DALLA GERMANIA/ L’aumento delle rinnovabili mentre il Paese si conferma in recessione

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STOCCARDA – Dopo il -0,3% del 2023, anche nel 2024 il Pil della Germania ha fatto registrare un -0,2%. Per trovare negli annali due anni consecutivi di recessione occorre tornare al bienno 2002/03, gli anni in cui la Germania era il “malato d’Europa”, prima che la terapia somministrata da Gerhard Schröder facesse effetto. “Gli oneri economici e strutturali hanno ostacolato lo sviluppo”, ha affermato Ruth Brand, Presidente dell’Ufficio federale di statistica. Una performance condizionata soprattutto dal settore manifatturiero, il cui valore aggiunto è diminuito del 3%, trascinato verso il basso da meccanica e automotive.



In quest’ultimo settore si concretizzano le notizie negative, largamente anticipate nei mesi precedenti. I consumatori cinesi mostrano una crescente preferenza per i produttori locali (Byd in primis). Nel 2024, Porsche ha registrato un calo delle vendite in Cina del 28%, mentre Bmw ha segnato una flessione globale del 4%. Mercedes-Benz ha venduto 2,4 milioni di auto e furgoni in tutto il mondo, una diminuzione del 4% rispetto all’anno precedente. Le case automobilistiche tedesche sono quindi alle prese con sfide impegnative, influenzate dalla crisi immobiliare in Cina e dalla debole domanda per i modelli di lusso. Ma mentre l’automotive brancola nel buio, si intravedono in fondo al tunnel i primi bagliori del sole di Austerlitz.

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Secondo i risultati dell’Ufficio federale di statistica (Destatis), nel terzo trimestre del 2024 in Germania sono stati prodotti 96,3 miliardi di kilowattora di elettricità da energie rinnovabili, il 2,5% in più rispetto al terzo trimestre del 2023. La produzione di elettricità da fonti rinnovabili è aumentata del 7,1%, raggiungendo un nuovo massimo con una quota del 63,4% del fabbisogno totale (nel terzo trimestre del 2023 era del 60,6%). Una crescita trainata soprattutto da solare ed eolico. “Le energie rinnovabili stanno assumendo il ruolo principale nella produzione di elettricità in Germania”, ha affermato il ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi). “Allo stesso tempo, abbiamo ridotto il consumo di carbone rispetto agli ultimi decenni”, conclude Habeck.



La strategia ecologista della coalizione semaforica, che era stata messa verde su bianco nel programma di governo, prevedeva di coprire l’80% del fabbisogno di energia elettrica con fonti rinnovabili entro il 2030. Volendo tracciare un bilancio necessariamente parziale di fine legislatura, possiamo dire che la strategia sembra dare segnali positivi di funzionamento. Questo nonostante la tempesta perfetta causata dalla guerra in Ucraina e con una sofferenza tutto sommato accettabile dell’economia, almeno finora.

Resta il problema dei periodi di “Dunkelflaute”, caratterizzati da assenza di vento e sole, alternati a periodi contraddistinti invece da un eccesso di capacità. Numerosi sistemi devono invece essere costantemente regolati per evitare sovraccarichi in rete, con costi ingenti. Le batterie potrebbero eliminare gran parte di questi costi. L’investitore e imprenditore Christoph Ostermann parte proprio da qui: come riportato da Handelsblatt, Ostermann vuole costruire con la sua nuova azienda Green Flexibility grandi parchi batterie in tutta la Germania.

Ma sulle pale eoliche potrebbero abbattersi le ruspe timonate da Alice Weidel, leader di Alternative für Deutschland (Afd). In un discorso pronunciato dopo aver ricevuto la candidatura a Cancelliera, Weidel ha tuonato: “In Assia il governo della Cdu distrugge il bosco delle fiabe dei fratelli Grimm per fare posto a turbine eoliche”. Tra applausi scoscianti, ha poi aggiunto: “E posso dirvi che, quando saremo al timone, le abbatteremo tutte!”. Salvo poi dichiarare di essere stata fraintesa. In linea di principio, questa la versione finale, Weidel non esclude l’energia eolica come fonte energetica, ma vuole eliminare i sussidi.<

Chiudiamo con una nota di colore: “Biodeutsch” è la “Unwort” (non parola) del 2024. Secondo la giuria della Sprachaktion di Marburg, si tratta di una parola usata in modo razzista e nazionalista, soprattutto sui social media, per designare i tedeschi “di razza”, ossia senza un background migratorio. “La divisione tra tedeschi presunti ‘veri’ e tedeschi di seconda classe legata all’uso del biotedesco è una forma di razzismo quotidiano”, ha spiegato la giuria. Il termine era originariamente usato come espressione satirica che giocava sul nome del sigillo di qualità per l’agricoltura biologica. E cosi come per i prodotti agricoli, a causa del calo demografico, i “biotedeschi” stanno diventando un prodotto di nicchia, soprattutto tra le giovani generazioni.

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