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Chi ha vinto? La cultura, la cultura popolare. Quindi non con la “C” maiuscola? Anzi,
proprio perchè popolare è con la “C” maiuscola. Chi c’era, e possiamo raccontarlo, ha
assistito ad un paio d’ore indimenticabili. Per la partecipazione: bene ha fatto il M°
Vittorio Nocenzi a dedicare un grande caloroso sincero e appassionato applauso a tutti
i presenti. Affinchè lo rivolgessero ai “resistenti culturali” che hanno ideato,
organizzato, testardamente proposto il Premio. E applauso da rivolgere ugualmente ai
concorrenti, ai finalisti, e al pubblico partecipe, pure inpiedi che tutte le sedie sono
state occupate. Così come bene è stato sottolineato in apertura che l’impostazione di
spessore, che mischia ed impasta, attualità, passione per la vita, impegno civile e
politico per la pace per salvare il popolo palestinese, con la interpretazione dello
spirito di Moby Dick, è la modalità di fare, essere, arte – raccontando, disegnando,
scrivendo poesie – nel presente, da parte delle persone vive.
Il moderatore, Maurizio Aversa, così aveva introdotto la serata: “A Bibliopop più
volte abbiamo svolto inziative unitarie contro quanto accadeva ed è accaduto in
Palestina. Noi siamo e restiamo in campo contro la guerra, per la pace, ed
auspichiamo che dalla tregua si approdi ad essa, perché il popolo palestinese veda
riconosciuti i propri diritti, possa decidere del proprio futuro, perché chi ancora non lo
ha fatto, a partire dall’Italia, riconosca lo Stato di Palestina. La tregua tra Hamas ed
Israele è una buona notizia, ma occorre andare con determinazione in tale direzione,
solo così può trovare risposta la questione palestinese, che data da quando l’occidente
decise nel 1948 di affermare lo stato di Israele sulla terra di Palestina. Il 29 settembre
1966 Pier Paolo Pasolini partecipa alla marcia per la pace in Vietnam.
Successivamente verga questa breve, intensa, significativa poesia:
“E piange l’altra America
dei negri e dei poveri
per Martin Luther King
e per il senatore
da suo fratello Kennedy aveva ereditato
di dare miglior vita al negro maltrattato
la pace tra i popoli,come papa giovanni
niente più guerra infame, lassù nel Vietnam.”
(Pier Paolo Pasolini. Un vietcong onorario, 1968)
Nel testo Moby Dick del Banco del Mutuo Soccorso c’è questo condensato:
“E vola via sopra un vascello fantasma
e vola via verso una terra promessa”.
Il nucleo di attualità/passione/vita è ciò che spinge e giustifica, forse, di proporre tutte
le forme d‘arte possibili per essere umani e vivere nel consorzio umano.
E’ il medesimo messaggio visionario di David Lynch così come è visionaria la
proposta poetica e la passione di Vittorio Nocenzi e dell’esperienza del Banco da cui
abbiamo tratto l’intitolazione del Premio, Moby Dick, che spinge gli esseri umani a
farsi vita.”.
La poesia di Luciano Censi “Faro a ponente”, vincitore di questa sezione “Poesia”;
Giulia Sartori col racconto “Biancospillo” vincitrice della sezione “Narrativa”;
Roberta Carnevali col quadro “Incipit” vincitrice della sezione “Arti visive-Disegno”,
rappresentano a giudizio della giuria (in realtà tre giurie distinte) le opere che in
questa terza edizione del Premio Letterario Nazionale Moby Dick-Gruppo H24
meglio hanno espresso e rappresentano nel panorama davvero nazionale (da Palermo
a Vercelli, le partecipazioni geografiche di quest’anno) l’ispirazione legata ai tormenti
e tragedie dentro e fuori degli esseri umani con la spinta e la sfida mediabile dal Moby
Dick, certo di immediata ispirazione del testo del Banco, ma soprattutto dell’opera di
Melville. Prima di alcuni passi degli interventi, riportiamo – vista la novità per certi
versi eclatante, che ha sconvolto l’abituale profilo dell’aula consiliare circa una
struttura autoportante di sei metri utilizzata da artiste acrobate (UrbanAerea) – un
succinto commento di Vittorio Nocenzi: “Molto brave le acrobate e per nulla scontata
la loro presenza, anzi un’idea diversa dal solito, che personalmente ho molto
apprezzato, perché è stata un’idea creativa e poetica!!! L’acrobazia come metafora
della ricerca delle parole giuste per scrivere dei versi e’ di per sé poetica!!”. Anche la
proposta musicale, della cantautrice romana Margò, accompagnata dal chitarrista
Brian Riente che hanno suonato e interpretato “Le parole che mi hai detto” e “Se
piove”, due canzoni del suo repertorio, è stata -sottolineata da intensi continui scrosci
di applausi- ampiamente apprezzata.
L’ideatore del Premio, nonchè Presidente della Giuria “Poesia”, lo scrittore Marco
Onofrio, ha efficacemente evidenziato nel proprio intervento la motivazione non
casuale, ma ricercata, del motivo per cui vale far vivere, e, a maggior ragione far
crescere maggiormente il Premio stesso. Ha detto Onofrio:”Quando si parla di questo
premio si accenna spesso alla sua matrice umanistica. Se mi consentite vorrei
approfondire il concetto facendo ricorso alla grande creazione di Herman Melville, il
romanzo del 1851 da cui è nato il mito della balenabianca, senza cui non saremmo
stasera qui riuniti. Ricordando ovviamente tutte le rielaborazioni successive
all’archetipo letterario, dalla indimenticabile canzone del Banco (1983) alle vostre
opere poetiche, narrative, e da quest’anno anche figurative. Il primo traduttore in
lingua italiana del “Moby Dick” di Melville fu Cesare Pavese nel 1930. Diciannove
anni più tardi, lo stesso Pavese scriveva un interessante articolo dal titolo
“L’umanesimo non è una poltrona”, che mi pare molto vicino allo spirito da cui siamo
animati nelle nostre attività. Non è una poltrona, cioè l’umanesimo non nasce dai
divani occidentali coi cuscini di piume di struzzo o di pavone; non è vernice
esornativa funzionale al quieto vivere; non è sospiro di anime belle, alternativo alla
noia dei perdigiorno; non è sterile erudizione di filologi a caccia di minuzie; non è
soltanto aria chiusa di biblioteche e polvere di libri… ma è passione calda e cultura
viva che nasce appunto dalla Vita, dalla sua scossa elettrica, dall’esperienza diretta
delle cose che rappresenta e di cui parla. L’umanesimo che ci piace è un pensiero che
pensa con tutto il corpo, è lotta e resistenza agli infiniti agenti di alienazione che
congiurano per farci passare senza traccia. Dunque, niente torri d’avorio! Se qualcosa
di essenziale insegnò la letteratura americana (ma non si dimentichi l’apporto della
musica jazz) al provincialismo dei nostri confini primonovecenteschi, fu proprio
l’esempio di questa libera centratura, o libertà centrata, che consentiva di essere umili
e profondi al tempo stesso, senza mai sentirsi “arrivati”. Del resto, la cultura è
strumento e risultato dell’in-tendere, cioè del restare tesi e protesi dentro una ricerca
che, per definizione, non ha mai fine. L’uomo occidentale vuole ridurre a chiarezza il
mondo, ma la può raggiungere solo affrontando le tenebre del caos, del prelogico,
dell’irrazionale, dell’amorfo, del mostruoso, cioè la vita nuda e cruda e velenosa, la
verità del dolore, il mistero stesso dell’esistenza. Il razionale non deve uccidere il
trascendente: occorre un equilibrio tra le due dimensioni. Il baleniere Achab è il
simbolo dell’intellettuale in perpetua ricerca. Moby Dick incarna il leviatano biblico e
rappresenta la quintessenza dell’orrore e del male dell’universo. Ma è il demonismo
irriducibile del mistero, è proprio la sua inesplicabilità, che consente all’uomo di
conoscere e conoscersi. Difatti Moby Dick è un simbolo così vasto da risultare per
paradosso vuoto, come lo spazio cosmico pieno di niente.
Scrive Pavese: “Non c’è
nulla da scoprire sotto la balena bianca. Il suo pauroso significato sta appunto in
questo che significa un vuoto, un nulla, una forza bruta, oppure un agente
inconoscibile”. Il prodigio che qui celebriamo è che questo simbolo offre uno spazio
pressoché infinito di riempimento umano; quindi, il lenzuolo bianco di Moby Dick
diventa uno “schermo” dove proiettare i sogni, i bisogni, le istanze, le tensioni, gli
ideali, le rivendicazioni, i ricordi, i miti, le nostalgie, le utopie, ecc. fino a che diventa
specchio integrale di quello che noi siamo per davvero. Ecco l’umanesimo che ci
interessa e che tiene acceso il motore di questo premio! Grazie a tutti voi.”.
Roberto Pallocca,giornalista e scrittore, Presidente della giuria “Narrativa” ha
anch’egli svolto un proprio intervento intriduttivo-riepilogativo del lavoro svolto e dei
risultati a cui si è approdati. Ha detto: “Buonasera a tutti. Sarò piuttosto breve per non
togliere tempo ai premiati, veri protagonisti della serata. Per me è un grande onore
presiedere per il terzo anno la Giuria di Narrativa di questo premio letterario che, in
appena tre edizioni, è diventato un punto fermo nei concorsi letterari nazionali.
Stiamo facendo un buon lavoro, di questo ne sono certo. E, perché no, ne sono anche
molto fiero. Questo concorso, intitolato al capolavoro di Melville, è qualcosa che non
esisteva e che, oggi, grazie al lavoro di molti, esiste, è in salute, e sorprende. È una
bella soddisfazione questa per chi, come me, ha creduto fin da subito alla bontà, oltre
che alla necessità, di un progetto simile, che raccogliesse ed esaltasse la bella
scrittura, la bella poesia e, da quest’anno, il disegno. Ringrazio prima di tutti Marco
Onofrio, per l’idea, perché si inizia a realizzare qualcosa solo dal momento in cui se
ne parla, in cui ci si confronta, in cui ci si guarda in faccia e qualcuno dice “perché
no?”. E allora Marco grazie per quel “perché no” che ci ha condotti tutti oggi qui.
Ringrazio poi Maurizio Aversa, ringrazio Sergio Santinelli e Bibliopop. Ringrazio
H24 e il Comune di Marino. Da quest’anno ho svolto anche i lavori di segreteria e
posso dirvi che dietro un evento come questo c’è un lavoro titanico di organizzazione
e di segreteria, di valutazione e di sintesi. Per questo ringrazio soprattutto i membri
della mia Giuria di Narrativa, che hanno condiviso con me questo percorso intenso e
impegnativo, divertente e entusiasmante, con passione e con grande professionalità.
E allora, in ordine alfabetico grazie a: Patrizia Casi, insegnante, Fabio Franceschelli,
drammaturgo e romanziere, Fabio Fulfaro, medico e vincitore dello scorso anno che
ha accettato di darci una mano. Stefania Studer, regista e autrice RAI, Michela Tozzi,
impiegata, Grazie davvero. Prima di lasciare spazio ai premiati, volevo precisare un
paio di cose. La giuria si è espressa seguendo tre direttive di massima per ogni
racconto giunto in redazione: l’originalità, la tecnica di scrittura e il portato
emozionale. Dalla sintesi di questi tre attributi, ogni giurato ha espresso un voto che
ha fatto media con i voti di tutti gli altri giurati e ha stabilito la classifica generale dei
primi 10, denominati finalisti. Da questi sono stati poi definiti i primi 5, i vincitori
della classifica generale. Abbiamo inoltre individuato tre menzioni d’onore, intitolate
alla memoria di Ruggiero Lupini, Mario De Falco e Massimo Consoli, tre nostri
concittadini che hanno contribuito con il loro lavoro e il loro forte senso civico al
benessere della nostra collettività. Sono menzioni che hanno voluto dare merito a
racconti che si sono distinti per la una delle tre direttive di cui vi parlavo prima. A
breve li scopriremo. Concludo con una piccola constatazione personale. Vivo a
Marino da sempre, sono un operatore culturale da almeno un ventennio e respiro
continuamente le difficoltà che vivono le iniziative culturali del nostro territorio.
Non è facile fare cultura, avere il coraggio di proporla, avere il tempo e le risorse per
realizzarla. Per questo l’esperienza di questo premio deve essere d’esempio. Auguro
al Moby Dick di crescere, di confermarsi, di restare una realtà felice, pulita,
prestigiosa nel panorama dei premi letterari italiani.”.
Anna Appolloni, Presidente della giuria “Arti visive-Disegno”, oltre ad aver illustrato
i finalisti ed i premiati, ha tenuto a ricordare che, come previsto anche dal
regolamento del bando di concorso, le opere dei finalisti hanno trovato spazio nella
apposita mostra allestita, preso Palazzo Colonna, Sala Lepanto, visitabile fino al 25
gennaio con ingresso libero.
Il saluto della Amministrazione comunale – assente il sindaco per altri impegni – è
stato calorosamente portato dall’Assessore Pamela Muccini: “Ringrazio gli
organizzatori per il Premio che abbiamo voluto sostenere anche col nostro patrocinio
e sostegno diretto. E’ questo un importante momento culturale. Momento culturale
allargato, quest’anno, anche alle arti figurative. E’ questa una occasione per riflettere
insieme e per celebrare talenti. Auguro a tutti di avere – riferito all’intervento saluto di
Nocenzi – sempre quella luce della creatività e dell’attenzione al prorpio sè sempre
accesa.”.
Vittorio Nocenzi, molto acclamato, oltre il richiamo positivo a chi, come Marco
Onofrio e come Bibliopop, pur controcorrente hanno accettato la sfida di andare
controcorrente, ha voluto sottolineare che il Premio,”come un fiammifero acceso in
una notte buia sembra rischiarare e allontanare tutte le tenebre, così, noi, in questo
società/mondo imperversato di violenza – guerre, femminicidi, morti sul lavoro, bimbi
sotterrati ed altri orrori quotidiani – come ci riversano i media nazionali e
segnatamente la RAI, come per perseguire una sorta di intidimidazione di
impaurimento permanente alla disumanità, anche col Premio possimao agire
positivamente. Portare luce dove c’è buio. Avere il coraggio di una visione di
futuro.”.
Per il Gruppo H24, lo scrittore Cristian Liberti – che ha svolto le veci del titolare
Alessio Corsetti – ha voluto svolgere un saluto non formale:”Certo fa piacere, essere
delegato a confermare l’impegno della parte economica di sostegno anche per la IV
edizione del Premio Moby Dick-Gruppo H24, ma in più fa piacere aver potuto toccare
con mano, questo calore, questa passione, questa vivacità che l’insieme degli
organizzatori a cominciare da Sergio Santinelli e Marco Onofrio hanno dimostrato e
rappresentano nel portare avanti questo Premio. Ringraziamo l’amministrazione
comunale che offre il patrocinio e quindi qualifica positivamente il lavoro volontario
della associazione promotrice del Premio. Del resto, vi rendo noto che sul territorio io
stesso, sempre col gruppo che qui sto rappresentando, stiamo portando avanti un
progetto con almeno due scuole sul territorio. Ed è una esperienza positiva. Mi
rivolgo infine ai partecipanti: voi siete la parte viva di tutto questo, continuate a
portare i vostri scritti, i vostri lavori, noi ci saremo sempre a sostenere questa fetta di
cultura.”. Nella serata ringraziamenti dagli organizzatori del Premio aveva ricevuto lo
sponsor Gilda Colaciello, Interior Designer per il sostegno alla esibizione di
UrbanAerea. Nella serata tutta positiva, tuttavia è stata riscontrata una imperfezione –
necessariamente da correggere nei prossimi eventi legati al Premio – quella
dell’acustica non a punto. Un po’ ha dato fastidio. Si migliorerà.
Terza Edizione 2024 – I premiati
Durante la cerimonia di premiazione, che si è tenuta sabato 18 gennaio 2025 alle 17,
presso la Sala Consiliare di Palazzo Colonna, sede del Comune di Marino, sono state
premiate le seguenti opere.
SEZIONE A: POESIA
VINCITORI 2024
1 Luciano Censi, Guidonia, con “FARO A PONENTE”
2 Pietro Catalano, Roma, con “Il sogno di Danilo”
3 Nicola Perasso, Vercelli, con “Poesia da un oblò”
4 Andrea Marchetti, Marino (Rm), con “Mare parlami”
5 Maurizio Albarano, Marigliano (Na), con “Il mio viaggio è appena iniziato”
FINALISTI
Rita Arcangeletti, Marino (Rm), con “Un viaggio”
Pietro Catalano, Roma, con “Il volo dell’angelo”
Aurora De Luca, Roma, con “Forse tu non sai”
Pasquale Fierro, Novara, con “Sinfonia ribelle”
Patrizia Francioso, Racale (Ve), con “Note leggere”
Gabriella Maggio, Palermo, con “Ritorno”
Giulia Vannucchi, Viareggio (Lu), con “Mare d’odio”
MENZIONI D’ONORE
Menzione “Giselda Rosati”
Gabriella Maggio, Palermo, con “Incontro”
Menzione “Aurelio Del Gobbo”
Pietro Catalano, Roma, con “I bambini di Aleppo”
Menzione “Maura Carrozza”
Claudio Caldarelli, Fiano romano (Rm), con “Ismaele”
PREMI SPECIALI
Premio speciale della giuria
Antonella Rizzo, Aprilia (Lt), con “Su Tilla Durieux come Circe”
SEZIONE B: NARRATIVA
VINCITORI 2024
1 Giulia Sartori, Roma, “Biancospillo”
2 Davide Benedetto, Roma, con “In cima in cima”
3 Camilla Bertolini, Venezia, con “Lei, la mia musa pinna bianca”
4 Luigi Brasili, Tivoli (Rm), con “Un altro mare”
5 Gianluca Papadia, Pozzuoli (Na), con “La scorciatoia”
FINALISTI
Rosella Bottallo, Torino, con “Khady e i suoi draghi”
Alessandro Chiometti, Terni, con “Consapevolezza”
Marzia Loretelli, Monteporzio Catone (Rm), con “Il custode degli abissi”
Vittoria Valentino, Casagiove (Le), con “Moby Dick”
Stefano Vallini, Siena, con “Il sogno del capitano”
MENZIONI D’ONORE
Menzione d’onore “LUCIANO MASSIMO CONSOLI” per l’originalità
Gianluca Papadia, Pozzuoli (Na), con “La scorciatoia”
Menzione d’onore “RUGGERO LUPINI” per la tecnica di scrittura
Davide Benedetto, Roma, con “In cima in cima”
Menzione d’onore “MARIO DI FALCO” per il portato emozionale del testo
Luigi Brasili, Tivoli (Rm), con “Un altro mare”
SEZIONE C: ARTI FIGURATIVE
VINCITORI 2024
1 Roberta Carnevali, Rocca di Papa (Rm), con “Incipit”
2 Antonio Miralli, Fontenuova (Rm), con “MdbK” –
3 Noemi Castiello, Rocca di Papa (Rm), con “Mi vedi?”
FINALISTI
Aurora De Luca, Roma, con “Notturna”
Paola Santangeli, Rocca di Papa (Rm), con “L’eterna battaglia”
Beatrice Marinelli, Ariccia (Rm), con “La danza di Moby Dick, oro nel mare”
Mattia Pagliarini, Marino (Rm), con “Equorea”
Nicola Perasso, Vercelli, con “La lacrima di Achab”
Marco Pinto, Marino (Rm), con “L’ultima battaglia”
Francesco Scanu Lussu, Roma, con “Accabba”
Giulia Vannucchi, Viareggio (Lu), con “Mi chiamo Ismaele”
ATTENZIONE: per poter leggere per intero le motivazioni attribuite alle menzioni ed
ai vincitori, così come formulate dalle giurie, si può accedere al link ufficiale del sito
del Premio Moby Dick-Gruppo H24 :
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
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