Anche se su queste colonne le storie di immobili rimasti al freddo non sono certo una novità (basti pensare al recente caso di Caluso), quanto sta accadendo a Torrazza Piemonte, al 23/C di via Traversa Mazzini, da un certo punto di vista rappresenta una novità. La palazzina è composta da sedici appartamenti, di cui cinque di proprietà della Società Cooperativa Edilizia Mutuo Soccorso Vigili del Fuoco di Torino e assegnati in locazione pluridecennale dopo il versamento di numerose mensilità di caparra.
Caldaia rotta: 16 famiglie sono al freddo da mesi
Anche se l’amministratore nega che i problemi siano così «datati», rimandando tutta la discussione all’inizio di dicembre, alcuni messaggi che abbiamo avuto la possibilità di leggere sembrano dimostrare che già dalla seconda metà di ottobre gli inquilini (e anche qualche proprietario) abbiano iniziato a lamentarsi per il non funzionamento del riscaldamento, disagio a cui in tempi più recenti si è aggiunta la mancanza di acqua calda sanitaria.
«Quando abbiamo sollevato il problema del riscaldamento – spiegano alcuni inquilini – ci era stato detto che si fosse rotta una scheda della pompa di calore, del costo di 4 mila euro, in fase di sostituzione. Dopo qualche giorno di attesa un residente l’ha trovata a Pavia per mille euro, ma il guasto non è stato risolto: è l’intera caldaia a dover essere sostituita. Da allora, anche in seguito alle dimissioni di chi si occupava della manutenzione dell’impianto, riceviamo solo promesse.
Chi ha potuto ha cambiato il contratto per potenziare i kW e ha acquistato stufe elettriche a risparmio energetico o usa i condizionatori per scaldare le stanze, ma il problema è che appena si spengono gli alloggi tornano ad essere gelati: provate voi ad entrare in casa, dopo una giornata di lavoro, con 11 gradi (o di svegliarvi con sei gradi la notte) e nemmeno la possibilità di farvi una doccia calda.
E in ogni caso, le bollette dell’energia elettrica sono schizzate alle stelle.
Chi può e ha i figli grandi si fa la doccia in palestra, o a casa di parenti che abitano vicino, ma per le esigenze spicce siamo tornati a far bollire l’acqua nelle pentole come si usava cento anni fa. Abbiamo coinvolto anche gli avvocati, ma al momento nessuno ha risposto».
L’intervento dell’amministratore
L’amministratore, raggiunto telefonicamente, prova a smorzare i toni, lasciando però intendere come il principale problema sia la diversità di vedute tra gli inquilini (che pagano l’affitto) e i proprietari (che devono accollarsi le spese per la nuova pompa di calore, una spesa che supera i 50 mila euro.
«Non sappiamo cosa fare di più – spiega l’amministratore – una caldaia da 100 kW non è così facile da trovare. Il “terzo responsabile” aveva già detto che la nuova scheda non avrebbe risolto nulla, ma il condominio ha voluto tentare lo stesso. Abbiamo dei preventivi, ma i tempi sono quelli che sono anche perché, come detto, si tratta di una macchina particolare e serve una progettazione. Per quanto riguarda l’acqua calda, nei giorni scorsi è stato attivato un palliativo tramite una resistenza, che comunque deve scaldare un boiler da due mila litri. Quel che mi preme sottolineare è che non c’è stata negligenza da parte di nessuno».
«Siamo ovviamente a conoscenza – spiegano dalla Cooperativa dei Vigili del Fuoco – di quanto sta succedendo. Stiamo seguendo la questione quotidianamente mediante gli aggiornamenti da parte dell’amministratore di condominio che se ne sta occupando.
Sappiamo che fin dall’inizio l’amministratore si è adoperato in tutti i modi al fine di risolvere il problema nel più breve tempo possibile.
Purtroppo però, non per causa sua o della Cooperativa (abbiamo prontamente versato tutte le somme richieste dall’amministrazione condominiale in base ai propri millesimi per eseguire gli interventi necessari), le tempistiche per i vari interventi sono state lunghe e gli stessi interventi non risolutivi. Sono stati quindi richiesti i preventivi per la sostituzione dell’intera pompa di calore. Al momento persone competenti stanno lavorando per dare tempistiche e per riportare tutto alla normalità.
Il problema dell’acqua calda si è verificato successivamente e per un minor tempo. I tecnici sono intervenuti giorni fa riportando l’acqua da fredda ad una temperatura inizialmente tiepida».
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