Un’esperienza sul campo per approfondire la conoscenza del patrimonio archeologico della Sardegna
Visita alla grotta di Acquacadda: un’occasione formativa per gli studenti
Ieri, gli studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università degli Studi di Sassari, accompagnati dalla professoressa Anna Depalmas e dal professor Marco Zedda, hanno partecipato a una visita guidata presso la grotta di Acquacadda, situata nel comune di Nuxis, nel sud della Sardegna.
Questa iniziativa si inserisce all’interno delle attività didattiche del corso, volte a coniugare l’approfondimento teorico con l’osservazione pratica del territorio.
L’esperienza si è rivelata un’occasione significativa per entrare in contatto diretto con uno dei contesti più rilevanti del patrimonio archeologico sotterraneo dell’isola.
La grotta di Acquacadda, nota per le sue peculiarità geologiche e storiche, rappresenta un punto di riferimento per gli studiosi del settore, grazie alla sua importanza scientifica e culturale.
L’importanza della formazione sul campo
L’obiettivo principale della visita è stato quello di consentire agli studenti di mettere in pratica le conoscenze acquisite durante le lezioni, confrontandosi con le complessità della conservazione e della valorizzazione dei siti archeologici sotterranei.
La professoressa Anna Depalmas ha sottolineato come queste esperienze sul campo siano fondamentali per comprendere le sfide legate alla gestione di un patrimonio così fragile e delicato.
In particolare, durante la giornata, sono stati analizzati aspetti legati alla stratigrafia archeologica, alle tecniche di documentazione e alle strategie di tutela.
Il professor Marco Zedda ha evidenziato come il contesto sotterraneo della grotta offra spunti di studio unici per approfondire la relazione tra uomo e ambiente, dalla preistoria fino all’età moderna.
La grotta di Acquacadda: un sito di interesse scientifico
La grotta di Acquacadda è conosciuta per le sue caratteristiche geologiche, che la rendono un ambiente naturale di grande fascino, oltre che un sito di interesse archeologico.
Negli anni, sono stati effettuati diversi studi sulla grotta, portando alla luce tracce di frequentazione umana che ne testimoniano l’utilizzo in epoche passate.
Durante la visita, gli studenti hanno avuto l’opportunità di osservare da vicino alcune formazioni carsiche tipiche della grotta e di approfondire i metodi di analisi del contesto archeologico.
La guida locale ha fornito una panoramica dettagliata sulla storia del sito e sul suo ruolo nel panorama culturale della Sardegna.
La valorizzazione del patrimonio locale
Un altro tema centrale affrontato durante l’escursione è stato quello della valorizzazione del patrimonio culturale locale.
La Sardegna, con il suo ricco patrimonio archeologico e naturale, offre numerosi esempi di siti di grande rilevanza, ma la loro gestione richiede un equilibrio tra tutela e fruizione.
Gli studenti hanno potuto discutere delle potenzialità e delle criticità legate alla promozione del patrimonio sotterraneo, con particolare attenzione all’importanza di sensibilizzare le comunità locali e i visitatori sul valore storico e scientifico di luoghi come la grotta di Acquacadda.
Conclusioni e prospettive future
La giornata si è conclusa con un momento di riflessione collettiva, in cui gli studenti e i docenti hanno condiviso impressioni e considerazioni sull’esperienza vissuta.
È emersa la consapevolezza dell’importanza di continuare a investire nella formazione sul campo, per preparare le nuove generazioni di archeologi a lavorare con competenza e responsabilità.
Iniziative come questa rappresentano un passo importante verso una maggiore conoscenza e valorizzazione del patrimonio archeologico della Sardegna.
La grotta di Acquacadda, con il suo fascino discreto e la sua rilevanza scientifica, si conferma un luogo di grande interesse, capace di offrire spunti di studio e approfondimento per studenti, ricercatori e appassionati.
Approfondimenti sulla Grotta di Acquacadda
La grotta di Acquacadda, situata nel territorio di Nuxis, è un sito archeologico di notevole interesse, utilizzato a scopo cultuale e funerario a partire dall’età del Rame (III millennio a.C.) .
Scoperte Archeologiche
• Necropoli dell’Età del Rame: Gli scavi hanno portato alla luce una necropoli risalente all’età del Rame, con sepolture collettive e resti umani non in connessione anatomica, indicando pratiche rituali complesse .
• Ceramiche della Cultura di Monte Claro: È stata rinvenuta una vasta dispersione di frammenti ceramici, tra cui vasi e situle, attribuibili alla Cultura di Monte Claro, evidenziando l’importanza della grotta nelle attività rituali dell’epoca .
• Strumenti in Rame: Tra i reperti metallici spiccano pugnali e lesine in rame, testimoniando l’abilità metallurgica delle popolazioni preistoriche locali .
• Focolari e Resti Alimentari: Sono stati identificati focolari associati a resti di pasto, fornendo informazioni sulle abitudini alimentari e sulle pratiche quotidiane delle comunità che frequentavano la grotta .
Campagne di Scavo
Le indagini archeologiche, dirette dal Prof. Riccardo Cicilloni dell’Università degli Studi di Cagliari, sono iniziate nel 2019 e proseguono con l’obiettivo di ricostruire le fasi cronologiche e culturali dell’utilizzo della grotta.
Le campagne di scavo coinvolgono studenti e ricercatori da diverse università, promuovendo anche iniziative di inclusione sociale .
Queste scoperte contribuiscono significativamente alla comprensione delle pratiche funerarie e rituali delle popolazioni sulcitane tra il III e il II millennio a.C., offrendo uno sguardo approfondito sulla transizione dall’Eneolitico all’Età del Bronzo.
Post Views: 53
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link