FOGGIA – Alleanze, omicidi e traffico di droga. È un mosaico complesso quello ricostruito dall’inchiesta “Game over”, che ha portato alla luce i rapporti tra la mafia garganica e la “Società foggiana”, in particolare tra il clan Moretti e i gruppi criminali attivi a Vieste e sul Promontorio del Gargano. Al centro della vicenda c’è Danilo Pietro Della Malva, detto “il meticcio”, ex affiliato del clan Raduano, pentito dal maggio 2021, che nel corso del processo in corso al Tribunale di Foggia ha confermato quanto già dichiarato durante le indagini preliminari.
Lo scambio di killer tra Foggia e Vieste
La collaborazione tra i clan emerge con evidenza dalla testimonianza di Della Malva. Secondo il pentito, i killer del Promontorio erano inviati a Foggia per eseguire omicidi, mentre i sicari foggiani salivano sul Gargano per eliminare i nemici degli alleati. “Io principalmente conosco soggetti del clan Moretti—ha spiegato Della Malva—perché tra il nostro gruppo di Vieste e il loro c’era una sorta di affiliazione. Non avevamo patti di sangue, ma ci scambiavamo favori”. Una collaborazione che ha rafforzato i legami tra le due organizzazioni, rendendole più efficienti nella gestione del potere criminale.
Il monopolio del traffico di droga
L’inchiesta “Game over” fotografa il monopolio imposto dalla “Società foggiana” sullo smercio di cocaina a Foggia. Grazie a un accordo siglato tra Rocco Moretti, storico boss del gruppo Moretti/Pellegrino/Lanza, e Alessandro Aprile, esponente dei rivali Sinesi/Francavilla, è stato possibile mettere fine a conflitti e guerre di mala per concentrare le risorse sul traffico di stupefacenti.
Secondo gli investigatori, la mafia foggiana inondava il mercato con 10 chili di cocaina al mese—50mila dosi—acquistata a Cerignola a meno di 40 euro al grammo e rivenduta a grossisti e pusher a un prezzo tra i 55 e i 60 euro. Gli incassi, oltre 200mila euro al mese, alimentavano una cassa comune per pagare gli affiliati, sostenere le famiglie dei detenuti e finanziare nuove forniture di droga. Il blitz del 23 luglio 2023 ha portato all’arresto di 82 persone, dividendo il procedimento giudiziario in quattro tronconi: un patteggiamento, un giudizio abbreviato per 63 imputati con 58 condanne a 560 anni di carcere complessivi e un processo ordinario per altri 21 imputati.
Il summit tra i clan
Della Malva ha raccontato anche di un incontro avvenuto nelle campagne tra Manfredonia e Mattinata nel maggio 2017, al quale parteciparono i vertici del clan Moretti e del gruppo Lombardi/Ricucci/La Torre. Secondo quanto riferito, la riunione serviva per discutere strategie comuni e pianificare omicidi. “Marco Raduano—ha detto Della Malva—mi disse che c’erano tutti i ‘capezzoni’; si incontrarono per parlare di strategie e di omicidi, ma poi intervenne una pattuglia e dovettero scappare”.
Le rivelazioni sul clan Sinesi/Francavilla
Nel corso dell’interrogatorio, Della Malva ha parlato anche di Antonio Salvatore, alias “Lascia Lascia”, indicato come esponente di rilievo del clan Sinesi/Francavilla e imputato nel processo “Game over” per traffico, spaccio ed estorsione. “Lascia Lascia è uno che sparava e faceva di tutto, dalla droga alle estorsioni”, ha dichiarato il pentito, aggiungendo che il gruppo di Vieste aveva le sue foto per monitorarlo e difendersi da eventuali missioni di morte ordinate sul Gargano.
Le accuse della difesa
Per la difesa degli imputati, le dichiarazioni di Della Malva sono spesso basate su racconti indiretti. Inoltre, il pentito è stato detenuto o in Spagna per buona parte del periodo compreso tra il 2016 e il 2020, mentre i fatti contestati nell’inchiesta risalgono al 2017-2019. Il controinterrogatorio della difesa è previsto per il 25 febbraio.
Un sistema radicato e violento
L’inchiesta “Game over”, basata su intercettazioni, dichiarazioni di pentiti e riscontri investigativi, offre uno spaccato del potere criminale radicato tra Foggia e il Gargano. La mafia locale si dimostra capace di mettere da parte le rivalità per costruire alleanze strategiche, massimizzando i profitti illeciti e consolidando il controllo sul territorio.
Fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it
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