Terzo mandato e democrazia – L’Identità

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Editoriale

di Adolfo Spezzaferro





Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Il nodo del terzo mandato non può essere tagliato via come fece Alessandro Magno con il nodo di Gordio, va pazientemente sciolto. Anche perché questo limite dei due mandati rappresenta un’anomalia a prescindere dal fatto che poi ci sono governatori che se potessero governerebbero a vita, forti del consenso degli elettori, evidentemente soddisfatti del loro operato. Mentre sul centrodestra piombano le parole durissime del governatore veneto Luca Zaia – in scadenza di secondo incarico, pronto a ricandidarsi e convinto che vincerebbe di ancora una volta se potesse ripresentarsi alle elezioni – la riflessione ci sta tutta: forse è il caso di far prevalere la democrazia. Di far decidere gli elettori. La strana alleanza (che alleanza non è) tra il governatore veneto e il governatore campano Vincenzo De Luca si basa proprio sul fatto che loro contestano di dover sottostare a una regola che va contro l’interesse degli elettori, dei cittadini che loro amministrano. Al di là del fatto che siano convinti di vincere ed è per questo che si oppongono alla regola del terzo mandato – questa è la politica – l’obiezione in sé ci sta a prescindere. Lo spiega bene Zaia, anche se con poca diplomazia: “È inaccettabile che la lezione venga da bocche sfamate da 30 anni dal Parlamento. Un’anomalia tutta nostra. L’’unica con il vincolo di due mandati sono i sindaci di città con 15mila abitanti e alcuni governatori. Ci sono le Province autonome e le Regioni a statuto speciale che possono definire la loro legge elettorale in maniera diversa. Non perdo sonno – dice il governatore veneto -, ho l’imbarazzo dei cittadini: se questo è un mood, deve essere un mood per tutti. Ci sono altre cariche, il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica, i consiglieri e gli assessori regionali”. E invece, a quanto pare, il limite dei due mandati sembra una regola imprescindibile, per evitare che le Regioni, così come i Comuni, diventino dei feudi in mano a una persona. Che “si creino dei centri di potere”, riporta Zaia. Ma non è una giustificazione adeguata, perché – fa presente il governatore veneto – questo “vale per esempio per deputati, senatori e ministri e tanti altri incarichi istituzionali”. “Se blocchi i mandati ad amministratori eletti dal popolo, per la proprietà transitiva dai degli idioti ai cittadini elettori, che mandano a casa miei colleghi dopo un primo mandato”, è l’obiezione del Doge. Il nodo è però anche e soprattutto politico: parlando di un possibile candidato di FdI come suo successore, Zaia avverte che è “legittimo ma allora, se ci diranno che non abbiamo amministrato bene, le strade si separano”. Più chiaro di così… Minacce a parte – fanno parte della politica – è improbabile che il centrodestra si spacchi e non esprima un candidato unitario in Veneto. Alla fine si opterà per il nome che ha maggiori possibilità di vittoria. Scelte diverse potrebbero rivelarsi autolesionistiche. In ogni caso, quando Zaia dice che vengono prima i veneti e che gli elettori non digerirebbero un candidato calato dall’alto centra la questione: non tenere conto del consenso del governatore uscente (che è personale, perché finora ha amministrato bene) oltre che deleterio risulterebbe altamente impopolare. Per lo meno in Veneto. A volte le regole democratiche vanno cambiate per aggiornare e rafforzare la democrazia. Che vinca il migliore, no? Con buona pace del Pd che non vuole più De Luca governatore della Campania.


Torna alle notizie in home





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link