Abi: mutui, tassi al 3,10% a dicembre. Il riepilogo su tassi ed erogazioni nel 2024

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A dicembre 2024 i tassi di interesse sui mutui si sono attestati a 3,10%. Lo segnala il Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana), che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo.

Secondo i dati pubblicati nella sintesi del bollettino, il valore era pari al 4,42% a dicembre 2023 e a 3,01% a dicembre 2022; 1,40% un anno prima.

I tassi di interesse sui mutui sono andati progressivamente diminuendo da inizio anno, perdendo lo 0,88%. Erano pari a 3,98% a gennaio e sono passati a 3,89% a febbraio; a 3,79% a marzo; a 3,67% ad aprile; a 3,61% a maggio; a 3,55% a giugno; a 3,44% a luglio; 3,59% ad agosto; 3,31% a settembre; 3,27% a ottobre; 3,23% a novembre e 3,10% a dicembre.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Tassi di interesse bancari nel 2024 (medie mensili – valori %)

Mese di riferimento

Tassi sui mutui (nuove operazioni)

Tasso di riferimento Bce

Euribor a 3 mesi (Area euro)

Irs a 10 anni (Area euro)

Gennaio

3,98%

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

4,50%

3,93%

2,63%

Febbraio

3,89%

4,50%

3,92%

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

2,73%

Marzo

3,79%

4,50%

3,92%

2,64%

Microcredito

per le aziende

 

Aprile

3,67%

4,50%

3,89%

2,76%

Maggio

3,61%

Microcredito

per le aziende

 

4,50%

3,81%

2,80%

Giugno

3,55%

4,25%

3,73%

Microcredito

per le aziende

 

2,79%

Luglio

3,44%

4,25%

3,69%

2,74%

Agosto

Microcredito

per le aziende

 

3,59%

4,25%

3,55%

2,50%

Settembre

3,31%

3,65%

3,43%

2,44%

Ottobre

3,27%

3,40%

3,17%

2,43%

Novembre

3,23%

3,40%

3,01%

2,33%

Dicembre

3,10%

3,00%

2,82%

2,23%

Fonte: Monthly outlook Abi.

Su SimplyBiz è disponibile anche l’andamento dei tassi nel 2023.

Irs a 10 anni in aumento a gennaio 2025

Secondo i dati diffusi dall’Abi, nella media del mese di dicembre il tasso Euribor a 3 mesi si è attestato a 2,82%, in calo dal 3,01% di novembre. Era pari al 3,93% a gennaio, a 3,92% a febbraio e marzo, a 3,89% ad aprile, a 3,81% a maggio, a 3,73% a giugno, a 3,69% a luglio, a 3,55% ad agosto, a 3,43% a settembre, a 3,17% a ottobre, a 3,01% a novembre e a 2,82% a dicembre. Nei primi 16 giorni di gennaio 2025 si è attestato a 2,76%.

Il tasso sui contratti di Interest rate swaps (Irs) a 10 anni a dicembre 2024 è risultato pari a 2,23%. In diminuzione dello 0,1% rispetto al 2,33% di novembre. Da inizio anno si è attestato a 2,63% a gennaio, a 2,73%, a febbraio, a 2,64% a marzo, a 2,76% ad aprile, a 2,8% a maggio, a 2,79% a giugno, a 2,74% a luglio, 2,50% ad agosto, 2,44% a settembre, 2,43% a ottobre, 2,33% a novembre e 2,23% a dicembre. Nei primi 16 giorni di dicembre il tasso Irs a 10 anni è stato in media del 2,50%, in aumento di 27 punti base.

A dicembre 2024, il differenziale tra il tasso Irs a 10 anni e il tasso Euribor a 3 mesi è risultato negativo e in media pari a -58 punti base (-69 p.b. il mese precedente e -135 p.b. un anno prima).

Compravendite accompagnate da mutuo pari al 63,7% nel terzo trimestre. Ltv 77,9%

Secondo il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia – novembre 2024 della Banca d’Italia, nel terzo trimestre del 2024 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è è salita al 63,7% dal 61,5% nel trimestre precedente.

Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è risultata pari al 77,9% (77,1% nel secondo trimestre; 77,2% nel primo; 77,6% nell’ultimo del 2023).

I tassi degli altri prestiti 

Secondo la sintesi del bollettino mensile dell’Abi, a dicembre 2024:

  • Il tasso medio sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie, quindi sottoscritti negli anni, è risultato pari a 4,45% (4,78% a gennaio; 4,80% a febbraio e marzo; 4,81% ad aprile; 4,8% a maggio; 4,77% a giugno; 4,74% a luglio; 4,72% ad agosto; 4,7% a settembre; 4,62% a ottobre; 4,55% a novembre);
  • il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato pari a 4,53% (5,48% a gennaio; 5,34% a febbraio; 5,26% a marzo; 5,3% ad aprile; 5,38% a maggio; 5,26% a giugno; 5,28% a luglio; 5,13% ad agosto; 4,9% a settembre; 4,73% a ottobre; 4,53% a novembre).

Tassi di interesse bancari nel 2024 (medie mensili – valori %)

Mese di riferimento

Tassi prestiti a famiglie e società non finanziarie

Tasso alle società non finanziarie (nuove operazioni)

Gennaio

4,78%

5,48%

Febbraio

4,80%

5,34%

Marzo

4,80%

5,26%

Aprile

4,81%

5,3%

Maggio

4,8%

5,38%

Giugno

4,77%

5,26%

Luglio

4,74%

5,28%

Agosto

4,72%

5,13%

Settembre

4,7%

4,9%

Ottobre

4,62%

4,73%

Novembre

4,55%

4,53%

Dicembre

4,45%

4,53%

Fonte: Monthly outlook Abi.

Prestiti a famiglie e imprese -1,6%

Sulla base di prime stime del Si-Abi, il totale prestiti a residenti in Italia (settore privato più Amministrazioni pubbliche al netto dei pronti contro termine con controparti centrali) a dicembre 2024 si è collocato a 1.644,2 miliardi di euro, con un calo su base annua dell’1,6% (-1,5% nel mese precedente), calcolata includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).

A ottobre i prestiti al settore privato sono risultati pari a 1.411 miliardi di euro in calo dello 0,9% rispetto a un anno prima (-1,1% il mese precedente).

I prestiti a famiglie e imprese si stimano pari a 1.270 miliardi di euro, con una variazione annua pari a -1%, (-1,8% il mese precedente).

Il calo dei volumi di credito è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti”, precisa l’Associazione bancaria italiana.

Riepilogo dei dati di Bankitalia di novembre

Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, a novembre 2024 il tasso di variazione dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultato pari a -3,6% (-3,1% nel mese precedente). Il totale dei prestiti alle famiglie è rimasto invariato (-0,2% nel mese precedente). La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata in accelerazione rispetto al mese precedente per la componente dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (+1,1% rispetto a +0,8% del mese precedente) e stabile per il credito al consumo +4,1%).

L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a novembre 2024 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi rappresentino una quota del 58,8% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 27,2%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,2%, il comparto delle costruzioni l’8,6% mentre quello dell’agricoltura il 5,8%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,7%.

Criteri offerta nel III trimestre 2024

Secondo quanto emerge dall’ultima Indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey – ottobre 2024) della Banca d’Italia, “nel terzo trimestre del 2024 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono rimasti invariati; i termini e le condizioni generali sono divenuti leggermente più favorevoli, principalmente attraverso la diminuzione dei tassi di interesse praticati sui prestiti, dovuta anche alla riduzione dei margini. Al miglioramento dei termini e delle condizioni hanno contribuito la maggiore tolleranza del rischio, la pressione concorrenziale e le prospettive economiche generali”.

Non hanno registrato variazioni i criteri di offerta sui finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, mentre sono stati lievemente irrigiditi quelli per il credito al consumo, risentendo di una minore tolleranza per il rischio da parte delle banche.

Per il trimestre in corso gli intermediari “si attendono criteri invariati per i prestiti alle imprese e per quelli alle famiglie con finalità di consumo e un lieve allentamento sui mutui. La domanda di credito da parte delle imprese, in calo da inizio 2023, è ulteriormente diminuita, seppure in misura lieve, riflettendo il maggior ricorso all’autofinanziamento e ad altre fonti di finanziamento alternative. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni ha registrato un nuovo marcato incremento; l’aumento della domanda di credito al consumo è stato invece di minore entità. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti di imprese e famiglie crescerebbe in tutti i comparti. Le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono migliorate con riferimento principalmente ai titoli di debito a medio-lungo termine. Nel trimestre in corso le condizioni di accesso alla raccolta non registrerebbero variazioni significative”.

Crediti deteriorati pari a 31,1 miliardi a novembre

A novembre 2024 i crediti deteriorati netti, cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche, si sono attestati a 31,1 miliardi di euro.

Erano stimati a 30,9 miliardi di euro nel mese di ottobre; 31,6 miliardi a settembre 2024; 31,1 miliardi ad agosto (30,5 miliardi a dicembre 2023).

Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 165 miliardi. A novembre 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,51% dei crediti totali. A settembre 2024, tale rapporto era l’1,52% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015)”, conclude l’Abi.



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