ISTAT * RICHIESTE AIUTO ECONOMICO 2023: «10 MILIONI I CITTADINI CHE HANNO CERCATO UN PRESTITO, IN UN MOMENTO DI DIFFICOLTÀ»

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Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


11.19 – mercoledì 15 gennaio 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Nel 2023 meno di un quarto (23,1%) dei cittadini residenti di 18-74 anni ha chiesto un prestito o un aiuto economico in un momento di difficoltà.
Tra questi, il 54,7% si è rivolto ai familiari, il 31,4% alle banche, il 22,7% alle società finanziarie, il 7,4% agli amici o ai vicini di casa, il 2,4% ad altre persone.
La quota di chi richiede un prestito/aiuto tra i disoccupati arriva al 34%.
I familiari concedono il prestito/aiuto nel 97% dei casi, chiedendo in cambio un interesse soltanto al 7,5% dei richiedenti. Il 27,7% di chi ha ricevuto il prestito non sa valutare se l’interesse pagato è più alto o meno rispetto a quanto avrebbe richiesto la propria banca.
All’8,5% dei cittadini è capitato di ricevere proposte di aiuto economico, a prescindere dal fatto che abbiano o meno chiesto un prestito o un aiuto economico.

 

Fragilità sociale all’origine delle richieste di aiuto economico

La richiesta di un prestito o di un aiuto economico da parte dei cittadini per far fronte a momenti di particolare difficoltà economica o alla mancanza di liquidità è un fenomeno di sicuro interesse; si tratta, infatti, dell’espressione di una situazione socio-economica che pone i cittadini in una condizione di fragilità, talora di natura momentanea, legandosi per esempio a un evento critico isolato, oppure di natura permanente, associandosi a scarse entrate reddituali o all’utilizzo delle proprie risorse secondo una modalità non in linea con le reali possibilità economiche.

Di fatto, anche una bassa cultura economico-finanziaria può tradursi nell’incapacità di pianificare il budget personale o familiare e, dunque, costituire il substrato socio-economico che porta le persone a dover chiedere aiuto. Rivolgersi ad altri per avere sostegno economico tende a porre i soggetti interessati in uno stato di subalternità e dipendenza che, a seconda delle circostanze, può anche essere foriero di sentimenti di vergogna e fallimento; inoltre, i cittadini in questa condizione possono trovarsi ad avere relazioni con soggetti/operatori afferenti a un’area grigia, incluso il mercato illegale del credito e l’usura. L’impatto che il fenomeno ha sulla vita dei cittadini e sul tessuto socio-economico nel suo complesso è rilevante e impone la disponibilità di una solida base informativa statistica al fine di monitorarne l’andamento.
Nell’ambito delle attività e delle priorità dell’Osservatorio Nazionale contro l’usura e del relativo Gruppo Statistico costituito presso l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura (Accordo Quadro del 16 novembre 2021 tra Ministero dell’Interno e ABI), l’Istat ha contribuito alla realizzazione di una prima indagine statistica campionaria sul fenomeno delle richieste di aiuto economico da parte dei cittadini al fine di rafforzare gli strumenti metodologici e informativi per lo studio del fenomeno dell’usura.

I dati raccolti, e qui di seguito diffusi, forniscono una prima base informativa utile per la stima del bacino di cittadini che si sono trovati in difficoltà, che hanno chiesto un prestito o un aiuto economico e che risultano potenzialmente esposti anche al fenomeno dell’usura. Insieme alle altre fonti disponibili di natura amministrativa o giudiziaria, i risultati contribuiscono a misurare e definire la struttura delle richieste di aiuto, del bisogno soddisfatto a fronte di un prestito o aiuto ottenuto e del relativo costo in termini di interessi pagati, nonché alcune caratteristiche dei cittadini coinvolti.

 

Quasi 10 milioni i cittadini che hanno richiesto un prestito

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Nel 2023, quasi 10 milioni di cittadini (circa 9 milioni 762mila, pari al 23,1% dei cittadini con età compresa tra i 18 e 74 anni) per far fronte a momenti di particolare difficoltà o mancanza di liquidità hanno chiesto negli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista un prestito o un aiuto economico a familiari, amici, vicini di casa, società finanziarie, banche (inclusi i servizi bancari della posta) o ad altre persone, senza differenze significative tra maschi e femmine, ma con un’incidenza più elevata tra i cittadini stranieri (39,8%) rispetto agli italiani (22,4%).

 

Circa la metà dei cittadini quando ha bisogno di aiuto si rivolge alla famiglia

È la famiglia il destinatario principale delle richieste di aiuto economico: ad essa si sono rivolti infatti circa 5 milioni 344mila di cittadini. A seguire, oltre 3 milioni (circa 3 milioni 69mila) si sono rivolti alle banche, circa 2milioni 213mila alle società finanziarie, oltre 700mila (circa 722mila) agli amici o ai vicini di casa e circa 235mila ad altre persone.

I valori più alti di coloro che richiedono un prestito o un aiuto economico si registrano nelle classi di età comprese tra i 18 e i 44 anni (28,5%), senza differenze significative per classe di età (27,1% tra 18 e 24 anni, 28,6% tra 25 e 34 anni, 29,1% tra 35 e 44 anni). Al crescere dell’età diminuiscono i cittadini che chiedono un aiuto economico: poco più di un quarto (22,9%) dei 45-64enni e il 14,5% dei
65-74enni.

Alla famiglia si rivolgono soprattutto i cittadini in età compresa tra i 18 e i 44 anni (19,5%) rispetto
ai 45-64enni (9,3%) e ai 65-74enni (4,1%). Alle società finanziarie si rivolgono, invece, più spesso i cittadini nella fascia centrale di età, tra i 45 e i 64 anni (6,7%) rispetto ai cittadini fino ai 45 anni (4%) e a quelli dai 65 ai 74 anni (4,3%). Il ricorso alle banche è più elevato nelle classi di età centrali: riguarda, infatti, solo il 2,3% dei 18-24enni e il 7,3% dei 25-34enni, contro il 9,3% dei 35-44enni e l’8,4% dei
45-64enni, per poi ridursi a 5,1% tra i 65-74enni.

Le richieste di aiuto sono più diffuse nelle Isole (26,3%) e nel Sud (25,7%), segue il Centro (24,2%), mentre si collocano sotto la media il Nord-est (20,9%) e il Nord-ovest (20,3%).

Microcredito

per le aziende

 

Tra le regioni spiccano la Puglia (28,4%), il Lazio (27,6%) e la Sicilia (27,3%); sopra la media anche la Calabria, la Campania, l’Umbria e l’Emilia Romagna.

Alla famiglia si sono rivolti in prevalenza gli abitanti dell’Umbria, della Puglia e della Sicilia.

 

Maggiori richieste di prestito tra chi non lavora o ha contratti a tempo determinato

Sono le persone in cerca di occupazione, più degli occupati e degli inattivi, a chiedere una qualche forma di aiuto economico: si tratta del 34% dei primi, rispetto al 24% e al 20,6% dei secondi.

Non si rilevano differenze significative tra gli occupati dipendenti e gli autonomi. Rilevante risulta essere invece la tipologia di contratto dei lavoratori dipendenti: mentre ha chiesto un aiuto economico il 31,2% dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato, la percentuale scende al 22,8% tra quelli con contratto a tempo indeterminato.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Alla famiglia ha chiesto aiuto una quota decisamente superiore di persone in cerca di occupazione (24,4%) rispetto agli occupati e agli inattivi (12,1%); chiedono più spesso aiuto alle società finanziarie sia gli occupati (6%) sia i cittadini in cerca di occupazione (6,4%) rispetto agli inattivi (4%), mentre si rivolgono alle banche con maggior frequenza gli occupati (9,1%) rispetto ai cittadini in cerca di occupazione (4,8%) e agli inattivi (5%).

La richiesta di un prestito o di un aiuto economico è più diffusa tra chi ha un titolo di studio di scuola secondaria: sono il 24,7% dei diplomati, a seguire i cittadini con titolo fino alla licenza media (23,1%), e in misura inferiore i laureati o in possesso di un titolo ancora superiore (19,7%).

Le persone che si dichiarano insoddisfatte della propria condizione economica hanno chiesto più delle altre un aiuto economico o un prestito, 47,6%, contro il 26,1% di quelle mediamente soddisfatte e il 13,8% di quelle molto soddisfatte.

 

Il 15,9% dei cittadini ha chiesto un prestito o un aiuto economico a più soggetti

Circa 8 milioni 206mila cittadini, l’84,1% di quanti hanno chiesto almeno un prestito/aiuto, si sono rivolti ad un unico soggetto, mentre si sono rivolti a più di un soggetto, operando una richiesta di aiuto combinata, circa 1 milione 557mila cittadini (il 15,9% di quanti hanno chiesto almeno un prestito/aiuto).

Il 42,9% dei cittadini che hanno chiesto un prestito/aiuto economico si è rivolto esclusivamente alla famiglia. Un quinto (20,7%) dei cittadini ha considerato le banche come canale unico e il 14,9% le società finanziarie. È meno frequente rivolgersi agli amici/vicini così come ad “altre persone” in maniera esclusiva.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Chi è insoddisfatto della propria situazione economica chiede più di frequente aiuto esclusivamente agli amici/vicini di casa (23,7%) e alla famiglia (20,7%), mentre chi ha un livello alto di soddisfazione economica si rivolge in misura maggiore alle società finanziarie (35,1%) e alle banche (34,3%). Ci si rivolge ad “altre persone” sia in caso di livelli di soddisfazione elevata (29,6%), sia in caso di insoddisfazione in generale (23,4%).

Chi si rivolge alla famiglia lo fa più di frequente in maniera esclusiva (78,4%) così come accade per chi si rivolge alle banche (inclusi i servizi bancari della posta) e alle società finanziarie (rispettivamente il 65,9% e il 65,8% di richieste esclusive). Quando ci si rivolge ad altre persone o agli amici/vicini di casa, invece, più spesso la richiesta viene rivolta in maniera combinata anche ad altri soggetti/servizi.

Tra i cittadini che hanno chiesto aiuto a più di un soggetto/servizio, un numero considerevole,
circa 1 milione 304mila (l’83,8%) si è rivolto a due soggetti/servizi, il 14,7% a tre soggetti e l’1,5% fino ad un massimo di quattro soggetti.

Quasi tutti i cittadini delle Isole (98,2%) si fermano a chiedere l’aiuto economico al massimo a due soggetti, mentre è tra i cittadini del Nord-ovest che è maggiore il peso di quelli che si rivolgono a tre soggetti (25,8%). Considerando le combinazioni più frequenti, tra chi ha chiesto aiuto a due soggetti/servizi, il 38,4% dei cittadini lo ha fatto chiedendo alla famiglia e alle banche, il 23,5% rivolgendosi sia alle banche sia alle società finanziarie e il 18,3% alla famiglia e alle società finanziarie. Il ricorso alla famiglia, tra chi ha chiesto a due soggetti/servizi, è prevalente (69,7%) e coinvolge circa 905mila cittadini.

 

Al secondo posto le richieste di aiuto alle banche

Le banche, dopo la famiglia, rappresentano il servizio a cui i cittadini si rivolgono di più per chiedere un prestito; ad esse si sono rivolti oltre 3 milioni di cittadini, nel 65,9% dei casi in maniera esclusiva, mentre nel 34,1% dei casi chiedendo aiuto anche ad altri soggetti. Tra chi ha chiesto aiuto sia alle banche sia ad altri, il 67,3% si è rivolto anche ai familiari, il 7,4% agli amici/vicini di casa e il 42,6% alle società finanziarie. Il 3% ha chiesto aiuto anche ad “altre persone”.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Quando le banche non concedono il prestito, il ricorso agli altri soggetti aumenta. Ricorrono ai familiari, infatti, il 76% dei cittadini, alle società finanziarie il 72,8%, agli amici/vicini di casa il 16,2% e ad “altre persone” il 5,7%. La differenza più marcata tra chi ha ottenuto il prestito dalle banche e tra chi non l’ha ottenuto in relazione al ricorso ad altri soggetti, è registrata in relazione al ricorso alle società finanziarie, nell’ordine di 30 punti percentuali, e a seguire rispetto al ricorso ai familiari e amici/vicini di casa, nell’ordine di 10 punti percentuali. Ad “altre persone” invece ci si rivolge sostanzialmente in maniera uguale, indipendentemente dal fatto che la banca abbia concesso o meno il prestito richiesto.

 

Sono i familiari a venire in aiuto in caso di bisogno e di rado fanno pagare gli interessi

Nella maggior parte dei casi l’aiuto richiesto è stato anche ottenuto. I familiari sono coloro che, più di tutti (nel 97,3% dei casi) – e indipendentemente dal fatto che siano gli unici a cui ci si rivolge – concedono il prestito/aiuto, seguono a poca distanza le banche (93,7%), le società finanziarie (92,8%),
gli amici/ vicini di casa (89,7%) e le “altre persone” (83,1%). Quando però lo si richiede solo a queste ultime la percentuale di concessione aumenta al 96,3%.

Non tutte le persone che hanno richiesto un prestito/aiuto e a cui è stato concesso hanno dovuto pagare o stanno pagando interessi per i prestiti/aiuti che hanno ottenuto. Sono circa 2 milioni 631mila i cittadini che devono pagare interessi per il prestito/aiuto ottenutoi, pari al 35,2%, ma questo dato è molto diverso a seconda del soggetto a cui si richiede. Da questo numero sono escluse le persone (1 milione 945mila) che hanno chiesto e ottenuto il prestito solo dalle banche.

Pagano gli interessi l’83,4% di coloro che hanno chiesto, in maniera esclusiva, e ottenuto un prestito/aiuto dalle società finanziarie, il 20,3% di chi lo ha ottenuto da altre persone, il 7,5% di chi lo ha ottenuto dalla famiglia e il 2,8% di chi lo ha ottenuto da amici e vicini.

In relazione ai prestiti ricevuti dalle società finanziarie e al relativo pagamento di interessi va sottolineato come le istituzioni finanziarie diverse dalle banche operino con una variegata linea di prodotti che spaziano dai prestiti personali ai piccoli prestiti, dall’emissione di carte di credito fino al prestito finalizzato all’acquisto di un bene o di un servizio predefinito. In quest’ultimo caso si tratta di forme di finanziamento erogate sulla base di una convenzione/accordo tra la finanziaria e l’esercizio commerciale che permette ai clienti l’acquisto rateale dei beni, spesso senza costi aggiuntivi per lo stesso cliente. In questo senso potrebbe essere dunque letto il fatto che il 16,6% dei cittadini ha dichiarato di non aver dovuto pagare interessi alle finanziarie.

Prestito condominio

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Tra chi ha dovuto pagare interessi per il prestito/aiuto ricevuto, il 25,3% ritiene che quanto dovuto sia più elevato o molto più elevato rispetto al tasso applicato dalla propria banca.

 

Scarsa consapevolezza sull’entità degli interessi pagati

Il 27,7% delle persone che stanno pagando interessi a soggetti diversi dalle banche (circa 730mila cittadini) dichiara di non saperne valutare l’entità rispetto a quelli applicati dalla propria banca. Questo valore sale al 53% tra chi ha pagato o sta pagando interessi ai familiari, il 12,1% non risponde alla domanda.

Rispetto all’opinione sul tasso di interesse pagato si è cercato di esplorare il livello di consapevolezza degli intervistati in materia, attraverso l’analisi delle seguenti variabili: 1) l’aver chiesto aiuto anche alle banche, ipotizzando che con esse si sia discusso anche del tasso di interesse; 2) il livello di istruzione, quale variabile proxy della “formazione finanziaria”.

Tra le persone (circa 2 milioni 631mila) che stanno pagando interessi a soggetti diversi dalle banche, circa 856mila avevano chiesto un prestito anche a una banca. L’analisi rispetto alla valutazione se il tasso di interesse pagato ad altri soggetti fosse più o meno elevato rispetto a quello della propria banca dimostra che tra chi si era confrontato con una banca è inferiore la quota di chi non sa rispondere (19,7%), contro il 31,7% tra chi non aveva chiesto aiuto alle banche. Chi ha chiesto aiuto anche alle banche ritiene che il tasso pagato per prestiti ricevuti da soggetti diversi dalle banche sia molto più elevato (15,1%) o più elevato (19,2%). Solo il 6,8% di chi non ha chiesto prestiti alle banche lo considera molto più elevato e il 14,1% più elevato.

Tra chi non ha contattato le banche, infine, è più alta (17,6%) la percentuale di chi considera più bassi i tassi pagati rispetto a quelli della banca, in confronto a chi ha avuto esperienze con le banche (8,3%).

Tra le le persone con titolo di studio medio-basso è invece più alta la percentuale di coloro che non rispondono alla domanda: il 17,6% di coloro che hanno titolo di studio di secondo grado o di qualifica professionale e l’11,1% di coloro che hanno conseguito la laurea o il diploma universitario.

La percentuale di quanti dichiarano di non sapere se i tassi pagati fossero più o meno elevati rispetto a quelli applicati dalla propria banca è abbastanza uniforme tra i diversi titoli di studio, con il valore minimo (24,5%) registrato tra i soggetti con licenza elementare o nessun titolo. Gli stessi sono coloro che in misura maggioritaria (56,6%) e con un valore di gran lunga superiore al valore medio (14,5%), ritengono che i tassi pagati fossero più bassi di quelli della propria banca.

Tra i soggetti con titoli medio-alto, e in particolare tra chi ha conseguito la laurea o il dottorato, è più alta rispetto al valore medio la percentuale di coloro che considerano i tassi pagati uguali a quelli della propria banca. I soggetti con la licenza media più di tutti ritengono che i tassi pagati siano più elevati (24,7%) o molto più elevati (15,4%) rispetto a quelli della propria banca.

 

Poco meno del 10% dei cittadini ha avuto proposte di aiuto economico

A oltre 3,5 milioni di cittadini di 18-74 anni (l’8,5% del totale) è capitato di ricevere proposte di aiuto economico da parte di persone che non conoscevano, a prescindere dal fatto che abbiano o meno chiesto un aiuto economico o un prestito.

L’essere oggetto di proposte di aiuto economico varia molto rispetto al soggetto/servizio a cui i cittadini hanno chiesto aiuto: il 25,6% di quanti si sono rivolti ad “altre persone” è stato approcciato da sconosciuti per offerte economiche, il 12,4% di chi si è rivolto ad amici/vicini di casa, il 7,6% tra chi si è rivolto alle banche e il 9,4% tra chi ha chiesto aiuto ai familiari. I cittadini del Sud (9,8%) sono quelli che hanno ricevuto più proposte di aiuto economico da parte di sconosciuti, valore che sale al 13,8% tra i cittadini della Campania.

Va sottolineato come i dati attualmente disponibili non permettano di esplorare ulteriormente in che termini vi sia corrispondenza tra le persone sconosciute che hanno proposto un aiuto economico e le “altre persone” a cui i cittadini si sono rivolti. Ugualmente non è possibile stabilire la successione temporale tra le richieste di aiuto operate dai cittadini e le proposte ricevute.

 

 



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