Accorpamento Corte dei Conti dell’Aquila a Napoli: no corale dall’Abruzzo

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L’annuncio di trasferire la Corte dei Conti da L’Aquila Napoli ha sollevato un’ondata di malcontento tra magistrati e politici e sindaci in Abruzzo. Un no corale si è levato.

La decisione del Governo, contenuta nella proposta di legge 1621 in materia di giustizia contabile, che prevede la chiusura delle sedi regionali delle Corti territoriali e, nel caso di quella abruzzese, l’accorpamento nella macroarea del Sud, cioè Napoli, insieme a Molise, Basilicata, Calabria e Puglia, ha colto di sorpresa magistrati e amministrativi, che si sono visti privare di un’importante istituzione presente sul territorio. Un cambiamento che ha allarmato non solo gli addetti, per le ripercussioni occupazionali che la soppressione provocherebbe per gli attuali 60 lavoratori della sede aquilana, ma pure le forze politiche.

Il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio (Fratelli d’Italia), non sarebbe favorevole a questa riorganizzazione avanzata tramite un emendamento a firma della deputata Sara Kelany (FdI) e di Pietro Pittalis (Forza Italia), ma al momento preferisce aspettare per capire dove e come intervenire. Nel frattempo, i consiglieri regionali di centrodestra, Massimo Verrecchia (FdI), Emiliano Di Matteo (FI), Vincenzo D’Incecco (Lega), Luciano Marinucci (Marsilio Presidente), Marianna Scoccia (Noi Moderati), hanno depositata una risoluzione “come azione di sostegno a mantenere la sezione regionale della Corte dei Conti nel capoluogo di regione. In questi giorni – spiega il capogruppo di FdI -, come è noto è in discussione in Parlamento un’ipotesi emendativa volta ad accorpare in macro-aree le sedi della Corte dei Conti al fine di riformare l’assetto della magistratura contabile. Ci siamo prontamente attivati per trovare una soluzione che possa scongiurare tale accorpamento e la nostra risoluzione ha un chiaro obiettivo: far sì che il Consiglio regionale d’Abruzzo contribuisca attivamente al confronto, evidenziando il ruolo fondamentale che le sedi territoriali delle Corti dei Conti hanno svolto in questi anni”.

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Nonostante la posizione assunta dalla maggioranza in Emiciclo, i partiti di opposizione incalzano e chiedono chiarezza. I consiglieri regionali del Pd, Daniele Marinelli, Silvio Paolucci, Antonio Di Marco, Antonio Blasioli, Sandro Mariani, Pierpaolo Pietrucci e Dino Pepe, hanno sottolineato l’importanza di contrastare una mossa, che viene vista come un’ulteriore spoliazione dell’Abruzzo delle sue istituzioni. “Mentre Marsilio fa i salamelecchi alla Meloni – affermano gli esponenti regionali –, la premier autorizza lo spostamento della Corte dei Conti da L’Aquila a Napoli, scippando al territorio che l’ha eletta a pieni voti di un presidio importantissimo di legalità e di giurisdizione fra lo sconcerto e la contrarietà di magistrati e amministrativi delle sezioni di controllo riorganizzate in sei sedi nazionali, secondo il piano governativo presentato con il nuovo anno, senza alcuna condivisione né con gli organi e sezioni giurisdizionali interessati, né con le relative Procure”.

Per la parlamentare Daniela Torto (M5s) “la decisione di chiudere la sede aquilana rischia di compromettere la qualità e l’efficienza dei servizi offerti, oltre a indebolire il legame tra le istituzioni e il territorio abruzzese. La presenza della sede della Corte dei Conti all’Aquila non solo assicura un presidio di legalità e trasparenza ma rappresenta anche un simbolo di vicinanza dello Stato alle comunità locali, in un’area che già affronta significative difficoltà socio-economiche e infrastrutturali. Si tratta di una decisione che appare incoerente con la necessità di rafforzare il decentramento amministrativo e di valorizzare le specificità territoriali, così come previsto dall’articolo 5 della Costituzione – aggiunge Torto sottolineando che la – chiusura della sede potrebbe aggravare il divario tra i territori, penalizzando ulteriormente l’Abruzzo già colpito da calamità naturali e da altre emergenze strutturali. Una decisione che appare altrettanto incoerente, inoltre, rispetto a quanto si sta decidendo su altri comparti della giustizia, come le deroghe per il mantenimento dei tribunali minori”.

Sul tema è intervenuto anche Enzo Di Natale, responsabile della provincia dell’Aquila per la sezione abruzzese dell’associazione di comuni Autonomie locali italiane: “Assistiamo ormai da anni al progressivo svuotamento del nostro capoluogo regionale, da parte di ogni livello istituzionale. L’Abruzzo è una regione plurale, chiediamo l’apertura di un dibattito regionale aperto sulla strategia per l’Abruzzo interno, ormai è un tema non più rimandabile. Dai piccoli comuni, anima identitaria della nostra regione, al tema dello spopolamento, fino a quello dei grandi poli economici, industriali, culturali trainanti per la nostra provincia, si percepisce ormai una generale rassegnazione ad un lento declino. Dopo l’iniziativa dei consiglieri del Comune dell’Aquila, si è aperto un dibattito, chiediamo di allargarlo per affrontare sotto una prospettiva più ampia la questione di una strategia per l’Aquilano e per l’Abruzzo intero. Noi siamo a disposizione”. 20 gen. 2025

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