Viterbo – L’ex assessore comunale Giacomo Barelli ora in Forza Italia: “Un’amministrazione di dilettanti allo sbaraglio, una squadra di assessori di una debolezza mai vista e la peggiore maggioranza di sempre”
di Daniele Camilli
Viterbo – “La sindaca Chiara Frontini ha precipitato la città in un medioevo post atomico e ha seppellito per sempre il civismo”. L’ex assessore comunale alla cultura Giacomo Barelli passato da poco in Forza Italia dove, come dice, ha “sposato la linea di Romoli, Purchiaroni e Battistoni”.
“La città – sottolinea Barelli – sta vivendo una situazione post atomica amministrativa. L’amministrazione di Chiara Frontini si caratterizza per due punti fondamentali. Il primo, una profonda incompetenza. Il secondo, una grandissima presunzione. Questi due aspetti hanno fatto sì che Frontini abbia calato su Viterbo una vera e propria bomba nucleare precipitando la città in un medioevo post atomico che ci costringerà a ricostruire la città dalle fondamenta. Un’amministrazione di dilettanti allo sbaraglio”.
“Frontini – prosegue poi Barelli – ha fallito completamente, dimostrando una totale incapacità. Senza nemmeno riuscire ad aprire l’amministrazione alle forze migliori della città, chiudendosi invece sempre più in se stessa fino a scontrarsi con tutti. Il tutto con una squadra di assessori di una debolezza mai vista e una maggioranza completamente muta che alza solo la mano in favore del sindaco-re. La peggiore maggioranza comunale della storia di Viterbo. Un’esperienza che ha seppellito per sempre il civismo”.
Giacomo Barelli
Pd, Pdl, Buona destra, Calenda… adesso come mai questo passaggio in Forza Italia?
“La mia estrazione culturale radicale e liberale è nota e il passaggio non poteva avvenire in un partito che è ancora la casa dei liberali. Una scelta che in passato hanno fatto altri liberali e radicali. Dopodiché la fine ingloriosa del Terzo polo mi hanno fatto pensare che l’area liberale è quella di Forza Italia, un’area moderata che va rafforzata, anche con l’obiettivo di bilanciare l’egemonia di Fratelli d’Italia e la destra populista della Lega. A questo si aggiunge inoltre un percorso comune fatto con il commissario locale del partito Fabrizio Purchiaroni”.
Come si colloca all’interno di Forza Italia Viterbo che pare caratterizzata da più anime, da Marini ad Arena fino a Romoli e Micci?
“Il mio rapporto è direttamente con gli organi ufficiali di Forza Italia, vale a dire il commissario Purchiaroni, il presidente della provincia Alessandro Romoli e il deputato Francesco Battistoni. Il tutto in linea con i ruoli dirigenziali del partito”.
Una linea che, all’interno del centrodestra viterbese, è in contrasto con Fratelli d’Italia.
“Ho sposato la linea di Romoli, Purchiaroni e Battistoni. E l’idea è che Forza Italia riguadagni spazio all’interno del centrodestra come area liberale e moderata. Una voce che è importante che si faccia sentire”.
Si candiderà al prossimo congresso provinciale di Forza Italia?
“Sono entrato nel partito in punta di piedi. Se poi qualcuno me lo chiedesse lo farei molto volentieri. Sono a disposizione, senza ambizioni se non quella di dare il mio contributo”.
Anche in vista delle prossime elezioni comunali a Viterbo?
“Credo che in vista delle prossime elezioni comunali tutte le persone di buona volontà dovrebbero cominciare a pensare di giocare un ruolo per rilanciare Viterbo”.
Viterbo – La sindaca Chiara Frontini e la sua giunta
I rapporti con Filippo Rossi invece come sono?
“Filippo è un mio grande amico da sempre con cui condivido tante questioni. E l’amicizia è una cosa importante. Con lui abbiamo fatto tante cose buone insieme e commesso tanti errori. Poi ognuno di noi fa le sue scelte politiche in autonomia”.
Rossi che sembra essere più vicino all’area di Fratelli d’Italia…
“Con Filippo Rossi abbiamo due estrazioni culturali completamente diverse. Filippo rivendica orgogliosamente la sua provenienza da destra. Provenienza e storia che non è la mia”.
Lei è stato assessore alla cultura con il sindaco Leonardo Michelini e all’epoca, all’opposizione, c’era anche Chiara Frontini. Che ne pensa dell’attuale amministrazione?
“Il mio è un giudizio totalmente negativo. La città sta vivendo una situazione post atomica amministrativa. L’amministrazione di Chiara Frontini si caratterizza per due punti fondamentali. Il primo, una profonda incompetenza. Il secondo, una grandissima presunzione. Questi due aspetti hanno fatto sì che Frontini abbia calato su Viterbo una vera e propria bomba nucleare precipitando la città in un medioevo post atomico che ci costringerà a ricostruire la città dalle fondamenta. Un’amministrazione di dilettanti allo sbaraglio. Faccio due esempi. Viterbo era la città dei festival, con tanto di battaglie tra l’uno e l’altro. Una città dove cercavano anche di mettersi insieme. Oggi è rimasto poco più di niente”.
Il secondo esempio?
“Siamo arrivati all’ennesima proroga dell’appalto rifiuti. E questo significa che anche nelle cose concrete quest’amministrazione è semplicemente incompetente. Una sindaca che, dopo anni d’opposizione, il comune lo conosceva. E la preoccupazione vera è quella di capire come fare a ripartire. Sia questo si deve concentrare la riflessione di tutti. Quello che l’amministrazione Frontini ha fatto in questi due anni era inimmaginabile”.
Viterbo – Consiglio comunale – La maggioranza
Va detto però che l’attuale amministrazione non ha di certo ereditato una situazione rosea e che molti problemi vengono da lontano…
“Tutte le amministrazioni ereditano cose dal passato, ma poi si cerca di migliorarle. Poi si può amministrare male, ma non necessariamente mettere in ginocchio una città”.
Qual è, secondo lei, l’errore più grave commesso da Frontini?
“La sindaca aveva una grande opportunità che nessuna forza politica ha mai avuto in passato. Frontini, vincendo da sola, aveva la possibilità di governare senza venire a patti con nessuno e senza precipitare nelle lotte intestine a una coalizione. Invece ha fallito completamente, dimostrando una totale incapacità. Senza nemmeno riuscire ad aprire l’amministrazione alle forze migliori della città, chiudendosi invece sempre più in se stessa fino a scontrarsi con tutti. Il tutto con una squadra di assessori di una debolezza mai vista e una maggioranza completamente muta che alza solo la mano in favore del sindaco-re. La peggiore maggioranza comunale della storia di Viterbo. Un’esperienza che ha seppellito per sempre il civismo”.
Da ex assessore alla cultura come si sarebbe comportato di fronte all’intervento di Giulio Della Rocca al colle del Duomo?
“Innanzitutto è un intervento che non ha nulla a che fare con la disobbedienza civile, come qualcuno ha detto. Non si può andare in giro per la città a sistemare le cose, questo spetta alle istituzioni. Altrimenti si rischia l’anarchia totale. Non è questo il modo di agire, e soprattutto non porta a niente”.
Da avvocato, invece, che idea si è fatto della cosiddetta cena dei veleni che vede per protagonisti la sindaca, il marito Fabio Cavini e il consigliere Marco Bruzziches?
“Non entro nel merito di atti che non conosco. Dico però due cose. Quello che è stato detto a quella cena non solo non è la politica ma, indipendentemente dall’esito giudiziario della vicenda, avrebbero meritato come conseguenza le dimissioni della sindaca. Soprattutto per chi è andata in giro a dire che era diversa dagli altri. Dopodiché va anche detto che un governo non può e non deve essere messo in crisi da un processo, ma dalla politica e dai cittadini. Poi la giustizia farà il suo corso”.
Sempre in merito alla cena dei veleni, nella sentenza di non luogo a procedere c’è un passaggio che evoca la cosiddetta macchina del fango, un concetto che in passato caratterizzò anche un processo che lei seguì in veste di avvocato…
“Non intendo commentare la sentenza, ma, parlando in generale, la macchina del fango non ha nulla a che fare con la cena a casa del consigliere Bruzziches. La macchina del fango è una cosa, quello che è avvenuto nel settembre del 2023 un’altra”.
Daniele Camilli
Presunzione di innocenza
Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.
17 gennaio, 2025
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