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Quando si ha a che fare con alcune questioni sensibili, le onde cerebrali delle persone trasmettono segnali, ai propri sistemi di comprensione e comunicazione, che irrigidiscono i bagagli culturali di riferimento. Questo comporta difficoltà a comunicare con chi non è sullo stesso filo d’onda. Meccanismi tipici degli approcci religiosi e/o ideologici: il bene e il male sono già definiti, il resto è ciarpame. La difesa del proprio io, soprattutto se si appartiene ad una qualche forma di setta/circolo o chiesa, è, pur in un gioco di squadra in cui si è soldato o capitano, al centro di tutto.

Nel nostro caso non stiamo parlando di chi si manifesta per affermare il proprio dio ma, con appiattimento speculativo simile, si confronta con un diverso individuale e collettivo. Crediamo sia questo l’approccio di alcune persone a quanto possa alterare il proprio fisico. Parliamo delle droghe buttate nel bussolotto dell’illegalità. Varrebbe anche per le droghe legali (tabacco e alcol in primis), ma il costume sociale, per esigenze di mercato e facilitare una trasgressione lecita, ha di fatto cancellato la classificazione di droghe a queste sostanze. Si pensi all’eccellenza – culturale ed economica – degli alcolici, soprattutto vini, del nostro Paese.

Tutto questo al netto della buonafede di una persona. Con la possibilità, individuo per individuo, che ci sia anche malafede. 

Un esempio chiarificatore: sono tante le persone che professano e praticano ideali e convincimenti di chiusura sociale, culturale, economica alle droghe… e tra loro ci sono tanti che poi ne risultano coinvolti. Cosiddetti festini per se stessi, guadagni diretti (traffico e spaccio) o indiretti (corruzione amministrativa e di polizia).

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Queste osservazioni/riflessioni ci sono state stimolate dopo aver letto (agenzia AdnKronos) una nota di un politico, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.

“Ha ragione la collega Simona Loizzo quando ricorda ai radicali che secondo loro consumare Cannabis è come mangiare zucchero filato”. “Il segretario dei radicali Blengino si è fatto ritirare apposta la patente sotto guida di cannabis. Per protestare contro Salvini e il codice della strada”. “Per il partito di Magi è normale che sei milioni di italiani consumino cannabis nonostante essa possa provocare danni cerebrali. Per loro la libertà significa libertà di farsi male ed evidentemente fare del male agli altri considerando che guidando sotto effetto di droghe si causano incidenti. Salvini ha tutto il nostro sostegno e queste provocazioni sono senza senso”.

Al di là della spettacolarità del linguaggio e degli esempi di una politica che si basa solo su presunto effetto shock, il pensiero del nostro politico è un mix di pregiudizi e disinformazione (non sappiamo quanto oggettiva o volutamente manipolata a proprio vantaggio). 

La cannabis cattiva coi suoi danni cerebrali, dice. Nessun paragone coi danni enormi di tabacco e alcol o abuso di qualunque pratica (gioco d’azzardo per esempio) e sostanza legale.

Libertà di farsi male, dice. E cos’altro dovrebbe anche essere la libertà, se non quella di praticarla su se stessi come si ritiene opportuno ovviamente senza ledere l’altro, o forse la libertà è solo quella concessa (che è altra cosa rispetto a regolamentata) dallo stato nonché un dio?

Libertà, con il consumo di cannabis, di fare male agli altri perché si guiderebbe sotto gli effetti della sostanza causando incidenti, dice. Qui è solo disinformazione (?) e malafede. Visto che la politica (disobbedienza civile del segretario radicale) che il nostro politico contesta, non mira alla liceità della guida sotto effetto della cannabis, ma denuncia le sanzioni che vengono inflitte quando gli effetti droganti della sostanza non sono più attivi, ma la sostanza permane nell’organismo del consumatore.

L’opinione del nostro politico – approssimata e disinformata – ha una sua diffusione. E non bisogna essere filosofi, sociologi ed economisti per capire che produce solo caciara. 

Crediamo di aver compreso, e abbiamo cercato di spiegarlo nella prima parte di questa nota, il background che è alla base di questo approccio.

Spiegazione che ci è servita per evidenziare che il servizio del nostro politico e legislatore si dovrebbe basare su razionalità, fatti ed esperienze. Ideologie e caciara non servono a nessuno.

Qui il video sul canale YouTube di Aduc

 

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