Il Secolo XIX, a firma di Ferruccio Sansa, pubblicava il 4 luglio 2008: ‘Secondo l’Istat, la Liguria è la regione d’Italia che si è mangiata la maggior superficie libera dal cemento’
E ancora: “In quindici anni, dal 1990 al 2005, il territorio libero dalle costruzioni è passato da 249.000 ettari a 135.570 con una riduzione del 45,55 per cento. In pratica quasi la metà delle zone libere sono state cementificate. Un record negativo. E la Liguria distanza le altre regioni di molte lunghezze: al secondo posto di questa malinconica classifica si piazza la Calabria che ha regalato al cemento il 26 per cento delle sue coste libere. In Italia, mediamente, dal 1990 al 2005 le regioni hanno perso il 17,06 di spazi incontaminati. La Liguria supera del 300 per cento questa”.
Nei giorni scorsi su alcuni media si leggeva: ‘La Liguria è nei primi cinque posti delle province con la percentuale più alta di case disabitate con Imperia e Savona che superano entrambe la soglia del 50% (Imperia sfiora il 52%)’..
Non è un caso, quindi, che l’ex ministro Orlando (PD) abbia scelto di presentare, come prima proposta di legge in consiglio regionale, quella sul contrasto al consumo di suolo elaborata da Gianni Pastorino, unico consigliere della lista “Orlando presidente”, che già ne aveva presentato una analoga nella scorsa legislatura, mai arrivata all’esame dell’aula. La legge era stata presentata nel 2022 ed elaborata dal Gruppo Ambiente composto da Giulia Allegrotti , Alberto Girani e Nadia Repetto .
Bloccare il consumo di suolo “vergine” in Liguria, introdurre l’obbligo di interventi di rigenerazione urbana che mantengano o incrementino la permeabilità del suolo, creare un Osservatorio regionale sul consumo del suolo e mappare le aree compromesse per pianificare interventi di recupero. Sono alcuni dei punti chiave della Proposta di legge presentata alla stampa. Insomma meglio prevenire che finire allagati e disastrati, rifondere e spendere milioni per i danni e la messa in sicurezza pur sempre prioritaria.
«Le proposte non si fanno per una trattativa con la maggioranza ma per dare risposte ai cittadini, il confronto si farà nelle sedi opportune che in democrazia sono le commissioni e il consiglio regionale» risponde Orlando al presidente Bucci che aveva criticato la scelta di presentare la proposta in una conferenza stampa senza discuterne preventivamente con la maggioranza. E forse non ha torto.
«Bisogna pensare ad azioni di recupero e di difesa anche tramite la rigenerazione urbana». «La Regione deve tornare al suo compito di programmazione» aggiunge Pastorino, « partendo da una valutazione della situazione di utilizzo del suolo d’Italia, ma anche morfologico di tutta la regione Liguria».
«Da ministro dell’ambiente fui il primo a proporre una legge contro il consumo di suolo», ricorda Orlando, «sbandierare statistiche recenti ad uso propagandistico non cancella il fatto che in Liguria si sia costruito troppo e male negli anni. Dobbiamo pensare a recuperare aree degradate e restituire valore ai territori. Non stiamo proponendo di bloccare tutto ma di recuperare un patrimonio edilizio che spesso non viene sfruttato e che è stato pensato in un’epoca diversa. Prima si agisce e meglio è, anche coinvolgendo i privati».
L’articolo 6 della Legge Regionale 3 novembre 2009, n° 49 e ss.mm.ii., recita “….al fine di conseguire effetti di riqualificazione urbanistica, paesistica e/o ambientale, si prevede che i Comuni, possano approvare interventi di demolizione e ricostruzione con incremento fino al 35 per cento della volumetria esistente aventi ad oggetto singoli edifici prevalentemente residenziali, o a essi assimilabili quali residenze collettive, esistenti alla data del 30 giugno 2009 e di consistenza non eccedente 2.500 metri cubi anche mediante realizzazione di più edifici di volumetria complessiva pari a quella derivante dall’ampliamento del volume esistente dell’edificio da demolire”
Sono 265.880 le abitazioni censite nella provincia di Savona di queste, quelle occupate e abitate stabilmente, sono 133.545 (pari al 51,2%); mentre quelle non occupate sono 132.335 per il 49,8% del totale. Sono dati record: in pratica una abitazione su 2 del territorio provinciale savonese non è occupata.
A fotografare la situazione immobiliare del territorio sono l’Istituto nazionale di statistica, Istat, e la fondazione indipendente Openpolis con dati rielaborati da Francesco Gastaldi, docente di urbanistica all’Università Iuav di Venezia. I dati più emblematici per percentuale di case non utilizzate come residenza principale sono relativi ai maggiori comuni turistici per effetto delle seconde case, in gran parte figlie del boom edilizio degli anni 60-70-80 (Laigueglia, Borghetto Santo Spirito con il 79.6% di non occupato). Si aggiunga la trasformazione in alloggi – che continua- della gran parte del tessuto alberghiero-ricettivo.
Alla vigilia e in campagna elettorale Trucioli.it ha scritto che il candidato presidente e chi si candidava a consigliere non sarebbero stati eletti se ‘avessero reclamato l’urgenza di approvare Puc nei comuni ritardari, alcunu da vent’anni. O peggio ancora si fosse invocato il consumo zero di suolo. La dimostrazione è che negli ultimi 50 anni, a memoria del vecchio cronista, in provincia di Savona, solo i sindaci di Spotorno (Bruno Marengo), Noli (Carlo Gambetta), Borgio Verezzi (Enrico Rembado) e Borghetto. S. Spirito (Riccardo Badino per un breve periodo, dimessosi per ripetute intimidazioni) si schierarono contro (già allora)la potente macchina della cementificazione-rapallizazzione, seconde case soprattutto, dalla costa all’immediato retroterra (vedi Tovo San Giacomo). Storia clamorosa e recente, da ultimo, a Laigueglia dove un candidato, l’ing. Giancarlo Garassino, veterano della pubblica amministrazione e della politica, dopo il mandato da vice sindaco, si dichiarava orgoglioso di adottare un Puc a zero consumo suolo, da buon esempio per la Liguria. Ebbene non è stato rieletto neppure nello scranno della minoranza consiliare. E non è un talebano ambientalista. (L.Cor.)
ARTICOLO DEL SECOLO XIX A FIRMA DI Emanuele Rossi
Una volta era tutta campagna. Elettorale. Ora la questione del consumo di suolo in Liguria , regione fragile e altamente cementificata nella fascia costiera, diventa terreno di confronto per la politica: il centrodestra rivendica i dati dell’Ispra (l’istituto nazionale per la protezione ambientale) che certificano come nel biennio 2022-23 la Liguria sia la regione, insieme alla Val d’Aosta, dove si è costruito o impermeabilizzato di meno sui terreni liberi, ma senza per questo bloccare l’attività edilizia, che ha visto, dal 2020 al 2024 (complice anche l’epopea del Superbonus) una crescita di imprese del 3%.
Dati snocciolati dal neo assessore all’urbanistica Marco Scajola, con il presidente Marco Bucci che spiega come intenda andare avanti così: sì alle nuove costruzioni, in particolare alle infrastrutture, ma accompagnate da interventi di “compensazione” ambientale . Ma anche da una logica di «maggiore fruibilità del verde», con un esempio, i sentieri asfaltati nei parchi naturali Usa, che farà inorridire parecchi ambientalisti. Il governatore si dice anche «aperto ai contributi seri» dall’opposizione: Andrea Orlando in campagna elettorale aveva annunciato proprio una proposta di legge per il consumo di suolo zero in Liguria. Per la minoranza, però, l’impostazione del centrodestra è strumentale: «In questi anni è mancato qualsiasi intervento a tutela del territorio, si è costruito di meno solo perché non c’è più spazio sulla costa».
I dati: Liguria virtuosa? Ammonta a 0,07% del territorio il consumo di suolo della Regione Liguria nel periodo 2022 – 2023, il più basso se raffrontato con il dato nazionale (0,34%) e con quello del Nord Ovest (0,27). Allo stesso modo è anche la regione che nello stesso lasso di tempo ha registrato il minor consumo di suolo pro capite , pari a 0,18 mq per abitante, rispetto all’1,09 mq a livello nazionale. Sono i dati dell’Ispra citati da Scajola. «Siamo diventati un modello, a livello nazionale, per ciò che concerne la riqualificazione, il recupero e il miglioramento di edifici, vie, piazze, quartieri senza nuovo consumo di suolo», sostiene l’assessore citando i 30 milioni investiti in interventi di rigenerazione urbana e i progetti “Pinqua” finanziati dal Pnrr tra Begato , la Pigna di Sanremo e il complesso della Marinella di Sarzana.
Bucci loda questa impostazione e sposta l’attenzione su un altro tipo di interventi, quelli infrastrutturali: « Sinora è stato fatto un buon lavoro, non dobbiamo fermarci: le infrastrutture consumano suolo ma dobbiamo farle. Quindi dobbiamo compensare recuperando il verde: le infrastrutture vanno rese ambientalmente compatibili». Poi l’invito all’opposizione: «Se hanno un piano e idee efficaci per la nostra regione noi siamo aperti a qualsiasi contributo. Anche per le industrie è un fattore positivo. Quello che conta è il risultato per il cittadino non il numero delle leggi».
L’opposizione contesta questa impostazione, allargando lo sguardo alla situazione di fatto e non agli ultimi due anni: «Scajola distorce i dati a suo favore. La Liguria è la prima regione per il consumo di suolo nella fascia costiera (300 m dal mare) con il 48,2% di suolo occupato. Hanno costruito di meno in questi anni perché non c’è più spazio, ma il vero cambiamento sarebbe non aggiungere altro cemento dove ce n’è già troppo e anzi portare avanti azioni di depaving », sostiene Selena Candia , capogruppo di Avs, «l’emergenza climatica è ormai evidente, serve un cambio radicale che punti sulla prevenzione e la cura di un territorio fragile». Per il capogruppo dem Armando Sanna «il consumo del suolo non è una questione ideologia. Serve una pianificazione urbanistica che va nella direzione di tutela del territorio, completamente mancata in questi anni. Solo interventi spot e slegati fra loro senza nessun progetto di sistema in grado di imprimere una svolta netta e una messa in sicurezza della Liguria. Ad oggi, l’intervento più incisivo ha riguardato solo la deroga per la costruzione dello Skymetro sugli argini del Bisagno, una deroga per costruire sugli argini di un torrente che ad ogni pioggia abbondante è osservato speciale».
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