Nel giorno dell’insediamento di Donald Trump quale 47esimo presidente degli Stati Uniti, Emmanuel Macron ha lanciato la “sveglia” all’Europa sulla difesa, così come il commissario Ue all’Industria. Intanto il ministro italiano Crosetto… Fatti, parole e numeri
Il presidente francese suona la “sveglia” sulla difesa all’Europa ed esorta Francia e Ue ad accelerare il riarmo mentre Trump entra in carica.
Durante gli auguri di Capodanno alle Forze Armate, ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato sia il suo paese sia l’Europa a investire molto di più nel campo della difesa in un mondo in cui le minacce sono in aumento e potrebbe essere imminente il ritiro degli Stati Uniti dal continente.
Fin dal suo primo mandato alla Casa Bianca, Trump ha rimproverato i paesi europei di sborsare più soldi per la difesa, sostenendo che si sono approfittati della Nato sotto l’ombrello della sicurezza americana e persino suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero ritirarsi dall’alleanza militare transatlantica, ricorda Politico.
Parlando pochi minuti prima dell’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump Macron ha affermato che il continente dovrebbe spendere di più. L’inquilino dell’Eliseo ha avvertito infatti che i miliardi di euro di denaro dei contribuenti spesi per i bilanci militari europei non dovrebbero essere utilizzati per acquistare solo armi americane, spingendo per maggiori investimenti nelle industrie di difesa nazionali, segnala Reuters.
Anche un alto funzionario dell’Ue ha messo in guardia Donald Trump poche ore prima del suo insediamento, sostenendo che l’Europa non può raggiungere obiettivi di spesa per la difesa più aggressivi in caso di una guerra commerciale.
E l’Italia? Mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni era l’unica leader europea invitata alla cerimonia di insediamento del presidente Usa Trump, Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha spiegato in un?intervista al Foglio, a proposito dell’impegno della spesa militare al 2% del Pil, che “il problema c’è, ma per noi non è un problema di scelta politica contingente, ma generale, e non specifico, che riguarda il bilancio dello stato, nel suo insieme”.
Tutti i dettagli.
LE SOLLECITAZIONI DI MACRON
Parlando di fronte a un pubblico di alti funzionari militari e dell’industria della difesa Macron ha spiegato: “Non possiamo aumentare il debito insieme, spendere di più per la nostra difesa per sovvenzionare l’industria, la ricchezza e i posti di lavoro di altri continenti. “Quando diciamo ‘spendiamo di più per i nostri eserciti’, in molti paesi significa, troppo spesso, ‘acquistiamo più materiale americano’”.
Allo stesso tempo, il presidente francese ha sottolineato che gli europei dovrebbero anche semplificare l’industria della difesa europea, sollecitando un maggiore sviluppo congiunto di armi europee, anche senza aziende francesi in testa. “Non saremo sempre i campioni europei. Ma almeno saremo sicuri che i campioni europei abbiano una portata globale” ha sottolineato Macron.
RIGUARDO IL 2% DEL PIL
Nel 2024, la Francia ha speso il 2,06 percento del Pil per le sue forze armate, raggiungendo l’obiettivo della Nato per la prima volta da quando è stato fissato nel 2014.
Da parte sua Macron ha ricordato il raggiungimento di questo obiettivo della Nato, aggiungendo che la Francia ora ha “l’esercito più efficiente d’Europa”, ma non può adagiarsi sugli allori in un momento in cui gli Stati Uniti potrebbero ritirare le truppe dall’Europa.
E ha suggerito che il 2% potrebbe non essere sufficiente “quando il mondo sta andando fuori strada”.
LE PAROLE DEL COMMISSARIO ALL’INDUSTRIA UE
Al momento la Nato richiede che i suoi membri spendano il 2% del Pil per la difesa, ma è probabile che tale soglia sia aumentata al vertice dell’alleanza di giugno all’Aia. Il Segretario generale Mark Rutte ha affermato la scorsa settimana che la nuova cifra sarà probabilmente superiore al 3%.
“Non possiamo farlo con una guerra commerciale alle porte, e i bilanci nazionali ovunque non sono in grado di aumentare i bilanci della difesa a più del 3 %”, ha dichiarato il capo dell’industria della Commissione europea Stéphane Séjourné riguardo all’aumento della spesa militare durante un’intervista con France Inter.
Dunque per Séjourné l’Europa deve investire di più nella difesa, ma sarebbe impossibile farlo nel mezzo di una guerra commerciale.
LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA ITALIANO GUIDO CROSETTO
Infine, riguardo alla nuova stagione di relazioni con gli Usa che si apre con la presidenza di Donald Trump, si è espresso ieri anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista al Foglio.
“Intanto non è che possiamo parlare di Trump, dobbiamo parlare di rapporti con gli Stati Uniti. I rapporti non cambiano a seconda del presidente in carica. Gli Stati Uniti sono un alleato tradizionale dell’Italia: storico, stabile, indispensabile. Un alleato scegliendo il quale abbiamo fatto una scelta di campo. Un alleato – aggiunge – con il quale i rapporti presuppongono anche degli obblighi. Cosa cambierà con Trump? Cambierà probabilmente l’assertività con cui gli Stati Uniti chiederanno il rispetto degli accordi che abbiamo firmato, sottoscritto, accettato. Da 75 anni, governo De Gasperi in poi, gli altri a seguire”.
Quindi Crosetto pensa alla Nato, ma non solo: “Penso al rispetto degli accordi in generale, penso al modo in cui si intenderà il rispetto di questo patto di amicizia. Se sei amico mio, significa che allora magari abbiamo gli stessi nemici, che le cose che abbiamo deciso di fare insieme le facciamo insieme e non le faccio solo io. E il primo punto, certo, è la Nato”.
E RIGUARDO LA SPESA MILITARE…
Dopodiché, lo scoglio della spesa per la difesa in Bilancio.
All’inizio di questo mese, Trump ha detto che voleva che gli alleati della Nato spendessero il 5% del Pil per la difesa, una cifra sostenuta dai paesi vicini al confine russo, come Polonia e Lituania, ma che rappresenta un enorme aumento rispetto all’attuale obiettivo del 2%.
“Se io spendo il 3-4 per cento del mio pil per difendere un’alleanza, come la Nato, e lo faccio da 70 anni, nella logica di un pragmatico è inaccettabile che ci sia qualcuno che ci mette di meno e che pensa di potersi difendere facendo leva sugli investimenti degli altri. Tanto più che adesso, in questi decenni, altri attori, nuovi e pericolosi, si sono affacciati sulla scena internazionale. Attori con cui stiamo andando in competizione e da soli in tale competizione non ci si può difendere. Questo significa non solo investire di più, ma migliorare in tutto la difesa” ha concluso il ministro della Difesa Crosetto.
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