Pensioni, questa sentenza cambia tutto. Ecco chi può avere più soldi

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Pensioni, cambiano le regole per la neutralizzazione, quello strumento utile ad assicurare il miglior importo possibile per la parte di assegno calcolata con il sistema retributivo. A stabilirlo è la Corte di Cassazione con la sentenza n. 30803 del 2024, con la quale viene data la possibilità ad alcuni pensionati di richiedere il ricalcolo dell’assegno già liquidato assicurandosi un importo maggiore.

Per capire meglio cosa ha stabilito la sentenza e per quale motivo è utile per aumentare l’importo della pensione bisogna fare un passo indietro e fare chiarezza su come funziona il sistema di calcolo retributivo (e per quali periodi si applica), nonché sul perché è importante lo strumento della neutralizzazione.

Calcolo retributivo della pensione e neutralizzazione

Oggi la pensione viene calcolata applicando due differenti sistemi a seconda di quello che è il periodo di riferimento. Nel dettaglio:

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  • per i contributi versati entro il 31 dicembre 1995 si applica il sistema retributivo. Il limite temporale si estende al 31 dicembre 2011 per coloro che entro fine 1995 avevano maturato almeno 18 anni di contributi;

Con il sistema retributivo la pensione viene calcolata facendo una media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro (5 o 10 anni a seconda dei casi prima della decorrenza della pensione). Del risultato se ne prende una certa percentuale, solitamente il 2% per ogni anno di contributi, fino a un massimo di 40 anni. Di fatto, con il sistema retributivo spetta al massimo l’80% della cosiddetta retribuzione pensionabile.

Il sistema retributivo è particolarmente conveniente per i lavoratori in quanto solitamente è proprio negli ultimi anni di lavoro che si percepiscono stipendi maggiormente elevati. Ma attenzione, perché non è detto sia sempre così. Potrebbe succedere, infatti, che alcuni lavoratori abbiano percepito negli ultimi anni stipendi più bassi (o ancora peggio abbiano goduto dell’indennità di disoccupazione), con il rischio quindi di essere penalizzati da un tale sistema di calcolo. Ed ecco venire in loro soccorso lo strumento della neutralizzazione, con la quale è possibile richiedere di non considerare determinati periodi ai fini del calcolo retributivo.

Ci sono dei limiti però: intanto è possibile neutralizzare solamente i contributi successivi alla maturazione del diritto alla pensione. Questo significa che per la pensione di vecchiaia non possono essere oggetto di neutralizzazione i primi 20 anni di contributi, mentre per la pensione anticipata devono essere sempre garantiti 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Inoltre, si possono neutralizzare al massimo 260 settimane contributive (circa 5 anni).

Neutralizzazione pensioni anche per i pensionati

Solitamente la richiesta di neutralizzazione avviene contestualmente alla domanda di pensione, ma secondo la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 30803 del 2024 – depositata a dicembre scorso – vi è la possibilità di farlo anche da pensionati.

Quindi, laddove una volta in pensione ci si renda conto che il calcolo applicato è stato penalizzante in quanto sono stati considerati periodi dove si è guadagnato di meno, sarà comunque possibile chiedere la neutralizzazione. Ma attenzione, perché la Corte di Cassazione stabilisce che una tale possibilità può essere riconosciuta solamente al raggiungimento dell’età stabilita per la pensione di vecchiaia, quindi a 67 anni.

Un chiarimento importante specialmente per coloro che sono andati in pensione in anticipo, in quanto hanno avuto poco margine per chiedere la neutralizzazione visto che in ogni caso dovevano mantenere i 42 anni e 10 mesi (1 anno in meno per le donne) di contributi necessari per maturare il diritto al collocamento in quiescenza. Una volta in pensione, e raggiunti i 67 anni, la contribuzione che può essere oggetto di rivalutazione è molto maggiore, in quanto appunto basta restare nel limite dei 20 anni.

Va detto comunque che prima di ricorrere a una tale opzione è sempre opportuno farsi assistere da un esperto, il quale saprà consigliarvi se la neutralizzazione ex post riconosciuta dalla sentenza in oggetto può essere una soluzione per aumentare l’importo della pensione già liquidata. Per farvene un’idea potete rispondere a queste domande:

  • hai fatto ricorso alla pensione anticipata (ex di anzianità)?
  • negli ultimi anni di lavoro hai guadagnato meno rispetto al resto della carriera?

Se sì allora la neutralizzazione potrebbe essere la soluzione giusta per voi, ma appunto non prendete alcuna decisione in autonomia.

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