Concettina ai Tre Santi, storia della pizzeria più pop di Napoli

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Concettina ai Tre Santi, la pizzeria più pop e innovativa di Napoli. Il giovane chef Ciro Oliva: «Porto l’inclusione e l’esperienza del popolo»

Dal cuore del centro storico di Napoli, Rione Sanità, Concettina ai Tre Santi è arrivata fino a Capri, dove l’estate scorsa ha aperto la seconda pizzeria proprio in Piazzetta, ma non è cambiato nulla, nella sostanza. Ciro Oliva oggi è anima e fuoco di questo progetto, ma tutto è cominciato nel 1951 quando la nonna Concettina dava le pizze a credito alla gente del popolo, proprio nel Rione Sanità. Ora la storia è diventata leggenda e la pizza è poesia.

La storia di Concettina ai Tre Santi, dalla pizza sospesa della nonna all’acquisizione di Remo Ruffini

La Pizzeria della famiglia Oliva nasce nel Rione Sanità nel 1951, è lì dove la giovane Concettina, la nonna di Ciro, faceva le sue pizze “ogg a otto”, ovvero “a credito”: le consumavi e le pagavi la volta successiva. Queste erano, allora, le regola di buon vicinato. Concettina friggeva all’angolo di strada le sue pizze, come facevano molte donne dei quartieri popolari di Napoli. Lei era quella “vicino all’edicola dei Tre Santi”. Da lì l’iconico nome. Oggi al comando di Concettina ai Tre Santi, c’è il nipote Ciro, 32 anni, quarta generazione di pizzaioli, sempre affiancato dal padre Tonino e dalla madre Anna. È lui che ha rivoluzionato l’attività di famiglia. Dieci anni fa a iniziato a modificare l’impasto poi la selezione degli ingredienti, ma soprattutto, ha portato nel locale tutta la sua energia ed entusiamo. Oggi Concettina ai Tre Santi rappresenta un riferimento autentico e vibrante della città ma è stato anche lo stimolo emotivo per tanti operatori con lui hanno dato vita al movimento di riqualificazione urbana del Rione Sanità. Nel gennaio del 2023 la holding di Remo Ruffini, che da sempre supporta leader visionari e progetti innovativi, è entrata nella società acquisendo il 47,5% della pizzeria.

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Il locale e il menù di Concettina ai Tre Santi

“Cettina” Oliva nel 1951 apre in via Arena della Sanità, nel cuore del borgo dei Vergini, nel centro di Napoli. La pizzeria si trova oggi nel palazzo De Liguori, la casa di Sant’Alfonso Maria De Liguori, autore di “Tu scendi dalle stelle”, il canto natalizio conosciuto in tutto il mondo. Il menù di Concettina a Capri punta all’essenza del gusto e propone le ricette che l’hanno resa un mito ormai non solo a Napoli: da “Palla al centro” a “Int ’o rutiell”, a “Sott e ngopp” ossia la versione di casa Oliva della montanara , fino alle Ciro’s icons, le pizze che nascono dalla vulcanica personalità del proprietario. Gli ingredienti sono quelli semplici e straordinari della tradizione campana, mozzarella di Bufala, pomodoro San Marzano, aromi freschi in abbondanza e olio d’oliva di qualità

La pizzeria di Capri

A Capri Concettina ha aperto a due passi dalla leggendaria Piazzetta, nei locali che un tempo erano occupati da un’altra pizzeria, la famosa Gemma. Sull’Isola Azzurra perpetua un nuovo romanzo di sapori, fatto di verdure di stagione, antipasti iconici e, ovviamente, di pizze afrodisiache. Lo stile di Concettina ai Tre Santi a Capri ha i colori del Mediterraneo e l’inconfondibile stile degli Oliva, ispirato a semplicità e freschezza, proprio come il sapore della pizza. Legno, ceramiche colorate, dettagli di stile. Tutto è pensato per accogliere con autentica ospitalità e far sentire a casa. «Vogliamo far vivere a Capri un sogno», dice Ciro «perché io stesso vivo un sogno a essere qui. Ho sognato quest’isola fin da quando ero bambino, e quando sono arrivato la prima volta mi sono sentito subito a mio agio. Per Capri sto sperimentando una pizza stupenda, ma ve la racconterò quando sarà pronta. Poi qui abbiamo trovato questo forno antico bellissimo, del Cinquecento, il primo costruito nell’isola, che cuoce le pizze in maniera meravigliosa. Non immaginavo di poter arrivare a questo livello». Ma Concettina ai Tre Santi, così come dev’essere per tradizione, è anche un viaggio nell’esperienza del popolo, «abbiamo la fruttivendola dietro l’angolo che ci che prepara le fragole tutti i giorni, i fichi della campagna, il prosciutto tagliato al momento, le polpette, il pomodoro fresco. E a servire ci sono i miei ragazzi che arrivano dai distretti della città e raccontano con il loro lavoro quello che c’è a Napoli. E un progetto di inclusione il nostro e non di esclusione, per questo vorrei che insieme agli ospiti internazionali venissero a sedersi ai tavoli anche le persone del territorio». Nel petto batte la passione e nelle tempie continua a pulsare l’irrefrenabile entusiasmo di un tempo.



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