Cividale Spa, un’azienda italiana, è l’investitore originario e azionista di minoranza dell’impianto metallurgico BVK, che, secondo IRPI, fornisce prodotti destinati alle truppe russe in Ucraina.
Il trasferimento delle industrie civili alla produzione militare nel minor tempo possibile è una tradizione consolidata in Russia. A Čeljabinsk, questa pratica è stata rilanciata con il supporto del produttore di armamenti Stankomash e dei suoi investitori italiani, che hanno trasformato un’area di quattro chilometri in un nuovo polo dell’industria militare russa.
Con il proseguire della guerra contro l’Ucraina, il Cremlino ha accelerato la conversione di 850 imprese civili alla produzione militare. Gli investitori italiani, in particolare Cividale Spa, hanno giocato un ruolo cruciale in questo processo. Secondo il bilancio aziendale, nel 2012 Cividale Spa ha investito 4,5 milioni di euro per acquisire il 30% delle azioni della BVK, che oggi possiede una fonderia locale attiva 24 ore su 24 per soddisfare le richieste di Stankomash.
A causa del suo legame con l’industria bellica russa, questa società, parzialmente controllata da Cividale, è stata sanzionata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nel giugno 2024.
In una dichiarazione rilasciata al centro partner di OCCRP, IRPI, Cividale Spa ha affermato di “non essere coinvolta nella gestione ordinaria o straordinaria” di BVK, “né di partecipare alla gestione aziendale”. La società ha inoltre dichiarato di aver preso atto delle sanzioni statunitensi.
Durante la Seconda guerra mondiale, 60 impianti industriali furono trasferiti a Čeljabinsk dai territori occupati, e l’intero stabilimento di Stankomash fu convertito alla produzione militare. Con la fine della Guerra Fredda, Čeljabinsk cadde in declino, diventando un’ombra della sua importanza passata e avvicinandosi alla bancarotta.
Nel 2013, un anno prima dell’annessione della Crimea da parte della Russia, la società BVK entrò in scena, rilanciando la fonderia locale per soddisfare gli ordini di Stankomash. Dal 2018, l’area opera a pieno regime.
Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato l’importanza di “aumentare la produzione meccanica pianificata per rafforzare il potenziale industriale e difensivo della Russia”.
Cividale Spa ha contribuito a questo processo investendo 4,6 milioni di dollari iniziali, ottenendo il 30% del capitale azionario della joint venture. Nel rapporto agli azionisti del 2011, Cividale descriveva l’accordo come una “scoperta internazionale significativa” per creare un “impianto siderurgico di alta qualità in Russia”.
Nel 2018, completata la ricostruzione industriale di Čeljabinsk, Putin accolse al Cremlino l’allora primo ministro italiano Giuseppe Conte, sottolineando che “la cooperazione italiana ci ha aiutato a creare un importante centro industriale, comprensivo di imprese ad alta tecnologia”.
“L’economia militare è al centro dello stato”, osserva Davis Petraitis, consulente del Ministero della Difesa della Lituania, in un rapporto sull’economia bellica russa del 2024. Contrariamente ai paesi occidentali, che tendono a frenare i conflitti bellici per evitare il collasso economico, la Russia ha sempre considerato la guerra come un motore economico.
Dopo 25 anni di governo Putin, l’economia russa è ormai un’economia di guerra, secondo Elio Calcanio, ricercatore presso l’Istituto di Relazioni Internazionali. Questo si allinea con l’obiettivo dichiarato di Putin di trasferire il 50% della capacità produttiva russa al settore militare entro il 2030 (oggi la media è stimata al 30%).
Tra il 2014 e il 2023, il Gruppo Cividale ha registrato un profitto complessivo di circa 93 milioni di euro dalla sua attività in Russia.
Dati doganali rivelano che nel 2022 la Russia ha importato prodotti a marchio Cividale per un valore di 10 milioni di euro, tra cui lame per rompighiaccio, parti di turbine a vapore, pompe per il settore petrolifero e macchinari di grande calibro. Nel 2023, almeno cinque spedizioni includevano beni soggetti a codici merceologici sanzionati dall’UE. Tuttavia, senza contratti ufficiali, non è possibile stabilire se vi siano state violazioni delle sanzioni.
In risposta alle domande, Cividale Spa ha dichiarato di rispettare scrupolosamente le normative sulle sanzioni, ottenendo, quando necessario, le autorizzazioni di esportazione. La società ha aggiunto di aver completato solo ordini precedenti all’entrata in vigore delle sanzioni e che i codici doganali riportati non rientrano tra quelli soggetti a restrizioni.
Alla domanda su una possibile rivalutazione della sua partecipazione in Russia, la società ha confermato di essere in fase di dismissione delle azioni di BVK per escludere la società russa dal bilancio consolidato di Cividale Spa.
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