Verso il ‘Distretto rurale castanicolo’. Saccardi: “Rilancio di un settore di enorme valore”

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Stefania Saccardi (foto sotto) durante l’incontro alle Murate

Primo passo oggi a Firenze per la costituzione del ‘Distretto rurale castanicolo toscano’, percorso che sta portando avanti Anci Toscana. Nella Saloncino del complesso delle Murate, la vicepresidente e assessora all’agricoltura Stefania Saccardi, con Eleonora Ducci, sindaca di Talla e delegata da Anci Toscana per la forestazione, e Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano e delegato Anci dei distretti del cibo, si sono riuniti con i rappresentanti delle associazioni castanicole, delle istituzioni, delle organizzazioni agricole e del mondo cooperativo, per ufficializzare la proposta della nascita di un distretto rurale castanicolo unico per tutta la Toscana.

“La Toscana – ha sottolineato Saccardi – è la seconda regione dopo la Campania per la quantità di castagneti da frutto, ha sei denominazioni tutelate legate al castagno, e ha un territorio nel quale la castanicoltura è sempre stata una risorsa straordinaria. Una risorsa che comunque vive i suoi momenti di difficoltà. La Regione in questa legislatura ha investito molto sul castagno, sia attraverso le risorse della Strategia forestale nazionale, sia attraverso la valorizzazione di chi fa castanicoltura nei bandi del Psr prima e Csr oggi, ma è indubbio che  i cambiamenti climatici e lo spopolamento delle aree montane incidono sulla manutenzione, la conservazione l’utilizzo del castagno”.

“L’idea pertanto – ha aggiunto la vicepresidente – di costruire un distretto ad hoc è venuta per provare a mettere in sinergia i tanti soggetti del territorio, imprese, istituzioni, soggetti pubblici, associazioni agricole e commerciali per individuare insieme una strategia per il rilancio della castanicoltura. Rilanciare la castanicoltura della Toscana avrà un valore enorme non solo sul piano economico, ma anche sociale, ambientale e culturale, per quello che rappresenta per le aree boschive. che è così importante per la salvaguardia del territorio non ultimo del suo aspetto idrogeologico per i prodotti che offre, per il lavoro che dà e per mantenere la popolazione nelle aree interne e montane”.

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“La coltivazione della castagna – ha detto la sindaca Ducci – non ha solo un valore produttivo del frutto della castagna ma anche un valore protettivo del territorio, fungendo da contrasto al dissesto. Ha anche un valore paesaggistico e il paesaggio toscano è caratterizzato dalla presenza di castagneti da frutto e da legname da opera. L’obiettivo dunque è creare una rete, una filiera che non sia solo legata alla produzione del frutto ma anche alla consapevolezza che il castagno è importante per il paesaggio, ha un ruolo nella filiera del legno e nella preservazione della biodiversità delle foreste che sono un vanto della Toscana, la regione più boscata d’Italia”.

Per Edoardo Prestanti “oggi è un giorno importante perché dopo il lavoro che è stato svolto negli ultimi anni dalla Regione con Anci, stiamo quasi per tagliare il traguardo della nascita di un distretto basato su uno dei patrimoni della Toscana, costituito dalla castagna e dal castagno, il secondo a livello nazionale. Questo, per rilanciare una filiera che fa parte della nostra tradizione ma, guardando in prospettiva, rappresenta uno dei prodotti che fanno parte del cibo di qualità oltre che far parte della filiera del castagno. Una grande eccellenza che, per questo, facendo squadra, ci potrà proiettare con un ruolo nel panorama nazionale partendo dai piccoli comuni. Insomma, il piccolo che riesce a creare innovazione”.

Come detto, la Toscana risulta la seconda regione in Italia dopo la Campania per importanza dei castagneti da frutto, rappresentando il 18% delle aziende e il 20% delle superfici rispetto ai totali nazionali. In Toscana ci sono 6 denominazioni tutelate legate al castagno:

  1. Castagna del Monte Amiata IGP (castagne fresche e secche) 
  2. Marrone del Mugello IGP (castagne fresche e secche, farina) 
  3. Marrone di Caprese Michelangelo DOP (castagne fresche e secche) 
  4. Farina di castagne della Lunigiana DOP (farina) 
  5. Farina di Neccio della Garfagnana DOP (farina)
  6. Miele di castagno DOP della Lunigiana

A queste denominazioni si aggiungono ben 17 prodotti agro-alimentari tradizionali, prodotti della Toscana a base di castagne e marroni.

I Distretti sono degli strumenti che vedono coinvolti, in modo sinergico, soggetti pubblici e privati, con lo scopo di realizzare un modello di sviluppo improntato sulla sostenibilità economica, oltre che ambientale, delle produzioni.

Scopo del ‘Distretto rurale castanicolo toscano’ sarà quello di:
    • rafforzare il dialogo e il confronto tra i diversi soggetti del tessuto produttivo, creando condizioni favorevoli all’integrazione e alla sinergia;
    • promuovere, sostenere e coordinare le iniziative di innovazione, di promozione del prodotto, del territorio di provenienza e dell’immagine di questo territorio;
    • promuovere attività conoscitive, formative e informative finalizzate allo studio e al monitoraggio di problematiche di carattere economico, sociale, turistico, culturale, territoriale e ambientale; 
    • favorire l’aggregazione e il confronto dei diversi interessi locali;
    • promuovere il coordinamento delle varie politiche finalizzate al miglioramento della qualità territoriale, ambientale e paesaggistica e conservazione della biodiversità.
    • rafforzare la competitività delle imprese che operano nella castanicoltura e lo sviluppo delle aree rurali.

Il Distretto nascerà sulla base delle disposizioni della legge regionale 17/2017, che prevede il coinvolgimento dei Comuni, delle Organizzazioni agricole, del mondo cooperativo e sindacale, le associazioni castanicole, le associazioni di carattere storico, culturale, il mondo scientifico, e tutti gli stakeholder del settore.

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