Un’ottima annata – Solidarietà Veneto Fondo Pensione

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L’ultimo trimestre, positivo seppur turbolento, consolida l’andamento dei mesi precedenti, confermando il 2024 come uno dei migliori anni di sempre per la gestione finanziaria di Solidarietà Veneto. I risultati, buoni su tutti e quattro i comparti, fanno il paio con quelli del 2023, suscitando l’apprezzamento dei risparmiatori.

cover rendimenti

L’ultimo trimestre del 2024

No, non è stato esattamente un trimestre tranquillo: a cominciare da ottobre, con la tensione degli analisti finanziari nell’incertezza “pre elettorale” americana… che è andata poi a stemperarsi fino all’exploit di novembre: decisivo nel far chiudere con il segno “+” il bilancio trimestrale per i comparti di Solidarietà Veneto. Dopo le elezioni statunitensi la finanza (specie quella a “stelle e strisce”) ha infatti deciso di brindare alla vittoria di Donald Trump. La festa, però, è durata un solo mese: a dicembre i timori relativi all’inflazione prospettata per il 2025 hanno fatto indietreggiare i mercati, soprattutto quelli obbligazionari.

La frenata non offusca tuttavia la brillantezza di un anno che sarà ricordato tra i migliori di sempre, sia a livello di borse, specie quelle USA (Nasdaq +28%), sia nell’ultraventennale gestione finanziaria di Solidarietà Veneto. Su questo punto Paolo Stefan, Direttore del Fondo, evidenzia che: “Tutti i comparti hanno messo a segno buoni rendimenti, spesso tra i più elevati di sempre. Spicca il Dinamico, con un risultato in “doppia cifra” del quale beneficiano le molte persone giovani, circa 4 su 10 (età media 34 anni), posizionate nel comparto. Molto bene anche i due comparti centrali, ossia il Reddito e il Prudente, favoriti, nonostante la volatilità degli ultimi mesi, dal buon andamento dei mercati obbligazionari. Convince pure il Garantito, particolarmente apprezzata da chi non ama la volatilità ed è prossimo alla pensione, non solo per il risultato, ma soprattutto per la regolarità con cui è giunto a fine anno”.

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Un’ottima annata, insomma, non scalfita dalla volatilità dei mercati obbligazionari – condizionati dai mutamenti d’umore degli analisti rispetto alle dinamiche dei tassi – ma anche da quella dei mercati azionari, con il ribaltone giapponese di agosto e la successiva ripresa.

Finito l’anno, la domanda è una sola: e adesso che cosa ci possiamo attendere?

Il quadro appare piuttosto incerto: le tensioni “natalizie” sui bond proseguono anche a gennaio, con i rendimenti dei titoli di stato ancora in salita. Si pensi che il rendimento del “decennale” britannico si sta avvicinando alla soglia del 5%, poco più del rendimento registrato dall’omologa emissione USA. Anche il rendimento del “nostro” BTP sta salendo e ha raggiunto quota 3,8%. Pare insomma che la finanza, dopo l’ubriacatura post-elettorale americana, abbia cominciato a prendere in considerazione i rischi connessi con l’evoluzione dello scenario marcroeconomico mondiale.

scenario macroeconomicoscenario macroeconomico

Uno scenario nel quale i proclami del tycoon sulle politiche dei dazi fanno temere effetti sulla stabilità dei prezzi. Assieme al rischio inflazione che spinge in alto i tassi, pesano quelli legati alle possibili derive del contesto geopolitico. Colpiscono in tal senso le dichiarazioni del presidente americano di queste settimane su Canada, Groenlandia e Panama, che non depongono certo a favore della stabilità.
Riemerge infine dall’oblio il tema della finanza pubblica. L’economia occidentale, e non solo, ha beneficiato in questi anni della facilitazione monetaria, del cosiddetto quantitative easing. Ogni decisione ha il suo prezzo, e ora, nel momento di rientro da queste politiche, ci troviamo coi bilanci pubblici appesantiti da svariati billion di debito. Non è certo una consolazione, ma quel tema – il debito pubblico – per il quale tipicamente l’Italia veniva deplorata (e anche dileggiata…) ora ci accomuna ad altre economie, anche più ingombranti della nostra, a partire da quella a “stelle e strisce”.

Conclude quindi Stefan: “A fronte di tutto ciò, crediamo che le avvisaglie di dicembre vadano colte con attenzione, ed è per questo che siamo impegnati nella consulenza agli associati e associate, affinché l’investimento previdenziale avvenga nella consapevolezza dei criteri che devono guidare la scelta del comparto, primo fra tutti quello dell’orizzonte temporale. Ci dà fiducia il positivo riscontro che stiamo ottenendo grazie a una presenza capillare sul territorio, negli sportelli e nelle aziende: nel 2024, infatti, quasi 10.000 persone hanno scelto di avviare il loro percorso previdenziale in Solidarietà Veneto. Un attestato di fiducia, che ci impegna ancor di più per il futuro e che ci fa capire che, più del “silenzio–assenso”, possono essere l’informazione e il servizio a favorire lo sviluppo della previdenza complementare nel nostro Paese.”

Rendimenti netti dicembre 2024

rendimenti dicembre 2024rendimenti dicembre 2024
rendimenti 10 anni dicembre 2024rendimenti 10 anni dicembre 2024

Nonostante un dicembre negativo (-0,91%), il 2024 per il comparto Dinamico si chiude in “doppia cifra”: +11,43% il rendimento annuo supera quello del 2023 (+10,43%), per una performance cumulata decennale che, al netto del pessimo 2022 tocca quota +61,01%.
Il risultato trae beneficio dal buon andamento dei mercati azionari, soprattutto quelli americani, ma anche dal parallelo ribasso dei tassi, che ha favorito l’apprezzamento dei titoli obbligazionari. In una fase caratterizzata comunque da una certa volatilità, si riscontra inoltre la capacità delle gestioni di superare il parametro di riferimento di un ampio + 1,08% (benchmark +10,35%). In un quadro complessivamente positivo si distingue anche la gestione diretta (investimenti in debito e capitale delle PMI non quotate e infrastrutture), capace di generare anch’essa un adeguato contributo alla performance.

Anche il Reddito a dicembre segna il passo (-0,85%), ma ciò non compromette l’ottima annata del comparto “centrale” di Solidarietà Veneto, che chiude il 2024 con un rendimento annuo del +7,03%. Un risultato generato sia dal buon andamento dei mercati azionari che dai rialzi osservati sull’obbligazionario (nonostante la volatilità e la frenata di fine anno). Molto bene anche i gestori, capaci nel complesso di “superare” il mercato di uno +0,72% (benchmark +6,31%) e , in parallelo, positivo l’apporto della gestione diretta, che contribuisce alla stabilità del rendimento con flussi reddituali normalmente decorrelati dall’andamento dei mercati quotati.

Il 2024 del comparto Prudente si conclude con un risultato oltre le aspettative: +5,19% e che supera di uno 0,34% il rendimento del parametro di riferimento (benchmark +4.85%) con cui viene “misurata” l’efficacia delle strategie di gestione messe in atto dai partner selezionati dal Fondo. Nonostante la volatilità, è la componente obbligazionaria ad aver alimentato la buona performance. Il ribasso dei tassi, al netto dei tentennamenti di fine anno, ha favorito il rialzo dei prezzi dei bond, che costituiscono la struttura portante del Prudente. In parallelo è stata ugualmente positiva la performance generata dagli investimenti in “economia reale” (Fondi di investimento alternativi), seppur in misura meno rilevante rispetto ai comparti Reddito e Dinamico.

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Il comparto Garantito chiude l’anno con un risultato all’insegna della “regolarità” registrando un +0,20%nell’ultimo mese. Il rendimento complessivo del 2024 si attesta a quota +2,74% (benchmark +2,94%). Il comparto si sta confermando sempre più come “antitetico” rispetto agli altri tre che Solidarietà Veneto mette a disposizione. Grande regolarità nei risultati, volatilità ridotta al minimo e garanzia di restituzione del capitale: la strategia adottata dal gestore (Anima Sgr), che da un anno opera sul comparto, sta conquistando il favore delle persone più caute e tipicamente prossime alla pensione.
Questo spiega anche la crescita degli attivi allocati sul Garantito, che proprio a dicembre hanno superato i 300 milioni di euro.





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