Il sistema dell’emergenza in Fvg è in difficoltà: troppe chiamate, mancano medici e infermieri

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


Da quando è stato attivato il numero unico per l’emergenza, sette anni fa, la Struttura operativa regionale per l’emergenza sanitaria (Sores) ha gestito 2.396.723 chiamate.

Un numero impressionante se rapportato al numero di abitanti del Friuli Venezia Giulia (meno di 1,2 milioni) e se si pensa che gli operatori della centrale si trovano a gestire in media ogni giorno qualcosa come ottocento chiamate. Le criticità? Tante.

A partire dal numero abnorme di chiamate improprie, per passare alla carenza di personale (che accomuna la centrale di gestione dell’emergenza a tutto il sistema sanitario), fino ad arrivare alla localizzazione della centrale di Palmanova, ritenuta fuori mano dagli stessi operatori.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Temi che sono stati toccati ieri nel corso del convegno “Emergenza urgenza in Fvg”, organizzato a Udine dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, guidato dal segretario provinciale Afrim Caslli.

La porta d’accesso all’emergenza

Il primo anello della catena di gestione dell’emergenza è la centrale del Nue 112. Che sta implementando nuovi meccanismi per rendere ancora più precisa la localizzazione delle chiamate e facilitare la risposta alle richieste d’intervento.

Tra le novità annunciate dal direttore della centrale, Nazzareno Candotti, la sperimentazione della call conference (per collegare più centrali di risposta a una stessa chiamata: si pensi a soccorso sanitario, forze dell’ordine e vigili del fuoco) e l’attivazione del supporto psicologico agli operatori, con alcuni degli addetti a coadiuvare i colleghi nella gestione delle chiamate più complesse.

Un aiuto che diventa fondamentale in un contesto lavorativo in cui i livelli di stress sono massimi per il carico di responsabilità e per la necessità di fornire risposte in tempo reale all’utenza.

Che spesso utilizza in modo improprio il 112, sovraccaricando il sistema con richieste che nulla hanno a che vedere con l’attività propria del numero unico per l’emergenza. Anche per questo la Regione ha già avviato (a Trieste) la sperimentazione del numero unico europeo per l’accesso alle cure mediche non urgenti, il 116 117, che dovrebbe funzionare da raccordo con il servizio di continuità assistenziale e di emergenza urgenza.

Poco personale

La fuga del personale non risparmia neppure la Sores, come confermato dal direttore della struttura, Giulio Trillò. Che dovrebbe poter disporre di 44 infermieri (di cui quattro senior e un dirigente): a Palmanova ne operano attualmente 31.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Nonostante tutto i tempi di risposta sono buoni, al netto di alcune criticità legate alle fasce orarie nelle quali si concentrano le chiamate, in particolare tra le 7 e le 9 di mattina e tra le 20 e le 22. Eppure il numero di chiamate da gestire è elevatissimo: nel 2024 la Sores ne ha gestite 309.579 (più 2,32 rispetto all’anno prima), per un totale di 128.403 interventi.

Migliorare si può, anche nelle risposte alle esigenze degli operatori, che lamentano la posizione del “cubo” che ospita la centrale operativa, considerato isolato e dunque raggiungibile non in maniera immediata da chi prende servizio.

Di personale carente ha parlato anche Franco Cominotto, direttore dei Pronto soccorso di Cattinara e dell’ospedale Maggiore di Trieste, che ha rilevato come manchino tra i 50 e i 60 medici «superformati» nelle strutture dell’emergenza della regione.

Incentivi e premialità

All’incontro ha partecipato anche l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, che ha sottolineato come sia «fondamentale separare le situazioni che richiedono un intervento d’urgenza da quelle che si presentano in maniera inappropriata nei nostri Pronto soccorso.

L’attuale modello organizzativo deve necessariamente tenere conto del mutamento dei bisogni. Esiste una componente sociale importante e una componente di casi lievi che necessitano di percorsi diversi rispetto alle emergenze gravi», sottolineando come la Regione abbia messo a disposizione nell’ultima finanziaria 57 milioni di euro per le premialità, «indicando che devono essere destinate alle specialità che maggiormente soffrono. E, tra queste, c’è l’emergenza urgenza».

Durante i lavori è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

E il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, ha parlato di «mancata occasione» riferendosi allo stop alla preintesa «sul contratto collettivo nazionale».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link