Su terzo mandato non si cambia e il Veneto spetta a noi

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Il presidente del Veneto Luca Zaia ha minacciato la spaccatura del centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali, qualora Fratelli d’Italia insistesse a negare alla Lega la possibilità di riconfermare la poltrona di governatore, nella figura dello stesso Zaia o di un altro esponente del Carroccio. FdI non sembra però voler arretrare nella rivendicazione del candidato e insieme a FI si oppone alla modifica della legge sul tetto dei mandati.

Di Marco Billeci e Francesca Moriero

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Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha minacciato una possibile spaccatura del centrodestra in vista delle prossime elezioni regionali. Questo nel caso in cui Fratelli d’Italia continui a negare alla Lega la possibilità di mantenere la presidenza della Regione, sia attraverso una modifica della norma sul limite dei due mandati che consentirebbe la ricandidatura di Zaia, sia con un altro esponente del Carroccio. Tuttavia, il partito guidato da Giorgia Meloni non arretra e, insieme a Forza Italia, si oppone a ogni modifica della legge sul tetto dei mandati.

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Secondo Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, “sul Veneto, il partito, ha la legittima aspirazione ad essere presente con un presidente suo del nord, visto che siamo il primo partito, ancora più nel nord che altrove”, ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it, aggiungendo “è una norma di carattere generale, i 745 comuni italiani sopra i 15mila abitanti, da più di trent’anni hanno questo limite. Vale per tutti i presidenti”.

Anche Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha affrontato il tema dichiarando che la norma esiste già in America “quindi nel mondo sono tutti matti”. Gasparri ha poi escluso categoricamente che in Veneto il centrodestra possa presentarsi diviso, sottolineando che non ci saranno “narcisismi o ambizioni di potere” ribadendo che “la norma è preesistente, non è contra personam. Per la stessa ragione, non si sono fatte leggi contro nessuno. Mica si possono o si devono cambiare per soddisfare qualcuno”.

Sulla questione è intervenuto anche Andrea De Carlo, coordinatore di Fratelli d’Italia in Veneto e secondo le indiscrezioni uno dei possibili candidati del partito per la prossima tornata elettorale in regione, che ha affermato: “I veneti vogliono il centrodestra unito”, aggiungendo che “l’hanno fatto capire in tante elezioni, quindi non credo che la Regione faccia eccezione”. De Carlo ha poi precisato: “La faccenda è ancora lunga, decideremo. I leader, come ha detto Giorgia Meloni durante la conferenza stampa, stanno parlando tra loro, quindi non ho motivo di essere preoccupato”.

Zaia pronto al terzo mandato: “Lo chiedono i veneti”

Luca Zaia intende ricandidarsi alla guida della Regione per un terzo mandato, in vista delle elezioni regionali che si terranno probabilmente in autunno, anche se la data non è ancora stata fissata. Nel 2025, oltre al Veneto, si voterà anche in Puglia, Campania, Toscana, Marche e Valle d’Aosta. Per questa ragione, il governo potrebbe optare per un election day.

Durante un punto stampa a Palazzo Balbi, ieri, 14 gennaio, Zaia ha chiarito la propria posizione sul terzo mandato e sulle tensioni interne al centrodestra: “Come diceva Eduardo de Filippo: prima adda passà ‘a nuttata. Ora siamo in una fase nella quale tutti parlano ed è giusto che ognuno dica la propria, ma poi ognuno deciderà cosa fare. Lo farà la Lega e lo farò anch’io, che sono sempre stato un uomo di squadra”, ha dichiarato per poi aggiungere “Non auspico per forza di cose una corsa solitaria della Lega, occorre fare una sintesi delle diverse posizioni, ma c’è bisogno di serenità: il muro contro muro non porta a nulla”.

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Zaia ha sottolineato che, in caso di mancato accordo, la Lega potrebbe correre da sola, e in quel caso lui non si tirerebbe indietro. Un messaggio che sembra diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che lo scorso 9 gennaio aveva affermato che quella di Fratelli d’Italia fosse “un’opzione che vada tenuta in considerazione”.

Zaia ha dichiarato inoltre che, qualora le norme lo permettessero, si ricandiderebbe senza esitazione: “Aspettiamo che si esprima la Consulta, ma potrebbe farlo anche il governo. C’è tutto il tempo”.





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