Mangiare in modo sano, si sa, è necessario per mantenersi in buona salute. Vediamo però quali alimenti sono anche sostenibili, presentando un impatto sull’ambiente basso o quasi nullo.
La dieta sostenibile
Quando si parla di sostenibilità in pochi si soffermano a pensare alla propria dieta. Eppure l’alimentazione può giocare un ruolo davvero importante per l’ecosistema. Fortunatamente, gli alimenti che presentano un impatto ambientale ridotto sono solitamente quelli più salutari, giovando così al nostro benessere e rinforzando il sistema immunitario.
Occorre dunque rivedere le abitudini alimentari, migliorare i metodi produttivi e ridurre gli sprechi. Una sfida complessa ma che richiede l’impegno sia delle istituzioni che dei singoli cittadini.
La commissione “Planetary Health Diet” ha evidenziato uno stretto collegamento fra lo stato di salute di ognuno e la sostenibilità ambientale. La dieta in questione presenta non a caso un impatto ambientale molto basso e ciò riguarda ogni fase: coltivazione, raccolta, trasformazione, imballaggio e smaltimento.
Cosa mangiare e quali sono i benefici
Veniamo ora alla messa in pratica vera e propria della dieta sostenibile, molto semplice da seguire. Essa si basa su tre gruppi di alimenti in particolare.
Partiamo dai cereali. La loro produzione ha un impatto ambientale davvero minimo se confrontato con quello delle altre categorie di alimenti. Non dovrebbero mai mancare in una dieta sana, specialmente quelli integrali, poiché apportano la giusta quantità di carboidrati complessi come l’amido, che le cellule usano per produrre energia. Essi, inoltre, prevengono malattie come diabete, patologie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore.
Contribuiscono poi al fabbisogno di fibre, così come la seconda categoria di alimenti necessaria in tale regime alimentare: la frutta e la verdura. Questi alimenti sono consigliati in ogni tipologia di dieta e hanno un impatto ambientale variabile a seconda del tipo di coltivazione e del processo di trasformazione. Tuttavia, i prodotti stagionali sono quelli più sostenibili, ergo non dovrebbero mai mancare a tavola.
Frutta e verdura supportano la salute prevenendo malattie cardiovascolari (infarto e ictus), diabete di tipo 2, patologie dell’apparato digerente e obesità; favoriscono altresì il transito dell’intestino, riducono la stitichezza e i sintomi della diverticolosi.
In ultimo, ma non per importanza, la dieta sostenibile deve comprendere alimenti ricchi di proteine come i legumi, che oltre a un bassissimo impatto ambientale, trasferiscono al suolo l’azoto necessario per ridurre l’uso di fertilizzanti. Anche la carne è consigliata, sia rossa che bianca, così come latte e derivati che fra l’altro sono ottime fonti di calcio.
E poi non dimentichiamo il pesce, che apporta proteine e acidi grassi buoni come gli Omega 3 (ottimo supporto per il cuore): fra le varie tipologie si dovrebbero prediligere quelli di piccola taglia. Il pesce rallenta l’osteoporosi grazie al calcio, contrasta l’ipotrofia muscolare e aiuta a mantenere il giusto peso.
Qual è il piatto sano e sostenibile ideale?
Per comprendere al meglio il modello della dieta sostenibile, i ricercatori della commissione citata in precedenza hanno ideato quello che potrebbe essere il piatto sano e sostenibile per eccellenza.
La metà di esso dovrebbe essere composta da frutta e verdura, l’altra metà, invece, dovrebbe essere divisa in diverse categorie di alimenti. La fetta principale (circa la metà e quindi un quarto del piatto totale) è riservata ai cereali integrali, poi una quantità leggermente minore di alimenti ricchi di proteine di origine vegetale (legumi, frutta a guscio).
In quantità più marginali il restante del piatto andrebbe completato con: alimenti con proteine di origine animale (carne di bovino, suino, ovino, pollame, pesce, uova), latte e derivati, vegetali amidacei (ad esempio le patate), grassi buoni di origine vegetale (olio extravergine di oliva e altri oli vegetali). Una parte molto piccola, infine, è riservata agli zuccheri aggiunti, quindi i dolci (senza esagerare pena il classico aumento di peso e un rischio maggiore di contrarre patologie).
Come ridurre gli sprechi
Come abbiamo detto, una dieta sostenibile punta a migliorare il sistema agroalimentare sotto il punto di vista dell’impatto ambientale. Un argomento a questo correlato è la lotta allo spreco, che tutti possono intraprendere, sia gli individui nel loro piccolo che le aziende su larga scala.
Pensando alla singola persona, ecco alcuni consigli utili per fare qualcosa di concreto:
- Acquistare solo ciò che realmente occorre, magari stilando una lista della spesa e pianificando i pasti;
- Scegliere prodotti vicina alla scadenza, specialmente se sappiamo che li consumeremo a breve;
- Non gettare gli avanzi ma usarli come ingredienti per altre ricette;
- Disporre intelligentemente i cibi in dispensa, avvicinando quelli prossimi alla scadenza e mettendo dietro quelli con la data più lontana;
- Congelare gli alimenti che avanzano;
- Disporre correttamente gli alimenti in frigorifero;
- Seguire le regole della raccolta differenziata, prediligendo inoltre prodotti con packaging riciclabile;
- Non acquistare eccessive quantità di cibo fresco se non si ha la certezza di consumarle tutte.
Ricordando che la dicitura che troviamo in etichetta, la quale indica la data entro la quale “preferibilmente” va consumato il prodotto, non è una scadenza ma indica solo una diminuzione delle caratteristiche organolettiche; possiamo dire che le azioni elencate sembrano minime ma possono dare un contributo significativo per salvaguardare il pianeta.
Per risultati più ambiziosi, tuttavia, la sola sensibilizzazione della popolazione non è sufficiente. Occorre un cambiamento su larga scala che coinvolga i colossi del sistema alimentare e della grande distribuzione organizzata.
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