E’ di questi giorni la notizia che QF avrebbe riaperto, per la terza volta, la procedura di licenziamento collettivo per gli operai della ex GKN di Campi Bisenzio, che da più di tre anni e mezzo lottano per un posto di lavoro utile e dignitoso e presidiano giorno e notte lo stabilimento in assemblea permanente.
Il padrone Borgomeo fa questa mossa dopo aver venduto la struttura a una non meglio identificata immobiliare, nel bel mezzo a una trattativa sindacale e quindi violando platealmente ogni prassi e regola che queste stabiliscono.
Ancora un volta, dimostra in che considerazione tiene non solo gli operai ma anche i sindacati e le Regioni: nessuna, a lui interessa solo il profitto.
Per quanto riguarda il governo Meloni, invece non ci sono problemi. Da sempre appoggia nei fatti ogni azione di questo figuro che, sempre in barba a leggi e prassi correnti, da 13 mesi non paga gli operai senza avere acceso gli ammortizzatori sociali, senza subire conseguenze serie dai pignoramenti, senza dare i cedolini che gli operai possono usare per contributi e agevolazioni (quindi bloccandole), conducendo nei fatti un assedio medievale alle condizioni di vita di questi operai e di decine di famiglie, a tutto un territorio dove queste persone vivono (e quindi dove spendono, pagano affitti e contributi, eccetera).
La copertura politica ci pare evidente, così come la pericolosità di un simile precedente se questo passasse. Infatti il Collettivo di Fabbrica ha sempre sottolineato la gravità del fatto: dove si finisce se ai padroni è permesso di non pagare il salario né dare la busta paga, di vendere le aziende sottobanco e non produrre mai piani industriali ricevendo soldi a pioggia a partire dalla casa integrazione ritagliata su misura e retroattiva come quella incassata a marzo 2023, di non rispettare le minime regole sindacali e politiche di un paese che si ritiene avanzato? Quanto accade, sicuramente è una bella pietra tombale sulla cosiddetta concertazione e una fila di schiaffi in faccia a chi la propugna!
Un altro tassello che si aggiunge a questo mosaico è quello della repressione. Siamo nella fase della corsa all’approvazione del famigerato DDL 1660 da parte del governo Meloni con il questurino Piantedosi alla testa, che tra le altre misure prevede l’inasprimento delle condanne (da pecuniarie al penale) per le occupazioni abusive di immobili (quindi potenzialmente anche le fabbriche), la persecuzione dei “solidali” che sostengono tali lotte, la persecuzione di chi pratica picchetti: come quello che nel novembre del 2022 impedì lo svuotamento del magazzino della fabbrica, come quelli fatti abitualmente dal SI Cobas nella Logistica. Si tratta di un attacco diretto alla classe operaia che lotta contro lo smantellamento delle aziende da parte di fondi, multinazionali e avventurieri nostrani.
E’ noto che nel caso della GKN i solidali hanno avuto, e ancora hanno, un ruolo di primo piano nella tenuta di questa battaglia, è chiaro l’intento di spaccare questo fronte fondamentale e di colpire la solidarietà popolare e di classe che si esprime in ogni situazione di lotta contro la classe dominante. Quindi, padroni come Borgomeo e governo Meloni “corrono insieme”, da bravi sciacalli, nel cercare di fare passare a ogni costo le politiche di miseria, guerra e mobilitazione reazionaria generale con cui cercano di far fronte alla irreversibile crisi del sistema capitalista, di cui sono parte integrante e responsabili in prima persona. Una corsa che sarà inutile, perchè la repressione genera ribellione, solidarietà, convergenza e lotta!
L’esperienza della GKN è profondamente in contrapposizione a tutte le manovre citate prima, anche per la via scelta dagli operai di reindustrializzare lo stabilimento dopo la fuga del fondo Melrose, dettata dall’accelerato smantellamento del settore Automotive alla cui testa c’è la ex FIAT, oggi Stellantis. Infatti, insieme a tecnici ed esperti solidali, gli operai hanno elaborato (ormai da lungo tempo) un piano industriale dal basso che prevede una riconversione ecologica “vera”, con produzione di pannelli solari e cargo bike, che è cosa ben diversa dalla “green economy” che i gruppi imperialisti sbandierano per smantellare interi settori produttivi, succhiare fondi pubblici e aprire nuovi campi alla speculazione, come quelli dell’eolico e del fotovoltaico selvaggio con cui intendono devastare territori meravigliosi come i crinali del Mugello e la Val di Cornia, in nome dell’ambiente che non hanno mai rispettato finora.
Un simile progetto operaio è tanto più importante in quanto verrebbe attuato un Comune che è stato funestato da ben due alluvioni (la prima ha causato 7 morti) negli ultimi due anni, che ha una Amministrazione “a sinistra” di quelle del PD e che quindi può dare un contributo ulteriore alla lotta della ex GKN. Il sindaco Tagliaferri si è detto subito disposto a espropriare la fabbrica dando gambe alla legge regionale sui consorzi industriali che è stata approvata a fine dicembre, anche in questo caso grazie alla lotta serrata degli operai che hanno letteralmente assediato la giunta nel suo palazzo durante la discussione e le votazioni.
Questo strumento, un altro che questa organizzazione operaia ha messo a disposizione di tutti i lavoratori del paese e che dimostra che si possono creare e imporre alternative dal basso (piani industriali, festival di teatro e letteratura, socialità, eccetera) anche negli spazi sempre più angusti della società capitalista, apre quindi una strada e il Comune può contribuire a farlo marciare ulteriormente. Intanto, può partire imponendo il vincolo alla destinazione industriale dell’area mettendo un paletto alle potenziali speculazioni immobiliari.
Altre misure concrete che l’amministrazione può imporre, anche a tutela di possibili azioni di forza che potrebbero avvenire in seguito ai licenziamenti e per alimentare la lotta, sono
. il trasferimento dl alcuni uffici comunali o sedi di assessori al suo interno e organizzarci delle sedute del consiglio comunale aperte alla cittadinanza (la mensa della GKN è molto grande e accogliente..),
. chiedere pubblicamente a Regione Toscana nomi e dati delle aziende che si vogliono insediare alla GKN (fondamentali per il consorzio industriale che vengono tenute accuratamente nascoste) per farle smuovere, oppure smascherare una eventuale manovra sporca,
. ripristinare immediatamente l’erogazione dell’energia elettrica come misura di sicurezza aggiustando la cabina elettrica che è stata sabotata da “ignoti”,
. imporre delle manutenzioni straordinarie (caditoie, serbatoi di acque reflue, interni) alla proprietà visto lo stato di abbandono in cui costringe la fabbrica e sostituirvisi se non vengono svolte, inviando il conto a chi di dovere e facendole fare in prima istanza agli operai ex GKN pagandoli adeguatamente;
. mettere un distaccamento della Protezione Civile dentro alla fabbrica, una delle pochissime aree del territorio ad essere rimasta all’asciutto durante l’alluvione del novembre 2023 e quindi ottima a livello logistico e organizzativo come si è visto, sempre grazie agli operai, nei giorni successivi a quel disastro,
. sospendere TARI, IMU e altre tasse agli operai che risiedono nel Comune e che da 13 mesi non sono pagati dal padrone mandando a lui il conto con tanto di ingiunzioni, more e denunce del caso,
. intervenire sui grandi negozi della GDO di zona affinché forniscano i lavoratori ex GKN e il presidio permanente dei beni di prima necessità di cui necessitano a prezzo calmierato.
Queste sono solo alcune delle misure, politiche ma soprattutto concrete e praticamente immediate, che il sindaco e l’amministrazione comunale di Campi Bisenzio possono mettere in moto per sostenere la strenua ed esemplare lotta di questi operai (molti abitano proprio in questo comune) e soprattutto per incalzare la Regione Toscana, quindi il PD, a dare concretezza e seguito immediato alla legge regionale che ha approvato e muoversi ad attuarla. Non devono avere la scusa e lo spazio di manovra per far sì che il consorzio rimanga una scatola vuota frignando che hanno fatto tutto il possibile, non devono sperare di arrivare alle prossime elezioni regionali senza avere tra i piedi questa per loro fastidiosissima vertenza. Sono riusciti ad evitare il disturbo per le elezioni comunali di Firenze, non devono avere tregua in questa tornata, in generale devono essere messi con le spalle al muro sulla siderale distanza fra quello che dicono e ciò che fanno!
Quanto abbiamo scritto indica la via da percorrere non solo per sostenere una delle più importanti vertenze operaie del paese degli ultimi anni, ma anche per far sì che quella di Campi Bisenzio diventi compiutamente una amministrazione comunale di emergenza che prenda misure all’altezza della situazione (che è di emergenza sotto il profilo lavorativo, ambientale, sociale, economico e politico), che continui a distinguersi da quelle emanazione del PD e quindi supine ai cosiddetti poteri forti, creando superiori condizioni per coordinarsi con le altre – a partire da quella di Calenzano – in modo da invertire insieme il catastrofico corso delle cose che la classe dominante cerca di imporre alla Piana fiorentina e al resto del paese: grandi opere inutili e spesso dannose come il nuovo aeroporto, stragi operaie, disoccupazione, inquinamento e devastazione ambientale, turismo predatorio e carovita conseguente, guerra tra poveri e contro le masse popolari di altri paesi.
Il futuro è luminoso e renderlo tale dipende da noi, dalle organizzazioni operaie come il CdF GKN, da amministrazioni alternative e di rottura come quella di Campi, dall’inarrestabile forza delle masse popolari che si uniscono e si coordinano per cacciare i governi delle larghe intese e cominciare ad imporre dal basso una nuova governabilità dei territori e delle nostre vite.
Federazione Toscana del Partito dei CARC
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