Educazione affettiva nelle scuole, bando da 420mila euro dal Comune di Roma

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Il Comune di Roma presenta un bando da 420mila euro per sostenere progetti di educazione affettiva nelle scuole

Un intervento formativo sperimentale sull’educazione affettiva e alle relazioni nelle scuole secondarie di primo grado della città. Un progetto per cui Roma Capitale ha investito 420mila euro e che ha lo scopo di sostenere iniziative delle scuole per favorire l’educazione emotiva, la cultura delle pari opportunità e il rifiuto della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione comprese quelle ormai tanto diffuse nel mondo digitale. Il progetto è stato presentato dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e dall’assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli.

Enti del Terzo Settore

Il progetto sull’educazione affettiva è rivolto agli Enti del Terzo Settore (ETS) che sono chiamati a presentare idee progettuali elaborate insieme alle scuole e agli insegnanti. Le proposte saranno poi soggette a valutazione e infine selezionate per partecipare al tavolo di co-progettazione guidato dall’Amministrazione, con il coinvolgimento delle scuole interessate. Le attività dovranno prendere avvio ed essere attuate durante gli anni scolastici 2024/2025 e 2025/2026. AL lavoro del bando hanno partecipato anche l’assessora alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli, la presidente della Commissione Scuola, Carla Fermariello e della commissione Pari Opportunità Michela Cicculli e Marilena Grassadonia a capo dell’ufficio per i diritti Lgbtqi+.

Richiesta che viene dalla società

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha sottolineato l’importanza di questo progetto sull’educazione affettiva, in quanto “diamo una risposta alla domanda che ci arriva dalla società in cui viviamo e che risente pesantemente di fenomeni di violenza e discriminazione di genere. Come ci ricordano infatti le cronache, oggi più che mai, c’è un enorme bisogno di educazione socioaffettiva: fondamentale per aiutare i ragazzi a crescere meglio, evitando le derive che portano a violenze di genere e discriminazione“.

Dare una risposta ai femminicidi

A fare da eco alle parole del sindaco è stata l’assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro, Claudia Pratelli, che ha detto: “Abbiamo sentito fortissima la responsabilità come istituzione di dare una risposta concreta alla conta drammatica e quotidiana dei femminicidi e degli episodi di violenza e discriminazione. Questioni strutturali che vanno affrontate agendo le leve dell’educazione. La cultura del possesso e della violenza, colpisce le ragazze, ma soprattutto i ragazzi

La scelta di partire dalle scuole medie

La necessità di portare il progetto sull’educazione affettiva nelle scuole medie non è casuale, come ha spiegato l’assessora Pratelli: “Partiamo dalle scuole e da un’età cruciale come quella che va dagli 11 ai 14 anni, affinché studenti e studentesse abbiano gli strumenti per costruire relazioni sane, paritarie e basate sul consenso e disinnescare stereotipi e discriminazioni. Solo così si prevengono gli episodi di violenza di cui sentiamo parlare troppo spesso”.

Le opposizioni attaccano

Le opposizioni hanno accolto in modo freddo questo progetto presentato dal Campidoglio: “Sì all’educazione affettiva, no all’ideologia gender” è il commento del consigliere comunale capitolino Marco di Stefano, capogruppo di Noi Moderati. “Gualtieri continua a promuovere corsi sulla sessualità che sfociano nell’indottrinamento gender” dichiara in una nota la consigliera di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio, Chiara Iannarelli. “Apprendiamo dei 420mila euro da parte del Comune di Roma per l’educazione affettiva nelle scuole della Capitale. Speriamo che “educazione affettiva” non sia il solito sinonimo della neolingua orwelliana della sinistra per promuovere le teorie gender” conclude Simona Baldassarre, reposnabile del Dipartimento Famiglia della Lega.

L’affondo dei Pro Vita

Anche i Pro Vita non ci stanno e attaccano: “Inaccettabile da parte del sindaco Gualtieri la decisione di finanziare con quasi mezzo milione di euro l’educazione sessuo-affettiva intrisa di ideologia gender nelle scuole medie, che non ha caso ha tra i suoi protagonisti anche Marilena Grassadonia, coordinatrice dell’ufficio diritti Lgbt+ e già presidente di Famiglie Arcobaleno. Stavolta senza neanche nascondersi più di tanto, si parla espressamente di identità di genere, orientamento sessuale e di ‘enti del Terzo settore con esperienza specifica”.

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