I Comuni bresciani e il Pnrr: 458 milioni per realizzare 1.400 progetti

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Il piano dei finanziamenti

Tra un anno e mezzo scadono i termini dell’Unione Europea sul Recovery Fund: i lavori vanno completati entro questo termine pena il rischio di perdere le risorse. E in provincia non mancano situazioni di forte ritardo La richiesta complessiva è stata di 544 milioni, coperta all’82%. Nel capoluogo arrivano fondi per oltre 88 milioni

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Una corsa contro il tempo. Tra diciotto mesi scadrà la deadline dell’Unione Europea sui progetti finanziati dal Recovery fund. La sfida per Brescia riguarda il destino di 7.273 progetti per complessivi 3 miliardi di euro, che beneficeranno di 2,1 miliardi dal Pnrr. Il pacchetto più corposo riguarda le infrastrutture (3.406 progetti), a seguire la digitalizzazione (1.494), impresa e lavoro (887) e scuola (817). Sotto il profilo delle risorse, la maggior parte dei contributi è destinata alla transizione ecologica (561,7 milioni). Seguono scuola con 390,7 milioni, impresa e lavoro (346,9) e salute (346,7). Risorse che sfumeranno se non sarà rispettata la scadenza fissata a giugno 2026, anticipata a marzo del prossimo anno dal governo per poter effettuare una ricognizione sulle opere e definire quelle che oggettivamente non potranno rispettare i criteri di finanziamento, perchè troppo in ritardo.

I numeri bresciani

Il rischio di perdere parte degli stanziamenti è reale, come ha rimarcato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha confermato la richiesta di allungamento della deadline per la messa a terra del piano. Ma al momento Bruxelles è irremovibile.

I 205 Comuni e la Provincia hanno presentato 1.439 progetti per opere che «valgono» complessivamente 544.329.378 euro, coperti per 458.768.681 (84,28%) da Pnrr e Pnc, il Piano nazionale complementare. La cifra è al netto dei contributi per le grandi opere infrastrutturali – come Tav, linea ferroviaria ad idrogeno sulla Edolo-Brescia, vasche di laminazione, adeguamento dello scalo merci alla Stazione di Brescia -, e dei 227 interventi presentati dalla Regione, ma anche delle risorse richieste dagli Istituti comprensivi.

Il Broletto ha ottenuto 49,2 milioni per la riqualificazione e la messa in sicurezza degli istituti scolastici; il capoluogo invece ha varato 38 progetti, finanziati per 88,3 milioni. Gli investimenti più consistenti? La bonifica del parco Livorno (5,7 milioni), gli autobus elettrici (8,66), l’impianto indoor Bazoli (3,5), e la demolizione della Torre Tintoretto (per ora sono stati dirottati 25 milioni), finanziata totalmente per 42,4 milioni di euro.

In provincia invece spiccano i 18 milioni per la rinascita in chiave culturale e turistica del borgo di Livemmo a Pertica Alta, ma anche i i 29,5 milioni per il nuovo impianto di trattamento rifiuti a Carpenedolo (con l’iter in forte ritardo), gli 8,2 milioni per la scuola Catullo di Desenzano, gli 8 milioni destinati al polo didattico di Sarezzo e i 6,4 per quello di Lumezzane San Sebastiano, i 5,37 per la messa in sicurezza della media di Gavardo, i 5 milioni per la sede dei carabinieri di Chiari e per la riqualificazione del municipio di Gussago.

L’auspicio di una proroga

Gli iter viaggiano a due velocità. Qualche Comune ammette di essere in sofferenza e auspica una proroga di almeno un anno, Desenzano invece è sicuro di rispettare il cronoprogramma. «La scuola Catullo – 8,2 milioni finanziati dal Pnnr sull’investimento di 12,3 – è praticamente conclusa – conferma il sindaco Guido Malinverno -. Restano da completare gli interventi alla stazione di posta, in dirittura d’arrivo, e la ristrutturazione del nido, che aprirà a settembre. La nostra struttura tecnico-amministrativa garantisce efficienza, ma immagino che i paesi più piccoli siano in apnea».

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A Gussago la riqualificazione della piazza Vittorio Veneto e del municipio saranno conclusi entro l’estate, quindi in anticipo. «Da un lato siamo soddisfatti di aver colto l’opportunità del Pnrr, che ci permette di rigenerare il cuore del paese e di adeguare alle nuove esigenze gli spazi del municipio – sottolinea il sindaco Giovanni Coccoli -. Dall’altra c’è il ramnarico per essere in attesa dei fondi sulle scuole, dove per il primo caso abbiamo vinto il ricorso al Consiglio di Stato e per il secondo il progetto è stato ammesso ma non finanziato. La distribuzione degli stanziamenti è stata discutibile: troppi Comuni hanno ricevuto molti più fondi di quanti riusciranno a trasformare in opere. La speranza è che la ricognizione del Governo per verificare a che punto siano i progetti e la loro concreta realizzazione consenta di dirottare le risorse non sfruttate agli enti locali virtuosi, che hanno saputo condurre in porto i lavori. Gussago ha già pronti i progetti definitivi ed è in grado di affidare subito i lavori».





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