Claudia Gerini riceve il Premio Marateale a Roma

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Ieri, 20 gennaio, Roma ha vissuto la serata della quarta edizione del “Marateale Award in Winter”(Premio internazionale della Basilicata), un evento che celebra le eccellenze del cinema italiano e internazionale. La cerimonia, tenutasi presso il suggestivo sesto piano della Rinascente di piazza Fiume, ha attirato molte celebrità del panorama cinematografico, creando un’atmosfera di entusiasmo e celebrazione.

Tra i premiati della serata, spicca il nome di Claudia Gerini, che ha ricevuto un riconoscimento per il suo straordinario contributo al mondo del cinema. La talentuosa attrice, nota per il suo carisma e la sua versatilità, ha conquistato il pubblico e la giuria con le sue interpretazioni in una carriera che abbraccia diversi generi e ruoli.

Il direttore artistico Nicola Timpone e la presidente Antonella Caramia hanno aperto la serata con un discorso di gratitudine, esprimendo orgoglio per il percorso intrapreso dalla storica kermesse “Marateale – Premio internazionale Basilicata”. Timpone e Caramia hanno sottolineato l’importanza di promuovere il talento e la creatività, creando un ponte tra le nuove generazioni di artisti e la tradizione cinematografica.

La cerimonia ha visto anche la partecipazione di altri volti noti del cinema italiano, tra cui Serena Rossi, Giampaolo Morelli, Matilde Gioli e Neri Marcorè, che hanno ricevuto riconoscimenti per il loro lavoro e il loro impegno nel settore. Ogni premiazione è stata accompagnata da momenti di applausi e ovazioni da parte del pubblico presente, segno dell’affetto e della stima che circondano queste personalità del mondo dello spettacolo.

Intervistando l’attrice Claudia Gerini.

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Premio Marateale, il premio internazionale della Basilicata. Romana di nascita, che tipo di rapporto ha con il Sud e cosa le piace in particolare della Basilicata? 

“Il Sud è la mia casa sono nata a Roma, mio nonno era di Napoli e diciamo che il Sud ha un carattere molto più coniugabile con una cultura diversa, direi speciale. Lo amo tantissimo. Non è che il Nord non lo ami, però l’Italia ha una conformazione tale che si divide fra Nord, Sud e Centro. Ci sono tantissime culture, è talmente ricca di diversità anche dal punto di vista storico, culturale ed enogastronomico. C’è talmente tanta ricchezza che si trovano meraviglie in tutta Italia, ma il Sud è sicuramente la mia casa. Mi trovo bene, amo la vita che si fa al Sud e il clima, ovviamente. Poi la Basilicata, beh, ho conosciuto Maratea, sono stata già due o tre volte. La conosco in effetti troppo poco, mi piacerebbe girare un film in Basilicata per conoscerla un pochino meglio.”

Quindi magari una sua seconda regia, visto che la sua prima regia è stata “Tapirulan”….

“Magari, perché no? Mi piacerebbe, anche se non ho ancora le idee chiare su cosa fare come seconda regia. Ma insomma, mi sto muovendo come produttrice per il momento, e interprete. E magari chissà, può uscire fuori qualche progetto in Basilicata, perché no?”

Ha sentito appunto il bisogno di esprimere la propria arte, non solo mediante la recitazione, ma anche mediante la regia, la produzione, il canto e anche come conduttrice. Come usa tutte le sue arti per esprimere se stessa?

“Cantare, ballare e recitare per me sono un tutt’uno. Cantare mi piace tanto quanto recitare. In “Sono pazzo di Iris Blond” era mia la voce, quindi già cantavo. Il canto è sempre stato un po’ un’altra forma d’amore per me. Per quanto riguarda la regia, più che sentire un’esigenza mi si è presentata l’occasione. Ho letto un progetto che mi è piaciuto e non c’era nessun regista legato alla sceneggiatura.

Così, con il produttore, abbiamo pensato di provare a fare questo viaggio creativo a 360 gradi. Non avevo mai pensato di essere una regista, alla fine mi sono sentita di potermi auto dirigere perché, come direzione attoriale, ero abbastanza certa di poter fare un buon lavoro. Quindi, mi sono lanciata in questa cosa. Non è che fosse un mio grande sogno; è stata una naturale evoluzione di chi fa cinema da tanti anni. Ho iniziato a 15 anni e, dopo quasi 40 anni, ti viene voglia di raccontare delle cose e provi a montare i progetti, scegliere le storie da raccontare, scegliere i registi. In questo senso, mettere insieme un film e produrre mi è venuto spontaneo.”

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Se lei dovesse fare invece un’escalation dei suoi “trampolini di lancio”?

“Sicuramente posso dire che “Viaggio di Nozze” è stato il più grande trampolino. Un’altro film importante empre con Carlo Verdone è stato “Sono pazzo di Iris Blond”. Un altro importantissimo è stato Sergio Castellitto quando mi ha chiesto di fare Elsa in “Non ti muovere”, un film con Penelope Cruz. Sempre nello stesso anno c’è stato “La Passione di Cristo”. Poi ci sono altri film, forse quello di Tornatore è anche un trampolino di lancio. Ma il mio vero trampolino è stato “Viaggio di Nozze”, e Carlo Verdone mi ha permesso di scoprire che ero un’attrice brillante e comica, quindi da lì è partito un po’ tutto.”

Retroscena: lei ha condotto il festival di Sanremo nel 2003. Come è arrivata a questo importante traguardo?

“Pippo Baudo mi ha chiamato dopo che ero stata ospite in un suo programma, mi ha detto che voleva che lo affiancassi per condurre. È stata una chiamata inaspettata. Pippo ha deciso che ero pronta per questa cosa. È stato bellissimo, ma anche molto stancante. Si lavora 20 ore al giorno; è stato proprio un meraviglioso circo. Noi facevamo tante cose: dovevamo preparare molti numeri, ogni puntata aveva numeri musicali, comici o mini show. È stato molto bello e impegnativo. L’ultima puntata, però, avevo 39 di febbre. Mi sono alzata la mattina, dormivamo sempre poco perché col dopo festival si andava a letto alle 3 e la mattina alle 9 dovevi essere in conferenza stampa. Avevamo tantissima pressione. L’ultimo giorno mi sono alzata con 39 di febbre, mi sono presa tante medicine e la sera sono andata in diretta.”

Penultima domanda: che cos’è per lei il cinema?

“Il cinema come attrice è il mio mondo, la mia vita. Ho dedicato 40 anni su 53 al cinema. Come spettatrice, è la mia ricchezza. Quando vado al cinema viaggio con un bagaglio che è proprio il mio. Andare al cinema è un grande privilegio. Preferisco sempre guardarli al cinema; a casa li vedo, ma ricordo di più i film che vedo al cinema. Non so perché, mi rimangono meno quelli visti a casa.”

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Ultima domanda, un po’ più filosofica: che cos’è per lei la felicità?

“La felicità è sapersi felici, perché a volte non ci rendiamo conto che lo siamo. La felicità è stare bene con sé stessi, essere contenti dentro la propria pelle. Ci sono piccoli momenti, no? Tante volte, rimpiangiamo dei momenti, ho letto spesso questa frase: “ero felice e non lo sapevo”. Quindi, la felicità è stare bene dentro sé stessi e di avere anche quelle piccole cose che non sembrano chissà cosa. A volte pensiamo di dover avere chissà che, mentre basta molto meno e non lo sappiamo. La felicità può durare anche quando ci svegliamo la mattina e sappiamo che stiamo bene dentro di noi. Spesso dobbiamo silenziare quella vocina boicottatrice che abbiamo dentro, che ci fa sentire come se non fossimo abbastanza di valore, giovani o magri. Una volta silenziato quel boicottatore, ci rendiamo conto di essere più meritevoli e felici.”

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