Scuola, in Puglia investimenti da 1,6 miliardi di euro. Palestre, mense e lavori: il piano

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Il maxi piano da 1,6 miliardi di euro per la scuola del futuro, nel Mezzogiorno e in Puglia. Meno dispersione scolastica, sia quella esplicita (e cioè gli studenti che abbandonano gli istituti e non arrivano diploma) sia quella implicita (e cioè coloro che arrivano al diploma ma con competenze inadeguate, secondo le rilevazioni Invalsi). Più fondi per le palestre e le mense, così da poter studiare un modo per aumentare il numero delle ore degli alunni del Sud, penalizzati rispetto a quelli del Nord anche nella partecipazione al tempo pieno. Secondo un recente studio promosso negli ultimi mesi da Save The Children un alunno di una scuola del Mezzogiorno che non aderisce al tempo pieno, alla fine del proprio percorso è come se avesse studiato un anno in meno rispetto a un alunno del Nord. E i dati spiegano in maniera esaustiva il divario: nella Provincia Autonoma di Trento, ad esempio, il 91,3% degli studenti delle elementari è iscritto al tempo pieno, in provincia di Monza si arriva al 70%. In Puglia la percentuale si aggira attorno al 20, con punte inferiori al 10 per cento, come accade ad esempio nel Foggiano. E non è soltanto una questione di cultura: avere meno mense – intese come infrastrutture – vuol dire avere meno posti per il tempo pieno. Senza contare le ricadute sul sistema lavorativo, che con un welfare debole in questo aspetto, coincide con una minore occupazione femminile. In Puglia, tra i progetti già avviati e quelli ancora da avviare, si contano 93 milioni dal Ministero, in larga parte con fondi del Pnrr. L’ultimo avviso del Ministero, ad esempio, aveva visto 90 progetti approvati nel tacco d’Italia e 14 ammessi ma con riserva. Stesso discorso per gli asili nido: anche qui aumentare i posti vuol dire consentire all’intero sistema di crescere. Previsti 438 milioni di euro. Per le palestre, invece, ci saranno 52 milioni. E sono 378 i milioni di euro che il Ministero ha stanziato – attraverso i bandi con risorse Pnrr – per la messa in sicurezza, la riqualificazione, l’efficientamento energetico e l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle scuole pugliesi. In totale per l’edilizia c’è oltre un miliardo di euro, secondo quanto ricostruito dagli uffici del Ministero dell’Università e della Ricerca in occasione della visita di Giuseppe Valditara in due licei di Lecce nella settimana appena trascorsa.

Pioggia di risorse per la Puglia, come per le altre regioni del Nord. Per scuola e didattica, infatti, sono previsti 335 milioni di euro, di cui 100 per progetti che servono a ridurre la dispersione scolastica. I dati del 2023 evidenziano il 12,8% di abbandono in Puglia, con una forte riduzione rispetto all’anno precedente (14,4%). Al contrario al Nord ci sono regioni, con dati assoluti migliori ma con un incremento: +0,5% di ragazzi che abbandonano in Liguria, +1,5% in Veneto e addirittura il +4,6% a Bolzano.

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In sintesi: il grande piano contro la dispersione, con in testa Agenda Sud che è valso 40 milioni di euro per 346 progetti in Puglia, ha avuto l’effetto di frenare l’emorragia del Sud, ma ancora i divari territoriali resistono e non si assottigliano più di tanto.

Ancora a proposito di fondi: 139 milioni di euro per la digitalizzazione delle aule, con la creazione di “ambienti laboratoriali innovativi”. E l’Orientamento, un’altra battaglia del Ministero sotto la guida di Valditara. Qui previsti 58 milioni di euro per gli istituti pugliesi.

Sarà anche per questo che proprio il ministro, in visita nel capoluogo salentino pochi giorni fa, ha ribadito i buoni risultati della Puglia nella diminuzione della dispersione e nel recepire tutti gli altri finanziamenti. Una pioggia di denaro di proporzioni torrenziali – per restare nella metafora -, benedetta soprattutto dai fondi del Pnrr. «Ma vi sono anche risorse che sono state stanziate dal Ministero, con fondi nostri», ci ha tenuto a precisare Valditara. A proposito: la lotta alla dispersione e la ripartizione del denaro proveniente dall’Europa non sono di certo esaurite. Tanto che nel giro di poche settimane dovrebbe essere licenziato un nuovo bando Agenda Sud, per il prossimo anno scolastico, per assumere docenti per le attività pomeridiane e per incrementare, ancora, l’uso di palestre e mense. Basterà? Le risorse sono tante, con un cumulo probabilmente senza precedenti. Da parte dei sindacati e di alcune associazioni, tuttavia, vengono sollevate alcune preoccupazioni: l’attuale distribuzione dei fondi del Pnrr non basterà a ridurre i divari in modo significativo, nonostante sia stata rispettata la quota del 40% al Sud. «Da una analisi puntuale della distribuzione provinciale delle risorse e dei programmi (su mense, tempo pieno e palestre), questo obiettivo di riequilibrio risulta al momento solo parzialmente raggiunto – avvertiva Save The Children poche settimane fa -. Si rileva infatti una forte eterogeneità a livello provinciale – anche tra territori in condizioni di pari svantaggio educativo – circa la distribuzione delle risorse e la realizzazione degli interventi. Su queste difformità ha senz’altro pesato, in molti casi, la criticità di una assegnazione dei fondi attraverso bandi, in alcuni casi superata a favore di una più efficace attribuzione diretta ai territori più svantaggiati». Insomma: benino il Sud, meno bene il Sud del Sud.

G.And.

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