Forza Nuova a Reggio Emilia, Roberto Fiore querela i consiglieri di centrosinistra. Il sindaco Marco Massari: «Inaccettabile»

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di
Marco Ciccimarra

La mossa del leader di estrema destra dopo la mozione del centrosinistra: «Faremo pulizia». Il primo cittadino: «Da lui solo provocazioni»

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A Reggio Emilia divampa la polemica sull’apertura di una nuova sede di Forza Nuova. Ieri, martedì 21 gennaio, il leader della formazione, Roberto Fiore, era in città: «Noi siamo indipendenti, non abbiamo nessun rapporto né col centrosinistra né col centrodestra che riteniamo colpevoli allo stesso modo del disastro del Paese. Vogliamo entrare in Emilia-Romagna perché qui si sono annidati importanti poteri a noi contrari dal Dopoguerra in poi, dalle Brigate Rosse al Pci fino alla ‘ndrangheta collusa con la politica. Siamo qui per fare pulizia di questi poteri». 

Ma Fiore non sembra intenzionato a fermarsi a Reggio Emilia: «Oltre alla città, ci piacerebbe aprire anche altre sedi in provincia. Puntiamo soprattutto all’Appennino perché tutte le parti politiche hanno abbandonato le istanze della montagna».




















































Il Pd pagherà le spese legali ai consiglieri

A fine dicembre il segretario della formazione aveva annunciato l’intenzione di una apertura nel capoluogo reggiano. Il Consiglio comunale ha risposto con una mozione contraria approvata con i voti della maggioranza, guidata dal centrosinistra, e di Coalizione Civica. Sviluppi simili si erano già verificati a Ferrara, dove però l’ordine del giorno ha incontrato l’approvazione all’unanimità nel Consiglio comunale della città amministrata dal sindaco leghista, Alan Fabbri. 

Ma Fiore ha deciso di querelare i 23 consiglieri reggiani. Stando al leader di Forza Nuova, «a differenza di quanto fatto a Ferrara, a Reggio Emilia hanno inserito la `dichiarazione antifascista´ nel testo del documento. Come recita anche una sentenza del tribunale di Parma di tre anni fa, questa dichiarazione apre all’ipotesi di reato di violenza privata». Il Pd locale assicura che «pagherà le spese legali ai consiglieri».

Cosa dice la mozione

La dichiarazione di antifascismo risale a una mozione sulla gestione di «spazi, patrocini e contributi rilasciati dal Comune di Reggio Emilia», approvata nel 2018. 

Il documento impegna il sindaco e la Giunta a muoversi anche affinché «le richieste di utilizzo di sale o occupazione temporanea di spazi pubblici e le concessioni per utilizzo di spazi pubblici, siano concesse previa sottoscrizione di una dichiarazione di rispetto della Costituzione Italiana, con particolare riferimento alla XII disposizione transitoria e finale» (quella che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista, sotto qualsiasi forma) e affinché «non sia data la concessione di spazi, patrocini, contributi di qualunque natura a coloro i quali non garantiscono di rispettare i valori della Costituzione, professando o praticando comportamenti fascisti, che si richiamino direttamente all’ideologia fascista, ai suoi linguaggi e rituali, alla sua simbologia o che esibiscano e pratichino forme di discriminazione razziale etnica, religiosa o sessuale».

La contestazione degli attivisti

La visita di Fiore è stata accolta da una contestazione con cori e fumogeni «a difesa del municipio» di una quindicina di attivisti, appartenenti ai centri sociali Aq16/Casa Bettola/Città Migrante. Il sindaco di Reggio Emilia, Marco Massari, ha risposto alle dichiarazioni di Fiore con una nota: ««Le parole di Roberto Fiore sono provocazioni, per noi l’antifascismo non passa mai di moda. Propagandare la fine della transizione ecologica, la cancellazione dei diritti delle persone, una visione unidirezionale della famiglia e di molti altri fenomeni non è accettabile. Così come è assurdo e grave parlare di legami tra Pd e ‘ndrangheta o della necessità di `pulizia´ di chi ha gestito la nostra città. Invettive che vanno rispedite al mittente perché prive di qualsiasi logica e di qualsiasi riscontro». 

Il primo cittadino ha difeso l’operato del Consiglio comunale, che ha preso una posizione «per esprimere profonda preoccupazione per il possibile approdo in città di un’associazione che utilizza parole, simboli e icone che rimandano al periodo più buio della nostra storia». 

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Massari ha ricordato «la tradizione democratica della nostra città, medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza» e affermato: «Siamo orgogliosamente antifascisti, confortati in questo dalla nostra Costituzione, e per quanto ci riguarda l’antifascismo non passa mai di moda». Infine, ha definito le leggi Scelba e Mancino, «che Fiore ritiene non abbiano più senso», come «capisaldi della nostra democrazia, da proteggere dagli attacchi di chi non ha a cuore il nostro ordinamento, i principi costituzionali, il nostro Paese e le nostre città». 

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