Il dibattito sui CAU (Centri di Assistenza e Urgenza) è aumentato dopo il cambio di leadership nella Regione Emilia-Romagna. L’attuale assessore regionale, Massimo Fabi, ha annunciato una pausa nella costruzione di nuovi CAU per valutarne l’efficacia, suscitando interrogativi sul futuro del progetto, in particolare per Forlì, dove era previsto un CAU presso il padiglione Allende.
Il consigliere comunale Massimiliano Pompignoli (Fratelli d’Italia) esprime preoccupazione per il rischio di abbandono del progetto e chiede chiarimenti sulla gestione del sovraffollamento dei Pronto Soccorso.
In risposta, il Direttore Generale di Ausl Romagna, Tiziano Carradori, rassicura che i CAU previsti, incluso quello di Forlì, verranno realizzati, evidenziando il gradimento dei cittadini e l’impatto positivo dei CAU già operativi (oltre 183.000 accessi registrati). Carradori sottolinea l’importanza di verifiche e correttivi per migliorare i servizi e ribadisce l’impegno verso lo sviluppo delle cure territoriali, specialmente in aree prive di strutture di pronto intervento.
“Tre mesi per valutare l’efficacia di quelli esistenti e nel frattempo stop ai cantieri per la realizzazione di quelli nuovi. Le parole dell’assessore Fabi tracciano una linea netta tra il prima e il dopo la riforma, ponendo sul piatto la questione dei nuovi Cau, quelli che avrebbero dovuto vedere la luce in questi mesi.” Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Massimiliano Pompignoli, si interroga sulle ripercussioni che, a livello locale, provocherà il passo indietro della Regione Emilia Romagna sui Cau.
“Mi riferisco in particolare a quello di Forlì che, secondo le ultime indicazioni della direzione generale ospedaliera, sarebbe dovuto sorgere nella parte posteriore del padiglione Allende. Uso il condizionale perché a questo punto, dopo le parole di Fabi, le probabilità che il Cau veda la luce a Forlì sono davvero molto scarse. Cosa che, al di là dell’efficacia o meno di questo strumento, ci pone di fronte alla necessità di capire come verrà concretamente affrontato il problema del sovraffollamento del nostro Pronto Soccorso e, più in generale, la gestione dei codici minori. Credo che la città, i forlivesi ma anche tutti gli altri cittadini del comprensorio, debbano sapere se effettivamente, come sembra, non ci sarà nessun Centro di assistenza urgenza a Forlì e in che modo si intendono affrontare le sfide sanitarie, organizzative e gestionali del nostro ospedale, con un occhio di riguardo a chi ci lavora tutti i giorni con grande sacrificio. Le criticità ci sono e vanno affrontate, e dopo l’avvio in pompa magna del progetto targato Donini, prossimo al tramonto, bisogna capire quali strumenti verranno messi in campo per potenziare e migliorare le performance del Pronto Soccorso forlivese. È per questa ragione che chiedo al Dott. Mattia Altini, da poco alla guida della direzione ospedaliera del Morgagni-Pierantoni, di venire a riferire su questi e altri aspetti in terza commissione. Confido nella sua indiscussa professionalità e sensibilità – conclude Pompignoli – e nelle capacità manageriali che ha maturato in questi anni. I bisogni socio sanitari della nostra comunità sono in continua evoluzione. Ciò che serve sono impegni concreti per rispondere a esigenze mutevoli ma reali.”
“Voglio rassicurare il consigliere Pompignoli che il Cau previsto a Forlì si farà e i lavori stanno procedendo, come più volte anticipato” -ha risposto a Pompignoli il direttore generale Ausl Romagna Tiziano Carradori scendendo nei particolari- “Come per tutte le esperienze innovative , le verifiche e i correttivi tesi a migliorare la risposta ai cittadini andrebbero letti senza strumentalizzazioni , ma cercando di cogliere i buoni risultati che hanno prodotto, prevedendo eventuali correttivi dove necessitano.
E, a questo proposito l’attività dei Cau realizzati sul territorio romagnolo ci restituisce un importante gradimento da parte dei cittadini, sia in termini numerici ( oltre 183.000 accessi al 12 gennaio 2025) che di soddisfazione per i servizi ricevuti, anche in termini di tempestività dell’attesa”.
“Andremo quindi avanti, ed in particolare per i territori dove non sono presenti Punti di Primo Intervento, né Pronto Soccorso, cercheremo la disponibilità dei Medici di Medicina Generale per dare sempre maggiore impulso allo sviluppo delle cure territoriali” -ha concluso Carradori.
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