Il programma culturale del 2025 di Kunst Meran Merano Arte. Apre le danze Belinda Kazeem-Kamiński

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Belinda Kazeem-Kamiński, “Respire”, 2020; ©Belinda Kazeem-Kamiński

Kunst Meran Merano Arte ha presentato il programma culturale per il nuovo anno e da marzo, attraverso quattro progetti espositivi e numerosi appuntamenti per il pubblico, pone al centro della programmazione una riflessione sulla storia, le sue narrazioni consolidate e le sue rimozioni, oltre al modo in cui le sue interpretazioni si riflettono nel presente (si veda qui il comunicato stampa).

L’attività del museo per il 2025 si sviluppa in quattro importanti mostre, che indagano da diverse angolazioni e prospettive il ruolo giocato dalla storia e le sue connessioni spesso critiche e contraddittorie con il presente, e una serie di appuntamenti, tra cui residenze, ricerche sul territorio, conferenze e incontri. Le nuove esposizioni confermano la sensibilità di Kunst Meran Merano Arte per i linguaggi dell’arte contemporanea, con il coinvolgimento di artisti internazionali invitati a lavorare a produzioni inedite.

La nuova programmazione prenderà avvio alla conclusione della mostra in corso sino al 16 febbraio, la rassegna Architetture recenti in Alto Adige 2018-2024: un progetto di Kunst Meran Merano Arte, Südtiroler Künstlerbund e Fondazione Architettura Alto Adige, che indaga e ripercorre l’evoluzione dell’architettura altoatesina degli ultimi vent’anni. Giunta alla sua quarta edizione, l’iniziativa intende rivelare l’esistenza di un’identità architettonica locale, con caratteristiche distintive e ripetute, attraverso una selezione di progetti svolta da una giuria internazionale, quest’anno composta da Filippo Bricolo, Annette Spiro e Elisa Valero. La mostra è accompagnata da un ricco programma di iniziative che comprendono visite guidate, escursioni urbane e incontri con gli studi di architettura coinvolti.

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Belinda Kazeem-Kamiński, 2023; ©Lea Sonderegger

La programmazione 2025
A dare inizio al programma 2025 è Aerolectics, la prima personale in Italia dell’artista austriaca Belinda Kazeem-Kamiński, aperta al pubblico dal 16 marzo al 9 giugno. La mostra è parte del programma triennale ideato e curato da Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi che, con il titolo The Invention of Europe, riflette sull’idea monolitica di Europa e sulla sua costruzione narrativa: un itinerario in sei tappe (tre mostre collettive e tre monografiche) avviato lo scorso anno che si concluderà nel 2027 dedicato alle relazioni tra l’Europa e tre diversi continenti: Africa, Abya Yala (ovvero le Americhe lette in direzione decoloniale) e Asia.

Belinda Kazeem-Kamiński, “Rub/Rock”, 2024; © Belinda Kazeem-Kamiński

Aerolectics di Belinda Kazeem-Kamiński indaga, attraverso una serie inedita di lavori, le origini e la diffusione nel continente africano del sistema missionario cattolico europeo e i suoi rapporti con la contemporaneità. L’artista esplora l’intreccio tra storia e presente, guardando alle rimozioni nella memoria collettiva in particolare in relazione al contesto africano. Con un percorso multimediale e immersivo, fatto di vuoti e di pieni, di voci e di silenzi, in cui si succedono oggetti, narrazioni, suoni e immagini, Kazeem-Kamiński ripercorre e indaga l’esperienza della nerezza in Europa, percepita dallo sguardo bianco. Con un approccio autoetnografico e adottando una narrazione polifonica e multimediale Kazeem-Kamiński guarda anche al ruolo giocato dal sistema missionario in Alto Adige in rapporto a storie di diaspora africana.

Luigi Coppola, “Tavole della Maddalena”, Castiglione d’Otranto, 2024

La stagione estiva invece vede l’apertura della collettiva Earthly Communitiesdal 22 giugno al 12 ottobre, sempre parte di The Invention of Europe a cura di Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi. Gli artisti in mostra esplorano i rapporti tra Europa e Abya Yala, considerando anche le relazioni con il contesto altoatesino. La mostra indaga questioni ecologiche, economiche, geopolitiche, con uno sguardo anche alle conoscenze agricole tramandate e all’utilizzo sostenibile dei terreni. Nell’ambito della mostra sono previste anche residenze d’artista (di Amanda Piña, Alexandra Gelis e Luigi Coppola) che porteranno alla realizzazione di nuove opere e di una performance.

Le opere sono proposte non solo all’interno degli spazi espositivi di Merano Arte, ma anche in spazi pubblici, boschi e altri luoghi insoliti di Merano e delle zone limitrofe.
Il progetto prevede numerose collaborazioni, con persone e organizzazioni che operano nel settore agricolo e con istituzioni partner dell’anno museale Euregio “1525-2025 Guardare oltre!”.

Franz Wanner, “Musterfolien”, 2024

La programmazione del 2025 si conclude con due mostre presentate entrambe il 24 ottobre negli spazi di Kunst Meran Merano Arte: la personale di Franz Wanner e AlpiTypes Wanner, mostra collettiva dedicata all’arte grafica.

La prima personale italiana di Franz Wanner, a cura di Kristina Kreutzwald e Martina Oberprantacher, ne ripercorre la complessa ricerca artistica. Con l’uso della fotografia, del video, della parola e degli oggetti, l’artista indaga il passato, focalizzandosi sull’industria bellica e l’utilizzo del lavoro forzato nel contesto del nazionalsocialismo, e i suoi effetti sulla società del presente, riportando alla luce omissioni che si sono perpetuate nel corso del tempo. Per questa occasione espositiva, Franz Wanner ha realizzato anche alcune ricerche specifiche sul contesto altoatesino e sull’utilizzo di lavoratori coatti nel periodo della “Zona d’operazioni delle Prealpi”, cioè quando la Provincia di Bolzano fu annessa alla Germania nazista.

Gioele Maines, “Prachensky Sport”, 2024; font ispirato ai caratteri tipografici di un poster di Nicolaus Prachensky

Parallelamente, Kunst Meran Merano Arte ospita AlpiTypes, dedicata alla reinterpretazione contemporanea e alla connessione tra lettering, progettazione tipografica e pittura delle scritte. La mostra si focalizza sulla grafica applicata sviluppata nella prima metà del Novecento nel territorio attualmente corrispondente ad Alto Adige, Tirolo e Trentino. Curata da Antonino Benincasa, Massimo Martignoni e Anna ZinelliAlpiTypes prende spunto dalla ricerca approfondita condotta da Benincasa e Martignoni sulla grafica locale. Un gruppo di studenti della Libera Università di Bolzano, Facoltà di Design e Arti, accompagnati da Antonino Benincasa, ha reinterpretato caratteri tipografici storici di alfabeti incompleti, all’epoca spesso realizzati manualmente, integrando i caratteri mancanti, rivelando come il concetto tipografico originale si ispirava a correnti stilistiche europee come il Bauhaus, il Razionalismo, la Wiener Secession, il Costruttivismo e il movimento Arts and Crafts.  Il progetto è arricchito dal coinvolgimento di grafici internazionali, che utilizzano i font per creare manifesti tipografici contemporanei.

Il lavoro mette in luce una qualità e un’attualità della grafica del territorio ancora pressoché sconosciute.

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Kunst Meran Merano Arte offre anche attività di educazione e mediazione artistica per tutte le fasce di pubblico. La proposta didattica del museo, diversificata per livelli scolastici, ha come premessa ideologica la formazione civica e culturale attraverso l’arte. Anche attraverso il coinvolgimento di diverse personalità, sono proposte prospettive non convenzionali e affrontati temi di interesse attuale, al fine di affinare lo sguardo del pubblico sulla storia, sulla società, sull’arte e sulla cultura. Oltre alla componente teorica, nelle proposte di Kunst Meran Merano Arte è centrale l’approccio pratico e creativo, attraverso attività rivolte a tutte le fasce d’età, dai bambini ai giovani fino agli adulti.



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