Invecchiato IGP | Colli Orientali del Friuli Doc Schioppettino 2002 – Az. Agr. Zof

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Schioppettino etichetta- Zof

di Lorenzo Colombo

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Il vitigno

Lo Schioppettino è un vecchio vitigno friulano la cui sua diffusione è limitata alla parte orientale del Friuli-Venezia Giulia dove viene utilizzato nelle Doc Friuli Colli Orientali e Friuli Isonzo, e nelle Igt Trevenezie e Venezia Giulia.
La sua superficie vitata, seppur in crescita negli ultimi anni era limitata, secondo il censimento agricolo del 2010, a 154 ettari, mentre il corposo volume Which Winegrapes are Grown Where? dedicato a tutti i vitigni del mondo ne regista unicamente 87 ettari nel 2016, 67 dei quali situati in Friuli Venezia Giulia.

Superficie vitata negli anniSuperficie vitata negli anni

Superficie vitata negli anni

La sua presenza più significativa si registra nella zona di Prepotto, in particolare nella frazione di Albana, anche se è rintracciabile in tutta la media collina friulana, sconfina anche in Slovenia con particolare presenza nella Vipavska Dolina.

Sull’origine del nome ci sono molte supposizioni: quella di maggiore credito lega il termine schioppettino al piacevole effetto prodotto dall’uva matura quando viene masticata, che “scoppietta” per la buccia spessa e tesa, altri invece associano il nome allo “scoppiettìo” del vino al palato, dato che in passato era spesso leggermente frizzante.

Tradizionalmente lo Schioppettino si beveva giovane – apprezzandone la marcata acidità, la lggera componente tannica e la contenuta struttura – ma molti produttori hanno dimostrato che il vitigno è capace di evolvere elegantemente con un moderato invecchiamento, sprigionando una bella fruttosità accompagnata da un’elegantissima vena speziata, che ricorda in particolare il pepe nero.

La storia dello Schioppettino – conosciuto anche con il nome di ribolla nera – è piuttosto singolare e prende avvio qualche secolo fa.

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Nell’Ottocento il Di Rovasenda citava una ribolla nera proveniente da Udine, mentre Marinelli – descrivendo agli inizi del Novecento la rinascita della viticoltura friulana dopo la fillossera – indicava tra i vitigni maggiormente coltivati la ribolla gialla (detta rebula in lingua slovena) e la ribolla nera, chiamata anche pokalza o Schioppettino.

Schioppettino - vitignoSchioppettino - vitigno

Schioppettino – vitigno

Nel passato il vitigno godeva di buona fama, tanto che nel 1907, il Consorzio antifilosserico friulano ne consigliava l’utilizzo per i reimpianti, confermandone così l’adattamento all’ambiente e, implicitamente, anche il pregio enologico.

Nel 1921 l’Associazione Agraria Friulana pubblicò nel suo bollettino un elenco delle varietà di viti coltivate in Friuli nel secolo precedente, fra cui si citava la Ribolla nera, con un’annotazione che la dichiarava originaria di Prepotto e la definiva “uva delicata”.

Nella sua “Guida delle Prealpi Giulie” del 1912, Olinto Marinelli riferendosi al distretto di Cividale, scrisse: “… fra i maggiormente coltivati sono la Ribolla, il Refosco, il Refoscone, il Verduzzo, la Pokalça … da un documento del 1282 (F. Musoni, G. Sirch, per nozze Rieppi-Caucig. Cividale, tip. Fulvio 1910) si ricava che già in allora la conca di Albana-Prepotto era in gran parte vitata …”

Il vitigno viene citato anche dal Poggi, nel 1939 che così scriveva: “… vitigno che è coltivato quasi esclusivamente nel territorio collinare e pedecollinare del comune di Prepotto e specialmente nella sua frazione di Albana. La Ribolla nera, al di fuori del suo ambiente optimum, anche alla distanza di pochi chilometri, dà un vino che non possiede più quelle caratteristiche peculiari che lo rendono pregiato in quel di Prepotto col nome locale di Schioppettino …”

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Schioppettino retro- ZofSchioppettino retro- Zof

Schioppettino retro- Zof

Lo Schioppettino però ha subìto anni fa una serie di soprusi – toccati anche ad altre varietà autoctone friulane, come il pignolo e il tazzelenghe – culminati nella sua messa fuori legge (nel senso di cancellazione dai registri delle varietà coltivabili, che di fatto proibiva l’impianto del vitigno) nel 1976 e deve la sua sopravvivenza agli abitanti del Comune di Prepotto, insorti dopo questa legge. Nel 1977 il Consiglio comunale di Prepotto si riunì in seduta straordinaria, con all’ordine del giorno la difesa dello Schioppettino che stava scomparendo, deliberando all’unanimità la richiesta che fosse inserito almeno nell’elenco dei vitigni autorizzati, cosa che avvenne nel giugno del 1977.

Nel 1983 un regolamento CEE incluse lo incluse tra i vitigni raccomandati in provincia di Udine e nel 1987 è seguito il riconoscimento all’interno della Doc Colli Orientali del Friuli (ora Friuli Colli Orientali, FCO).

Nell’ottobre 2011la DOC “Colli Orientali del Friuli” ha cambiato nome in “Friuli Colli Orientali”, contemporaneamente lo Schioppettino di Prepotto ne è diventato una sottozona situata nella parte sud-orientale della denominazione.

L’azienda

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L’Azienda Agricola Zof è situata a Corno di Rosazzo dove dispone di 15 ettari di vigneti costituiti sia dai tipici vitigni locali quali la Ribolla gialla, il Friulani, lo Schioppettino ed il Pignolo come pure dagli internazionali Pinot grigio, Sauvignon blanc, Merlot e Cabernet.
Dal 1992 l’azienda è guidata da Daniele Zof che s’avvale della consulenza enologica di Donato Lanati.
Sono 17 le etichette prodotte, tutte –tranne lo Spumante- commercializzate come Colli Orientali del Friuli Doc.

Il vino che andiamo ad assaggiare appartiene alla linea Classici costituita da nove vini, la scheda tecnica attuale recita che la vendemmia s’effettua a metà ottobre e che la fermentazione avviene in vasche d’acciaio con una macerazione di 15-20 giorni, il vino viene quindi posto ad affinarsi in botti di rovere d’Allier dove rimane sino al mese di luglio successivo, quando viene imbottigliato.

Come spesso accade quando andiamo ad aprire bottiglie per le quali non si nutre grande fiducia avevamo preparato il vino di riserva, ma non ce n’è stato assolutamente bisogno, nonostante si presentasse con un color granato di buona intensità con unghia mattonata.
Pulito e di media intensità olfattiva, presenta sentori di frutta a bacca scura matura, ciliegia e prugna quasi in confettura e accenni di cannella, vaniglia e liquirizia.
Mediamente strutturato, un poco smagrito dal tempo, succoso, ancora fresco e vivo, con bella trama tannica e buona vena acida, sentori di liquirizia, radici e spezie dolci, leggeri accenni di pepe, buona la sua persistenza. 87-88





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