Il debito pubblico italiano sfonda quota 3.000 miliardi di euro

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  • Bankitalia ha recentemente confermato che il debito pubblico italiano è arrivato a 3.000 miliardi di euro, un record senza precedenti.
  • Il nostro è uno dei paesi con debito pubblico più elevato, nonostante diverse misure introdotte per la sua riduzione.
  • Pur trattandosi di numeri elevati, l’impatto economico è da contestualizzare: si può rientrare del debito tramite la crescita del paese e strategie mirate.

La questione del debito pubblico italiano è da tempo al centro dell’attenzione e continua ad aggiornare sempre nuovi record. Bankitalia ha diffuso i dati relativi a novembre 20241 annunciando che il debito ha raggiunto la cifra di 3.000 miliardi di euro. Una somma difficile da immaginare, specie se messa per in cifre per esteso: 3.000.000.000.000 €.

Al centro dell’attenzione c’è soprattutto la spesa per l’amministrazione pubblica, oltre alla disponibilità liquida del Tesoro.

Alla luce dell’andamento economico attuale, va ribadito che il debito si può recuperare con politiche mirate oppure adottando strategie volte alla crescita complessiva del paese. Ma vediamo nel dettaglio tutti i dati.

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Debito pubblico in Italia nel 2025

Prima di tutto vediamo una rapida definizione di debito pubblico: si tratta di quel debito che lo Stato italiano ha verso altri soggetti, che possono essere sia nazionali che esteri, come banche, imprese, stati e così via. Questo viene cumulato in diversi modi, ad esempio tramite strumenti finanziari come i titoli di Stato.

Il debito pubblico da tempo è un tasto dolente dell’economia italiana, tant’è che l’Italia si trova quasi ogni anno sul podio per l’entità della somma. Parlando in termini economici, un debito pubblico alto può mandare uno stato in deficit, ovvero si troverebbe in debito con un ampio numero di soggetti.

Secondo Bankitalia a novembre 2024 è arrivato a 3.000 miliardi di euro, record senza precedenti. Va analizzato però il contesto in cui ci si muove quando si parla di questi dati, tenendo conto anche dell’andamento che l’economia ha avuto negli ultimi anni.

In caso di debito alto, ogni stato europeo deve mettere in campo delle misure per il riassorbimento, tuttavia per l’Italia è ancora lontano il momento in cui si registrerà una discesa consistente. Nonostante questo, come ha dichiarato Giancarlo Giorgetti all’Ansa, il nostro paese ha un piano strutturale per il rientro di questo debito, che è stato approvato a livello europeo.

Debito pubblico 2025: le spese del paese

Bankitalia ha raffigurato uno spaccato delle componenti principali del debito pubblico italiano, individuando principalmente da un lato la liquidità elevata al Tesoro, dall’altro lato le spese delle amministrazioni pubbliche. I detentori del debito collegato alle PA sono diversi soggetti, tra cui la stessa Banca d’Italia.

Questi dati però vanno contestualizzati: il debito è aumentato anche per effetto diretto della decisione di spostare denaro al Tesoro, quindi cumulando risorse. La presenza di disponibilità di denaro liquido quindi è un fattore centrale per la lettura di questi dati, per cui nonostante un debito così elevato, questo non va ad intaccare l’attuale andamento economico generale, che ricordiamo essere migliore rispetto agli ultimi anni.

Secondo il governo attuale quindi ci sarebbero ampie possibilità di far fronte a questi numeri rientrando delle spese e con la prospettiva di una discesa nei prossimi anni, trainata soprattutto dalla ripresa economica.

Debito pubblico alto in Italia: alcuni fattori

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Tenendo presente il difficile andamento economico degli ultimi anni, caratterizzato da un’inflazione elevata diffusa più o meno in tutta Europa, ma anche dalla mancanza di materie prime per le imprese e un innalzamento dei costi per energia e gas, alcuni fattori più di altri possono influire sul debito pubblico.

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In particolare per rientrare di queste somme sarebbe necessario un aumento del PIL, con conseguente crescita economica del paese. La soluzione delle privatizzazioni e dell’aumento dei tassi di interesse sono solo alcune delle possibili strategie per il rientro. A pesare sul debito pubblico italiano, secondo il governo attuale, sono state anche le ingenti spese per i bonus edilizi, in particolare per il superbonus 110%.

1. La soluzione delle privatizzazioni

Una delle soluzioni annunciate dal governo gli scorsi anni di fronte ad un debito pubblico elevato è quella delle privatizzazioni. Cosa significa, in parole semplici? Per compensare il debito, lo stato mette in atto azioni di aumento progressivo del PIL, ovvero del Prodotto Interno Lordo, tramite privatizzazioni.

Oltre a strategie e incentivi di natura economica, il governo ha più volte confermato la volontà di mettere in campo questo tipo di soluzione, in modo progressivo.

La privatizzazione consiste nella vendita di aziende pubbliche o partecipazioni ad aziende private. Si è deciso quindi che alcune società di controllo dello stato (parliamo ad esempio di Eni, Mps, Poste Italiane) vengano progressivamente spostate al settore privato. In questo modo si consoliderebbe l’obiettivo di aumentare il PIL di un punto percentuale, secondo l’attuale governo, entro il 2026.

2. L’aumento dei tassi di interesse

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Uno dei problemi collegati al debito pubblico è stato anche quello dei tassi di interesse aumentati, che hanno portato a non poche criticità ai cittadini negli ultimi anni. A seguito delle decisioni dalla BCE sui tassi di interesse, molti cittadini con un mutuo aperto a tasso variabile hanno dovuto fare i conti nel 2023 e nel 2024 con un aumento della rata mensile da pagare alla banca non indifferente.

Questa situazione ha disincentivato l’acquisto di nuovi immobili, per cui i cittadini si sono trovati nella condizione di optare per altre soluzioni. Il mercato immobiliare di conseguenza ha risentito di questa dinamica, per cui le compravendite sono crollate in tutta Italia.

Ma l’aumento dei tassi di interesse non ha messo solamente in ginocchio il mercato immobiliare, perché questi tassi influiscono anche sulle somme che lo stato deve pagare per prestiti di varia natura a diversi soggetti, come le banche.

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Questo significa che anche lo stato si è trovato di fronte a somme più elevate da restituire ai soggetti con cui si trova a debito, e questo peserebbe, per una certa parte, sul debito pubblico. Nella pratica, l’aumento dei tassi di interesse porta lo stato ad una maggiore difficoltà nel restituire le somme acquisite.

3. Le risorse per il superbonus 110%

Uno degli scogli individuati dal governo attuale per il reperimento di risorse è quello del superbonus 110%, che è costato allo stato molti più fondi di quanto previsto inizialmente. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti individuato tutte le criticità di questo sostegno.

Se da un lato ha incentivato il lavoro e le imprese nel settore edile, dall’altro lato ha comportato una ingente spesa pubblica, per cui rispetto al governo precedente, l’intenzione chiara di questo esecutivo è quella di limitare i bonus per l’edilizia, e diminuire progressivamente i vantaggi del superbonus, oltre che la platea di possibili beneficiari.

La Fondazione Nazionale dei Commercialisti aveva individuato gli effetti macroeconomici e di finanza pubblica del superbonus 110%, rivelando un impatto positivo sull’economia del paese, ma con una spesa pubblica non indifferente2:

“Così come, in base a quanto già anticipato, è noto che nei tendenziali della Nadef 2022 la stima
inizialmente contenuta nelle singole Relazioni Tecniche che accompagnavano i vari provvedimenti
relativi al Superbonus 110%, pari a 36,55 miliardi di euro, è stata aggiornata a 61,2 miliardi di euro.”

Debito pubblico Nadef – Domande frequenti

Cos’è il debito pubblico?

Il debito pubblico rappresenta le somme che lo stato deve a diversi soggetti, come imprese, banche o soggetti esteri. Il debito italiano è di 3.000 miliardi di euro attualmente.

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Debito pubblico: quali sono le stime per i prossimi anni?

Si stima che il debito pubblico scenderà leggermente nei prossimi anni, per cui il governo ha messo in campo diverse strategie specifiche per il rientro.



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