Stati Uniti d’America e Unione europea sempre più divisi sui progetti internazionali: dall’accordo di Parigi sul clima, ai dazi, passando per le tasse. Tre aspetti che vedono gli Usa e l’Europa sempre più su posizioni opposte. Donald Trump ha infatti ritirato gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi. Sui dazi, per il momento, le prime vittime saranno, molto probabilmente, il Messico e il Canada: «Stiamo pensando a dazi del 25% su Messico e Canada, perché stanno consentendo a un gran numero di persone di entrare negli Stati Uniti», ha spiegato Trump in risposta alle domande della stampa nello Studio Ovale, «penso che lo faremo il 1° febbraio». L’Europa non può però cantar vittoria perché Trump vuole anche riequilibrare la bilancia commerciale e il surplus economico che hanno diversi paesi Ue, tra cui l’Italia, e che non è così marginale. Terzo aspetto la minimum tax. Anche in questo caso Trump ha deciso di togliere gli Usa dall’accordo globale sulla tassazione delle multinazionali. Decisione che ha fatto irrigidire le prime file dell’Ue con il commissario Ue per l’economia, Valdis Dombrovskis, che ha sottolineato come «sulla tassazione globale dell’Ocse, rimaniamo impegnati nei nostri obblighi internazionali assunti negli ultimi anni e aperti a un dialogo significativo con i nostri partner internazionali». «E – continua – mentre la Commissione si rammarica del contenuto del memorandum del presidente Usa (di ritirarsi dalla minimum tax, ndr), confidiamo che valga la pena prendersi il tempo per discutere di queste questioni con l’amministrazione Usa al fine di comprendere meglio le richieste e spiegare anche la nostra proposta».
Dazi: Usa e Ue sono economie integrate
Dopo il discorso di insediamento del 20 gennaio di Donald Trump e i primi passi in termini di dazi, la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha messo in chiaro, a Davos, la posizione dell’Ue sulla questione: «Non ci sono economie al mondo più integrate di quelle di Unione europea e Stati Uniti». «Le aziende europee negli Stati Uniti impiegano 3,5 milioni di persone e un altro milione di posti di lavoro americani dipendono direttamente dal commercio con l’Europa, intere catene di fornitura si estendono su entrambe le sponde dell’Atlantico», ha spiegato von der Leyen, ricordando che il volume degli scambi tra Ue e Usa è di 1.500 miliardi di euro, e che rappresentano il 30% del commercio globale. «C’è molto in gioco per entrambe le parti, quindi la nostra prima priorità sarà impegnarci presto, discutere interessi comuni ed essere pronti a negoziare. Saremo pragmatici, ma rimarremo sempre fedeli ai nostri principi. Proteggere i nostri interessi e sostenere i nostri valori: questo è il modo europeo», ha concluso.
Tra i due litiganti il terzo (Ue) gode
Le principali economie del mondo sono in corsa per l’accesso alle materie prime, alle nuove tecnologie e alle rotte commerciali globali: dall’intelligenza artificiale alla tecnologia pulita, passando per la quantistica e lo spazio, la corsa è iniziata. «A mano a mano che questa competizione si intensifica, probabilmente continueremo a vedere un uso frequente di strumenti economici, come sanzioni, controlli sulle esportazioni e dazi, che mirano a salvaguardare la sicurezza economica e nazionale» ha spiegato von der Leyen, aggiungendo che se da una parte iniziare una “guerra” a colpi di dazi non è utile, dall’altra «mentre la competizione tra grandi potenze si intensifica c’è un crescente desiderio in tutto il mondo di impegnarsi più da vicino con l’Ue». «Solo negli ultimi due mesi abbiamo concluso nuove partnership con Svizzera, Mercosur e Messico. Ciò significa che 400 milioni di latinoamericani saranno presto impegnati in una partnership privilegiata con l’Europa». «Questi accordi sono stati negoziati per anni – ha continuato von der Leyen- se non decenni. Quindi, perché stanno accadendo tutti oggi? Non solo perché l’Europa è un mercato ampio e attraente, ma perché noi rispettiamo le regole. I nostri accordi non hanno vincoli nascosti. E mentre altri sono interessati solo a esportare ed estrarre, noi vogliamo vedere le industrie locali prosperare nei paesi partner. Perché questo è anche nel nostro interesse».
Ue e Cina, Von der Leyen: “vogliamo equità e reciprocità con Pechino”
Sulla questione Cina c’è un certo allineamento con l’amministrazione Trump. E le ultime parole della presidente Von der Leyen non mostrano segni di cambiamento: «È tempo di perseguire una relazione più equilibrata con la Cina, in uno spirito di equità e reciprocità». «Quando la Cina è entrata a far parte del Wto 25 anni fa, l’impatto delle crescenti esportazioni cinesi è stato definito shock cinese. Oggi, alcuni parlano di un secondo shock cinese, a causa della sovracapacità sponsorizzata dallo Stato. Ovviamente dobbiamo rispondere. Misure commerciali difensive vengono adottate in tutto il mondo, anche nel Sud, come risposta alle distorsioni del mercato cinese. Questo è anche il motivo per cui l’Europa ha adottato misure, ad esempio sulle auto elettriche», ha spiegato. «Allo stesso tempo, ho sempre sottolineato che siamo pronti a continuare le nostre discussioni. E continueremo a ridurre i rischi della nostra economia».
Accordo di Parigi: l’Ue manterrà la rotta
Rispetto a Trump, che ha deciso di far uscire gli Usa dall’accordo di Parigi, per l’Ue questo «continua ad essere la migliore speranza per tutta l’umanità. L’Europa manterrà la rotta e continuerà a lavorare con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale». A livello Ue, poi la Commissione, la settimana del 27 gennaio, presenterà «la tabella di marcia, che guiderà i nostri sforzi nei prossimi cinque anni» in materia di competitività, così come indicato da Mario Draghi nel suo rapporto. Gli obiettivi sono: aumentare la produttività colmando le lacune dell’innovazione, sviluppare un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività, affrontare le carenze di competenze e di manodopera e ridurre la burocrazia. Inoltre, per tornare a prezzi energetici «bassi e stabili», la soluzione «a medio termine» è «l’energia pulita», perché «è economica, crea posti di lavoro locali di alta qualità e contribuisce alla nostra autonomia energetica», ma «c’è ancora del lavoro da fare per garantire che questi benefici vadano anche alle imprese e ai privati», ha spiegato von del Leyen.
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