Zes unica, la Puglia c’è: altro che imprese «nane»

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BARI – La Zes (Zona economica speciale) unica funziona. La strada (anzi, la rotta considerando anche l’articolazione interna della Zes portuale) sembra quella giusta. Le circa 450 autorizzazioni uniche rilasciate da quando è stata istituita sono lì a dimostrarlo. Se ne è parlato ieri nel corso di un incontro organizzato da Confindustria Bari e Bat. «Siamo più che soddisfatti rispetto ai primi mesi di vigenza della Zes unica, un risultato che va al di là delle aspettative reso tangibile anche dal numero di investimenti pari a circa sette miliardi di euro che promanano dalle autorizzazioni rilasciate e dagli investimenti oggetto di credito di imposta», per dirla con le parole dell’avvocato Giosy Romano coordinatore della struttura di missione Zes.

Nel panorama delle regioni del Mezzogiorno che fanno parte della Zes unica, la Puglia «è uno dei territori che tira di più, insieme a Campania e Sicilia», ha aggiunto Romano che ha respinto le critiche sul presunto «nanismo» delle imprese che si stanno insediando: «C’è una previsione normativa che esclude l’accesso al credito di imposta per le imprese che fanno investimenti inferiori a 200mila euro. La tipologia di autorizzazioni uniche rilasciate dimostra che c’è attenzione da parte di grandi imprese del territorio».

Incentivi da un lato, meno burocrazia dall’altro. Anche se, proprio sui numeri, non è mancato una botta e risposta tra la Regione e il coordinatore Zes unica. L’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci, prima ha «concesso»: «la Zes unica è un’iniezione di liquidità importante, di investimenti», poi ha puntualizzato: «forse però abbiamo perso la strategicità del progetto iniziale. C’erano condizioni che lasciavano immaginare, attraverso le Zes, possibilità di attrarre investimenti internazionali. Così non è, ne prendiamo atto». Nel corso dei lavori, poi, sempre Delli Noci ha polemizzato sulla quantificazione delle risorse sostenendo che, a fronte delle richieste delle imprese meridionali per complessivi 9 miliardi di euro, non è stato possibile accontentare tutti a causa di una capienza non sufficiente.

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Pronta sul punto la replica dell’avvocato Romano che, norme e numeri alla mano, ha chiarito che i 9 miliardi citati da Delli Noci sono in realtà le «comunicazioni preventive», si trattava cioè di una previsione. Al contrario l’importo definitivo del credito richiesto oggetto della comunicazione integrativa – ha spiegato sempre Romano – è stato soddisfatto integralmente per tutte le imprese richiedenti. Nessuna impresa ha rinunciato per presunte risorse insufficienti, dunque. Quanto al complessivo credito d’imposta, stando ai dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate, parliamo di 2,5 miliardi di euro a fronte di un appostamento di risorse di 3,2 miliardi. Ammonta a 5 miliardi di euro, invece, il valore degli investimenti oggetto di credito.

Polemiche a parte, quali i settori più «gettonati»? «Soprattutto quello manifatturiero, declinato dall’aerospazio all’agroalimentare – ha spiegato il presidente di Confindustria Bari e Bat, Sergio Fontana, padrone di casa dell’evento – Grazie alla Zes unica prevediamo ricadute occupazionali, ci aspettiamo risultati molto positivi e più assunti da parte delle imprese. Crediamo tantissimo in questo strumento – ha aggiunto – perché porta due vantaggi al Sud: meno burocrazia e più incentivi per le imprese che vogliono investire». Insomma, «non più un Sud che chiede aiuti a pioggia – ha spiegato – ma un Sud che punta sulle imprese e a creare valore. Dall’Unità d’Italia a oggi – ha concluso – questa è la misura migliore messa in campo dallo Stato, insieme a decontribuzione Sud».

Un evento che ha coinvolto istituzioni pubbliche e player nazionali del mondo bancario (Intesa Sanpaolo ) nel corso del quale è stato illustrato il piano strategico della Zes e le opportunità della Zes portuale. Ad introdurre i lavori l’ammiraglio Vincenzo Leone, Commissario dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale e del prof. Ugo Patroni Griffi in rappresentanza di Uniba (oltre che ex presidente dell’Adspmam) che ha ricordato come quest’anno ricorra il centenario non solo dell’Università Aldo Moro ma anche del grande porto di Bari, scalo marittimo che, proprio attraverso la Zes portuale ha messo a segno progetti importanti.

Prima dell’inizio del convegno è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare il prof. Federico Pirro recentemente scomparso. A ricordarlo in un video anche il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto.



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