Conosci gli olivicoltori indipendenti? – Economia e politica

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Quello dell’olio è un settore strategico per il made in Italy agroalimentare, basti pensare che l’Italia ha un importante patrimonio varietale olivicolo: 250 milioni di piante e oltre cinquecento cultivar coltivate, pari al 42% delle varietà a livello mondiale.

 

Lo sanno bene (anche) gli olivicoltori indipendenti, da sempre attenti custodi della biodiversità degli olivi italiani e dell’olio artigianale italiano.

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“Valorizziamo le nostre olive curandone la trasformazione e l’imbottigliamento per ottenere oli che esaltino la materia prima e che siano posizionati sul mercato al prezzo che meritano”, ci spiega subito Caterina Mazzocolin, tra i fondatori e segretario nazionale della Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti (Fioi). Questo vuol dire essere indipendenti, ovvero garantire autonomamente tutto il ciclo produttivo, aprendo e chiudendo l’intera filiera.

 

Dal 2022 per gli olivicoltori indipendenti si sono aperte le porte della Fioi, che si è costituita formalmente il 23 luglio del 2021 con il fine di tutelare e valorizzare la figura professionale dell’olivicoltore e del frantoiano. Questo perché le politiche agricole italiane sono principalmente rivolte agli imbottigliatori e agli oleifici industriali che si occupano di un prodotto imbottigliato e assemblato e non della creazione vera e propria dell’olio dalle olive, due ambiti e professioni completamente diversi che devono però convivere sotto le stesse norme”, puntualizza Caterina Mazzocolin.

 

“La federazione – continua – è partecipata esclusivamente da olivicoltori e frantoiani per dar vita a iniziative create soprattutto per uno scambio di buone pratiche fra gli olivicoltori e aiutare questi ultimi a presentare i propri oli nel mercato. Fioi sta diventando anche un movimento di tanti olivicoltori che curano tutta la filiera, dal campo alla bottiglia, focalizzati sulle migliori tecniche estrattive in modo da valorizzare i profumi delle proprie varietà di olive locali. Attraverso la loro meticolosa ricerca regalano sentori e sapori inediti alla maggioranza delle persone”.

 

La Fioi vuole tutelare e valorizzare la figura professionale dell’olivicoltore e del frantoiano

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(Fonte foto: Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti)

 

Come diventare un olivicoltore indipendente

Ma come si diventa un olivicoltore indipendente?

 

Il requisito principale per diventare un socio della Fioi è quello di dimostrare di produrre e selezionare olive esclusivamente sul territorio italiano e prevalentemente da varietà locali.

“Non possono associarsi i confezionatori/imbottigliatori”, puntualizza il segretario nazionale.

 

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In linea generale un olivicoltore indipendente è un olivicoltore “determinato, meticoloso e curioso. Il nostro socio ideale – continua – è un produttore che si mette sempre in discussione, che assaggia sempre gli oli degli altri per mettersi in discussione e poter migliorare”.

 

Possono presentare domanda di ammissione, compilando l’apposito form online, i soggetti, persone fisiche o giuridiche, in possesso delle caratteristiche stabilite dallo Statuto e dal Regolamento di ammissione.

 

Al momento la federazione ha centotrenta soci, senza contare quei produttori che stanno concludendo le pratiche di entrata.

 

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Lo Statuto non dà esplicite indicazioni su come deve essere gestito l’oliveto, ma l’articolo 2 del Manifesto della federazione recita: “Consapevoli delle radici storico socio-culturali in cui lavoriamo, il nostro impegno è volto alla tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo italiano esistente e di quello che stiamo creando con innovazione nel rispetto di un modello che guarda alla tradizione, seguendo principi di sostenibilità, difesa della fertilità dei terreni e della loro biodiversità. Il progetto è estendibile anche agli altri Paesi produttori di olio”.

 

Non sono previste nemmeno determinate caratteristiche per l’olio prodotto, ma “ai soci che desiderano esporre il marchio Fioi in etichetta – ci racconta Caterina Mazzocolin – chiediamo di attenersi al manuale di produzione consigliato Fioi; il socio con marchio è un produttore che dichiara di conoscere tutti i passaggi fondamentali per produrre oli di qualità. Il marchio però non è una certificazione in quanto Fioi non è un ente certificatore; attraverso la richiesta del marchio cerchiamo di spronare i soci a migliorarsi, a confrontarsi e a padroneggiare sempre meglio tutto il processo”.

 

Perché essere un olivicoltore indipendente?

Sono numerosi i vantaggi che un olivicoltore ha entrando a far parte della Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti, tra i tanti Caterina Mazzocolin ci ha elencato i seguenti:

  • partecipare in modo attivo all’individuazione delle istanze principali da segnalare alle istituzioni;
  • Microcredito

    per le aziende

     

  • ricevere consulenza gratuita da parte di soci produttori che alle spalle hanno tanta esperienza e ricerca;
  • contribuire allo sviluppo di una rete di punti di affezione Fioi, ovvero ristoranti, oleoteche, gastronomie, ma anche ecommerce, dove poter presentare e posizionare con altri colleghi soci i propri oli;
  • usufruire di sconti riservati su materiali e servizi utili per il settore;
  • partecipare a eventi e iniziative, come per esempio la recente partecipazione al Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2025 a BolognaFiere;
  • poter contare su una federazione no profit nata esclusivamente da e per gli olivicoltori in totale trasparenza;
  • e infine, ma non meno importante, far parte di una grande famiglia che condivide e affronta insieme le difficoltà.

 

D’altro canto l’olivicoltore indipendente deve però produrre o selezionare le olive per valorizzarle nell’olio e nelle proprie bottiglie, piuttosto che conferirle e lasciarle a frantoi e oleifici consortili. In seconda battuta – spiega Caterina Mazzocolin – una volta che avrà imparato a esprimere nell’olio i profumi e i sentori tipici delle proprie varietà di olive attraverso il proprio frantoio o incaricando del processo frantoi al passo coi tempi e aggiornati su tutte le migliori tecniche di estrazione, dovrà costruirsi un proprio mercato in grado di riconoscere il valore degli oli prodotti”.

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Oggi la sfida principale per questi olivicoltori è quella di informare sempre più persone, istituzioni in primis, dell’importanza del loro lavoro dal punto di vista della tutela della biodiversità, del recupero degli oliveti abbandonati e della cura dei terreni, ma anche quella di aiutare i consumatori a orientarsi nella scelta di un olio di qualità (guarda il reel su come si riconosce un olio di qualità).

 

“Sicuramente il mercato estero ha più attenzione verso la produzione di alta qualità, ma fortunatamente cominciano ad esserci locali, ristoranti, ecommerce ed importatori che lavorano e collaborano con noi”, afferma la segretaria nazionale Fioi.

 

L'olivicoltore indipendente deve produrre o selezionare le olive per valorizzarle nell'olio e nelle proprie bottiglie

L’olivicoltore indipendente deve produrre o selezionare le olive per valorizzarle nell’olio e nelle proprie bottiglie

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(Fonte foto: Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti)

 

Olivicoltura, come sta il settore?

Ultimamente l’olivicoltura si trova di fronte a numerosi aspetti da tenere in considerazione, come, per esempio, gli eventi climatici avversi sempre più frequenti, come siccità e inondazioni improvvise, la mancanza di manodopera, soprattutto specializzata, costi sempre più alti e una gestione agronomica degli olivi sempre più complessa.

 

La combinazione di tutti questi aspetti spesso ha come conseguenza “risultati insoddisfacenti che si riflettono su una produzione di olive ridotta anche della metà rispetto a quanto si potrebbe ottenere in condizioni ottimali. Queste difficoltà – afferma il segretario nazionale – rendono l’olivicoltura artigianale di qualità una produzione sostanzialmente eroica.

 

Nonostante questo periodo non del tutto roseo, gli olivicoltori indipendenti oggi hanno “l’occasione per affermare il valore del proprio olio artigianale” perché, conclude Caterina Mazzocolin, “questa crisi produttiva mette in risalto il grande lavoro che occorre per garantire ogni anno produzione e qualità”.

Leggi anche Vignaioli indipendenti: passione, territorio e sostenibilità





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