Nuove Indicazioni Nazionali di Valditara, le reazioni: c’è chi lo loda per il coraggio, per altri riporta la scuola agli anni Cinquanta

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Come abbiamo scritto, è al via una vera e propria rivoluzione della scuola. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha presentato ieri, in Consiglio dei Ministri, sotto forma di decreto, le Nuove Indicazioni Nazionali (i nuovi programmi), per il primo ciclo.

In sintesi, le novità che Valditara intende portare avanti sono:

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  • Possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media;
  • Abolita la geostoria nelle superiori;
  • Centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi;
  • Più musica, letteratura, epica, Bibbia, filastrocche e grammatica alla primaria.

Le reazioni

Inutile dire che tutti questi elementi hanno scatenato moltissime reazioni, tra chi loda Valditara per il coraggio di fare una riforma tanto attesa dei contenuti insegnati a scuola e, soprattutto, per l’attenzione allo studio del latino, tutt’altro che lingua morta. C’è anche chi, invece, lo sta criticando aspramente per “riportare indietro” la scuola italiana.

Il noto classicista Luciano Canfora, a La Stampa, ha spiegato di essere d’accordo solo in parte con il ministro. “Il latino serve, come scriveva Antonio Gramsci nei Quaderni del carcere, per imparare a studiare. Una stupidaggine considerarlo ‘di destra’”.

Il classicista rimane favorevole alla rimozione della geostoria dalle scuole superiori, definendola un mostro creato dalla ministra Gelmini: geografia è sacra ma deve essere una materia distinta e altrettanto lo deve essere la storia”.

“Questa riforma taglia spazio allo studio della geostoria per aumentare quello destinato allo studio della storia dell’Italia, dall’antica Roma al Risorgimento, passando dal cristianesimo e quindi dalla Bibbia. Ma questa riforma lascia molto spazio alle critiche”, scrive in una nota l’Unione degli Studenti, come scrive La Stampa.

“L’introduzione dello studio della Bibbia nel programma è una chiara scelta politica in linea con le idee reazionarie e conservatrici del governo, che si prova a nascondere con la scusa dello studio delle “radici della cultura italiana” che sappiamo invece essere molto più ampia” commenta Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’UdS.

L’organizzazione studentesca poi critica la svolta nazionalistica della riforma. “Ridurre lo studio della geostoria, materia che permette di analizzare gli eventi storici legandoli al luogo dove essi si sono svolti, aprendo le menti degli studenti a una serie di ragionamenti più ampi, per sostituirla con lo studio della sola storia Italiana o occidentale in senso stretto, non è solo un tornare indietro negli anni nella creazione del programma, ma è anche una scelta che prende la direzione di una scuola estremamente nazionalistica e contraria a un’apertura che soprattutto in questa fase storica sarebbe necessaria”, continua Martelli.

“Latino fin dalle medie, e poi la storia tutta, in maniera approfondita, e ancora la musica, la letteratura, la lettura e la scrittura. Per una nuova generazione più consapevole e capace. Una generazione che sappia riscoprire il gusto di un buon libro e esprimere correttamente il proprio pensiero in un elaborato scritto. La riforma della scuola pensata dal Ministro Valditara e accolta con favore dal Consiglio dei Ministri rappresenta un punto di svolta tanto atteso. Finalmente la scuola italiana torna al suo ruolo primario di magistero culturale e sociale”, lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo, membro della commissione cultura e istruzione del Senato e vice responsabile del dipartimento istruzione del partito.

“Mentre la scuola pubblica soffre i tagli agli organici previsti dalla manovra, le discriminazioni tra regioni dovute al dimensionamento e mentre il paese va verso lo spaccamento del sistema scolastico nazionale con le autonomie leghiste, Giuseppe Valditara non trova di meglio che proporre l’abolizione della geostoria e lo studio della Bibbia. Questo ministro continua a perpetrare una visione retrograda dell’istituzione scolastica, che anziché accompagnare gli studenti nel nuovo millennio sembra proiettarli direttamente agli anni ’50. Quale sarà la prossima mossa? Rimettere le tv in bianco e nero negli istituti? Dividere le classi in sezioni maschili e femminili? Con Valditara la scuola pubblica sembra condannata ad una edizione de ‘Il Collegio’, in cui gli studenti devono vivere come facevano i loro genitori o i loro nonni. E se si azzardano a dire qualcosa le scuole potranno segnalare i loro nomi. Respingiamo questo disegno repressivo e privo di visione. Se alcune misure possono essere condivise, altre sono da rispedire al mittente. Attendiamo di leggere nel dettaglio le misure ma dalle dichiarazioni ci sembra chiaro il suo disegno reazionario, propagandistico e nostalgico. Saremo al fianco degli studenti e dell’intera comunità scolastica contro il progetto di riportare la scuola indietro di ottant’anni”, così gli esponenti M5S in commissione cultura alla Camera e al Senato.

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“Riteniamo positiva la scelta di dare maggiore spazio alla letteratura, anche quella per l’infanzia; e di potenziare l’insegnamento della grammatica. L’idea di introdurre sin dalla prima elementare letture e attività che stimolino il piacere della lettura e il gusto per la scrittura è un passo importante per coltivare il pensiero critico e la creatività negli studenti”. Lo afferma all’Adnkronos Antonio Affinita, direttore generale Moige, Movimento italiano genitori. “E’ essenziale che i ragazzi comprendano fin da subito l’importanza della correttezza linguistica, della chiarezza e dell’ordine nella comunicazione. Inoltre, l’intenzione di riprendere quella ‘grande scuola della memoria’, che da sempre ha caratterizzato la tradizione educativa italiana. La memoria, infatti, non è solo un esercizio mnemonico, ma un veicolo di valori e di identità culturale”.

Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio, ha detto, come riporta Il Secolo d’Italia: “Il latino richiede come requisito una conoscenza approfondita dell’italiano. Soprattutto a livello di costruzione logica della frase, di funzioni logiche, quindi studiare il latino la strada per consolidare la conoscenza dell’italiano che è una delle 8 competenze chiave europee”.

“La scuola bisogna toccarla. Valditara ha coinvolto gli esperti e le associazioni delle parti sociali. Fioccheranno manifestazioni, occupazioni, insulti. Polemiche politiche. Ma la scuola bisogna toccarla, perché la scuola siamo noi. E la scuola soffre, e non poco.

Certo, il mio ideale sarebbe una scuola ad personam, costruita per trovare e valorizzare i talenti di ciascuno studente. Un po’ come la medicina ad personam, che cura il malato e non solo la malattia. Una scuola che trova il tuo talento e lo fa fiorire. Ma intanto”, queste le parole della scrittrice Antonella Boralevi su Huffington Post.

Social scatenati

Sui social ci sono commenti ironici e sarcastici. Eccone alcuni:

“Nella scuola pubblica torna il latino alle medie e lettura della Bibbia, poi una specializzazione a scelta tra assalto alla diligenza, rabdomanzia e caccia alle streghe”.

“Cominciate ad insegnare ai ragazzi come si fa una dichiarazione dei redditi e come leggere la propria busta paga in futuro, altro che poesie a macchinetta o il latino Cristo. La scuola dovrebbe oltre alla cultura , preparati anche a vivere una vita consapevole da cittadino”.

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“La scuola è un luogo dove si va per apprendere la cultura, le materie scientifiche, educazione fisica etc., non è un luogo di culto”.

“Invece di potenziare le materie scientifiche, concentrarsi sull’educazione digitale, lavorare per ridurre le ripetizioni che portano a rifare gli stessi argomenti a ogni ciclo scolastico, Valditara pensa di reintrodurre il latino e le poesie a memoria. Salvate la scuola!”.

“Mettete più materie che possono ritornare utili un domani ai ragazzi per non rimanere indietro con il resto del mondo”.





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