incontro a Termoli il 25 gennaio

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Il prof. Stefano Zamagni benedice la rete delle sartorie sociali: “Una vera e unica opportunità di cambiamento“

TERMOLI – Aumentano i consensi e le adesioni alla rete delle Sartorie sociali d’Italia. Dal Molise il progetto pilota per l’intera nazione. Il 25 gennaio ore 10,00 presso la sede di Scuola e Lavoro in Largo Martiri delle Foibe 1 – Termoli la firma.

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L’eco della notizia della costituzione della rete delle sartorie sociali ha suscitato richieste di spiegazioni in tema di cosa questa intenda proporre in concreto. Per essere esemplificativi senza esporre concetti che comunque andrebbero approfonditi per capirne le basi e le dovute offerte, si devono delle premesse.

Le “Sartorie sociali” sono ricomprese, a buon diritto, all’interno di quella “Economia sociale” che incarna, l’economia del domani, promuovono coesione sociale e con essa quell’economia che svolge un ruolo cruciale all’interno di quei processi di sviluppo economico e industriale sostenibile e di partecipazione attiva dei cittadini nella società, coerenti con le indicazioni dell’Agenda 2030. Il valore economico e sociale e loro diffusione sull’intero territorio nazionale, sottolinea l’esigenza di una strategia mirata a promuovere/accompagnare queste iniziative e la necessità che le stesse facciano “rete” per condividere conoscenze, pratiche e “servizi comuni”. Fungono da portatrici di solidale perequazione, di tutela dell’artigianato, di attrattori turistico/culturali nella loro funzione di conduttori al solidarismo sociale in quanto partecipi della riabilitazione attiva di persone per vari motivi emarginati dal contesto quotidiano. Questa la vera proposta di dar vita a una “rete” tra le “Sartorie sociali”. Le “Sartorie sociali”, al contrario dell’industria, infatti, nella loro quotidiana attività coniugano il “saper fare” con la sostenibilità e l’inclusione sociale.

Tornare a promuovere l’artigianato locale attraverso storie che raccontano come si realizzano “capi durevoli” (ri)utilizzando tessuti naturali e intrecciando cultura, maestria manifatturiera, sostenibilità e innovazione sociale è l’unica alternativa alla nuova e opportuna rivalutazione del concetto artigianale della produzione offrendo, nel contempo, occasioni di (re)inserimento nel mondo del lavoro in particolare ai soggetti fragili.

La costituzione della “rete” tra le Sartorie sociali, prevista per il giorno 25 gennaio a Termoli (CB), significa porre al centro di uno scenario assai complesso, la consapevolezza del patrimonio culturale con l’obiettivo di valorizzare queste preziose esperienze, seppur diverse nelle loro storie. Si parla tanto di sostenibilità ma poi si accentra tutto sull’economia globale che non coniuga a se, ne la sostenibilità ne l’inclusione sociale, favorendo non di certo la valorizzazione dell’arte manifatturiera che ha contribuito al successo del “made in Italy” nel mondo. Occorre tornare a modelli di produzione e consumo responsabili che, valorizzando il ruolo del “consumatore”, generano speranze e modi di pensare al benessere della collettività attraverso inclusione, risparmio e solidarietà.

Strategie politiche capaci di creare le giuste condizioni per il suo sviluppo sono all’odine del giorno ma nell’essere succubi delle multinazionali, non si potrà mai pensare di essere utili al cambiamento. Il cambiamento è tornare a utilizzare il proprio patrimonio artigianale e non quello dettato da regole inumane di mercato. Usare il locale per renderlo globale, in sintesi. La rete servirà a competere sul mercato e raggiungere la consapevole forza dell’identitario. Per questo, ad affiancare le Sartorie sociali promotrici della “rete”, ci sarà un forte e qualificato partenariato Istituzionale, scientifico, imprenditoriale e sociale.

Tra questi il Centro Studi per la moda e le produzioni culturali ModaCult – Università Cattolica del Sacro Cuore che, attraverso il progetto “CreAbility”, supporterà il percorso progettuale per quanto concerne la formazione, la comunicazione e le strategie complessive della costituenda “rete”. “Slow Fiber”, che rappresenta una “rete” di aziende italiane che comprende tutta la filiera tessile della moda e dell’arredamento; l’associazione Next (Nuova economia x tutti) organizzazione nazionali tesa a realizzare un nuovo modello di economia sostenibile, civile e partecipato; la piattaforma di e-commerce “Gioosto” che accompagnerà la definizione di strategie commerciali in grado di connettere le “Sartorie sociali” con quella crescente fascia di consumatori disposta a premiare le aziende virtuose; la Fismo Confesercenti Genova che rappresenta le piccole/medie aziende che si occupano della distribuzione al dettaglio di articoli di abbigliamento non a caso hanno scelto di esserne parte.

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E non a caso sono ben oltre 25 le sartorie sociali dislocate su tutto il territorio nazionale che sottoscriveranno l’atto condiviso che parte dal significativo apporto dettato dal progetto “Laboratorio moda Molise” promosso dalla Provincia di Isernia, all’indomani della crisi di un’azienda leader nel settore moda. L’obiettivo, quindi, è inteso nel valorizzare un “luogo” e un patrimonio di competenze creative e manifatturiere che in passato ha dato lustro al mondo dell’artigianato, vero volano dell’economia nazionale. E.N.B.I. Form, CFSIIS del Gargano, Fondo Conoscenza, Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Molise, Distretto Turistico Molise Orientale, Università, Fondazioni, tra le quali spicca quella del Banco di Napoli, altri partner fondamentali.

L’incontro sarà partecipato dall’Assessore regionale Gianluca Cefaratti , dai due presidenti delle provincie di Campobasso e Isernia, Pino Puchetti e Daniele Saia, dall’on.le Remo Di Giandomenico, dal senatore Costanzo Della Porta, dall’on.le Giorgio Lovecchio, a cui si aggiungono la consigliera regionale con delega Stefania Passarelli, partner del progetto, Sindaci, imprenditori e studiosi. Invitati il presidente della Regione Molise Francesco Roberti, il sindaco di Termoli Nico Balice e i consiglieri regionali tutti.



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