Da «Il caso Jakyll» di Stevenson alla rappresentazione teatrale «Stai zitta» di Michela Murgia: gli spettacoli in Trentino

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Sono gli spettacoli i protagonisti indiscussi del finesettimana ormai alle porte. Partiamo dalla proposta del Teatro Sociale di Trento che, da giovedì a domenica, ospita “Il caso Jakyll” tratto dal racconto di Robert Louis Stevenson.
Largo qui ad una pièce in cui Sergio Rubini e Daniele Russo prendono per mano lo spettatore e lo conducono in un percorso investigativo fino agli inferi, per farlo sbirciare nel mistero e nel terrore di una crime story.
Lo spettacolo porta in scena la storia di Henry Jekyll, uno stimato e blasonato studioso della mente vissuto tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, proprio nello stesso periodo in cui nasce e si sviluppa la psicanalisi. Dopo un’affannosa e solitaria ricerca sui disturbi psichici dei propri pazienti, il grande luminare è approdato all’individuazione delle cause della malattia mentale: all’origine di quei disturbi vi è il conflitto tra l’Io e la sua parte oscura, la sua Ombra, quella battezzata in quegli anni con il nome di Inconscio.
Secondo gli approdi scientifici del dottor Jekyll, l’Io anziché reprimere questa parte, che se troppo compressa improvvisamente potrebbe emergere in tutta la sua violenza fino a sfociare talvolta nella follia, deve imparare a riconoscerla e a stabilire con essa un rapporto, un dialogo costruttivo. L’Ombra, infatti, non è costituita solo da istinti e desideri inconfessabili, ma è anche e soprattutto fonte di creatività e di piacere, oltre a rappresentarci per ciò che siamo veramente, nel profondo. Il dottor Jekyll decide così di sperimentare su sé stesso le sue teorie tirando fuori dalla caverna del conscio ciò che è a lui stesso nascosto, a cui dà il nome di Edward Hyde. Ciò che il dottore non mette in conto è che una volta liberato quel suo famigliare oscuro, questi, anziché soggiacere alle regole del dialogo impostate dalla sua parte razionale, inizia progressivamente a vivere di vita propria dando libero sfogo alle sue inclinazioni più malvagie e violente fino a prendere il sopravvento sull’intera vita dell’esimio scienziato.
A cadere vittima di Edward Hyde, oltre a tutte le figure chiave della vita del medico, ignare di chi si nasconda dietro quell’essere spregiudicato, sarà Jekyll stesso che, al culmine degli orrori collezionati dal suo doppio malvagio, sarà messo di fronte all’amara scelta se continuare a tenere in vita Edward Hyde o “disinnescarlo” anche a costo di ucciderlo.
Una produzione di Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini, Marche Teatro e Teatro Stabile di Bolzano in replica giovedì e venerdì alle 20:30, sabato alle 18 e domenica alle 16. Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile chiamare il numero verde 800013952 o visitare il sito www.centrosantachiara.it.

SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione calca i palchi trentini con il suo “Stai zitta” che riprende i testi del libro di Michela Murgia.
L’onere e l’onore di interpretarlo, dirette da Marta Dalla Via, va ad Antonella Questa, Valentina Melis e Lisa Galantini che, nella vita, hanno sempre avuto qualche difficoltà a stare zitte e lo dimostrano in questi anni i loro tanti spettacoli, video e libri, che affrontano, con ironia e intelligenza, tematiche sociali e anche femministe. Inevitabile quindi che si incontrassero un giorno per dare vita a uno spettacolo comico e dissacrante su quanto la discriminazione di genere passi spesso proprio dal linguaggio.
Le “frasi che non vogliamo più sentirci dire!” contenute nel libro, offrono così l’occasione di raccontare la società contemporanea attraverso una carrellata di personaggi e di situazioni surreali.
Dal mansplaining all’uso indiscriminato del nome proprio per le donne, passando per la celebrazione della figura “mamma e moglie di”, le artiste sanno coinvolge il pubblico nella lotta contro gli stereotipi di genere, annullando già di fatto, con questo spettacolo, quello secondo cui “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”.
Quattro gli appuntamenti in programma. Si parte venerdì, alle 20:45 dal Teatro Sociale Gustavo Modena di Mori per poi proseguire sabato, alle 21, all’Auditorium di Lavis, domenica alle 20:30 al Teatro del polo scolastico di Taio ed infine, lunedì alle 21 alla Sala Garda del Palazzo dei Congressi di Riva del Garda.

Ci spostiamo poi ad Ala dove il grande teatro torna a fare capolino grazie ad un’interprete di eccezione: Marina Massironi. Assieme a Gianfelice Imparato e Giovanni Franzoni, Massironi è la protagonista de “Il Malloppo”, black comedy inglese scritta da Joe Orton e messa in scena dalla Compagnia “La Pirandelliana”.
Scritto negli anni Sessanta, “Il Malloppo” fu un successo clamoroso e lanciò Joe Orton nel panorama teatrale inglese. La trama vede protagonisti due ladri inesperti, che decidono di svaligiare la banca accanto all’impresa di pompe funebri in cui lavorano, ma sono costretti a nascondere la refurtiva… nella bara della madre appena deceduta di uno di loro. Così tra furti, omicidi, intrighi amorosi e indagini, inizia una rocambolesca sequela di situazioni spassose e assurde tipiche dell’umorismo nero britannico. Ad Ala “Il Malloppo” arriva nell’allestimento della Compagnia “La Pirandelliana” e con un volto notissimo al grande pubblico, per le sue apparizioni televisive e al cinema: Marina Massironi.
L’appuntamento è venerdì al Teatro Sartori dalle 21.

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Sabato largo invece ad uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700. Lì infatti porta il pubblico “Arlecchino muto per spavento” in scena sabato, alle 20:30 al Teatro Zandonai di Rovereto. Nella Città della Quercia Stivalaccio Teatro omaggia la Commedia dell’Arte e l’abilità italiana del fare di necessità virtù.
Siamo dunque a Parigi, nel 1716, dove Luigi Riccoboni, in arte Lelio, si circonda dei migliori interpreti dello stivale tra cui, per la prima volta in Francia, l’Arlecchino vicentino Tommaso Visentini. Che non parla però la lingua francese, deficit imperdonabile per il pubblico della capitale. Ed è qui che emerge il genio di Riccoboni nell’inventare un canovaccio dove il servo diviene muto, per spavento!
Stivalaccio Teatro decide di portare in scena nove attori, poggiandosi sull’arte attorale. Non manca niente: recitazione, canto, danza, combattimento scenico, lazzi e improvvisazione. Uno spettacolo in cui gioco, invenzione, amore, paura e dramma si mescolano, celati dalle smorfie inamovibili delle maschere e dall’abilità degli interpreti.
Una trama in cui gli intrecci si ingarbugliano sugli equivoci, ma lentamente si dipanano.
Esili vicende, ambientate in un mondo surreale e fantastico, che riescono ancora a strappare un sorriso.

Largo anche alla musica, con due grandi appuntamenti in scena in Alto-Adige, già sold-out. Nella Kursaal di Merano venerdì si esibisce il Maestro Giovanni Allevi in “Piano Solo Tour 2025” mentre sabato al Teatro Cristallo di Bolzano è la volta di Break Free in “Long live the Queen – Il Grande Spettacolo Tributo ai Queen”.

Torniamo però in provincia per il concerto inserito nella 103esima stagione dei concerti della Filarmonica di Rovereto. Domenica, alle 17:30, la Sala Filarmonica propone “(Nemo) propheta in patria” di e con il pianista roveretano Daniele Lasta. Classe 1999 Lasta, già protagonista delle rassegne della Filarmonica, presenta un programma che racchiude musiche di Chopin, Mozart, Schumann e Rachmaninov.

Doppio appuntamento tra Rovereto e Bolzano anche con la programmazione di danza curata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, che giovedì 16 gennaio e sabato 18 gennaio, vede salire rispettivamente sul palco del Teatro Zandonai di Rovereto e su quello del Teatro comunale di Bolzano l’artista e coreografa Silvia Gribaudi.
L’artista presenta il suo progetto coreografico “Grand Jetè” realizzato con la MM Contemporary Dance Company, compagnia di danza diretta da Michele Merola. Uno spettacolo nato sull’idea del “grand jeté” ovvero la grande spaccata in aria che viene definita come uno dei passi più impressionanti e virtuosi dell’arte del balletto.
Esplorando il significato metaforico di questo passo virtuoso nella vita di tutti i giorni, “Grand Jeté” diventa un’occasione per ribellarsi e sfidare l’irreversibilità di qualsiasi tipo di finale. Ad accompagnare i 10 danzatori in scena ci sono le musiche originali firmate dal compositore trentino Matteo Franceschini.

Non mancano poi le proposte per i più piccoli e le famiglie

Sabato, alle 16:30, il sipario del Teatro San Marco di Trento si alza su “Pirati” della Compagnia ReBibo. In scena le avventure di Jack, un giovane apprendista pirata, che Capitan Puntino mira a rendere come il suo idolo, il pirata Toc.

Domenica a Rovereto è poi la volta di “Racconto alla rovescia”. Dalle 16:30 l’Auditorium Melotti ospita Claudio Milani con un percorso di ricerca sulla fiaba, con nuovi linguaggi narrativi e scenici adatti e necessari, per parole e contenuti, a un pubblico di piccoli spettatori.
Il conto alla rovescia è la fine di un’attesa. L’attesa è tutta la vita che c’è tra un conto alla rovescia e l’altro. Insomma, la vita può essere svelata come un succedersi di attese, ovvero di tanti conti alla rovescia. E per rappresentarla in scena si crea una storia che diventa un racconto alla rovescia.

Il Teatro di Meano, domenica alle 16, vede protagonisti Mario Aroldi e Mario Mascitelli in “Don & Sancio”. Donatello, per tutti Don, è un bizzarro signore che soffre di attacchi di amnesia che spesso gli fanno dimenticare non solo chi sia ma anche l’epoca e le persone con cui vive. A tutto questo si aggiunge un altro malessere che lo porta, alcune volte, ad addormentarsi improvvisamente. Questa malattia si chiama narcolessia e spegne l’ammalato come con un interruttore facendolo cadere in un sonno improvviso.
Per fortuna di Don, vicino a lui c’è sempre suo fratello Sandro, che lui chiamerà prima Armando (storpiando la traduzione spagnola di Hermano) e poi Sancio (senza H)… Panza perché adora mangiare. Sandro sta accompagnando suo fratello Donatello in una clinica (in Spagna) dove possano, se non guarirlo, almeno curarlo per farlo stare meglio. La scena si svolge in una camera di un agriturismo (l’unica libera vicino all’aeroporto) arredata in maniera spartana e con un solo letto. Durante le ore che li separano dal volo, Donatello si risveglia più volte pensando di essere un cavaliere errante in missione col suo fido scudiero e affronta battaglie e missioni per onorare l’amore che porta per la sua adorata Delizia…

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