l’intervista rilasciata al Giornale dal ministro in merito alle novità, il mondo della scuola è in fermento perché il governo non ha intenzione di perdere tempo.

Valditara vanta la presenza nel gruppo di lavoro di personalità come il violinista Uto Ughi, Flavia Vallone, prima ballerina al Teatro alla Scala, lo storico Ernesto Galli della Loggia, il latinista Andrea Balbo oltre a cento consultazioni con associazioni di genitori, di categoria e comitati studenteschi. Allo stesso tempo c’è chi come l’Unione degli Studenti protesta per la mancata convocazione da un anno del Forum delle Associazioni Studentesche.

Quali sono le novità che studenti, insegnanti e genitori si troveranno presto ad affrontare? Partiamo dalla primaria. Un passaggio non di poco conto è quello in cui si annuncia “l’avvicinamento dei bambini alla musica, alla sua comprensione, alla civiltà musicale”. Sembra che ai piani alti vi sia l’intenzione di introdurre degli elementi di storia dell’arte e della musica, anche alle elementari. Più nessuno, insomma, dovrà uscire dalla primaria senza sapere chi sono stati Giuseppe Verdi, Antonio Vivaldi o Michelangelo Buonarroti.

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Valditara ha parlato di “riprendere la grande scuola della memoria, con testi più semplici all’inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro. Poi già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche”. Parole che il ministro ha pronunciato – sappiamo – pensando a Gianni Rodari e all’importanza di far sognare i bambini leggendo loro qualche brano di Omero. Nessuno ha in testa di far studiare l’Iliade o l’Odissea ai più piccoli ma l’idea di introdurli a questo mondo c’è.

Nella relazione proposta al ministero si cita anche la Bibbia. E anche in questo caso al ministero si affrettano a precisare che non vi è l’intenzione di dare in mano ai bambini il testo sacro ma di offrire loro l’opportunità di “capire le fondamenta della nostra civiltà”. Per quanto riguarda la storia le parole del ministro hanno suscitato qualche perplessità: da docente di diritto romano, ha parlato di “grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente” ma a distanza di qualche ora è stato precisato che il resto non è assolutamente escluso.

Alle secondaria di primo grado arriva, invece, il latino. Il ministro è nato nel 1961 e ha fatto in tempo a studiarlo alle medie ma dal 1978 è stato abolito. Qualche scuola, ancora oggi, lo propone come attività extra curricolare il pomeriggio ma ora il ministero ha intenzione di introdurlo nel curricolo per un’ora alla settimana lasciando la scelta alle famiglie.

Infine, un annuncio per le superiori, per le quali la Commissione sta pure lavorando per Nuove Indicazioni: storia e geografia torneranno ad essere studiate separatamente. La cosiddetta “geostoria” termine coniato dallo storico francese Fernard Braudel e introdotto nella nostra scuola nell’era Gelmini, sarà abolita. Le prime critiche arrivano, intanto, dall’Unione degli Studenti: “L’introduzione dello studio della Bibbia nel programma è una chiara scelta politica in linea con le idee reazionarie e conservatrici del governo, che si prova a nascondere con la scusa dello studio delle ‘radici della cultura italiana‘ che sappiamo invece essere molto più ampia”, spiega Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’associazione.



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