Un paio di giorni fa la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum contro la Legge sull’autonomia differenziata fortemente voluta dal ministro Calderoli. Si tratta di una decisione gravissima, che a io parere non ha nulla a che vedere con la giurisprudenza e con la legalità, come si evince dalle motivazioni con cui la Corte ha detto che il referendum non era ammissibile.
La prima sarebbe che “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”. Ora, visto che il quesito richiedeva l’abrogazione completa di quello che rimane della legge Calderoli dopo la precedente sentenza della Corte Costituzionale – come si faccia a dire che il quesito non era chiaro risulta difficile da capire. La legge in oggetto, modificata dalla Corte, è funzionale alla realizzare l’autonomia differenziata nei limiti della Costituzione e cioè ha una finalità assolutamente chiara. Il quesito referendario, proponendo di abrogare questa norma, si poneva un obiettivo altrettanto chiaro: di non realizzare l’autonomia differenziata. I cittadini che erano favorevoli all’autonomia differenziata – sia pure in una forma più light di quella perorata da Calderoli – avrebbero votato NO e invece i cittadini che erano contrari ad ogni autonomia differenziata avrebbero votato SI. Dire che vi era un quesito poco chiaro oltre alla coscienza democratica del paese offende la logica.
La seconda motivazione della bocciatura è che “il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata”. Questa motivazione è anche peggiore della prima, per più ragioni. Perché non sarebbe lecito da parte del popolo italiano di esprimersi in modo chiaro contro l’autonomia differenziata? La Costituzione italiana, nella sciagurata formulazione risultante dalla manomissione del Titolo V prodotta dal Centro Sinistra (governi D’Alema e Amato), recita al Comma 3 dell’articolo 116 : “Possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata (…)”. Possono essere attribuite, non debbono essere attribuite, cari giudici della Corte Costituzionale.
Non proseguo oltre perché a mio parere la Corte Costituzionale è totalmente uscita dai canali di cui è chiamata a muoversi dalla Costituzione ed ha fatto una scelta politica che non spetta a lei ma al popolo italiano col referendum.
Non sfugge a nessuno il parallelo con quanto deciso dalla Corte Costituzionale rumena alcune settimane fa. In quel caso la Corte annullò il secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania adducendo presunte interferenze russe nella campagna elettorale. In quel caso il problema era che le elezioni rischiava di vincerle un candidato contrario alla Nato e alla prosecuzione dell’impegno della Romania nella guerra in Ucraina.
La Corte Costituzionale rumena ha quindi deciso di garantire l’impegno rumeno nella guerra della Nato al di la della volontà che il popolo rumeno avrebbe potuto esprimere.
In Italia, la Corte Costituzione ha deciso di mantenere l’autonomia differenziata “light” al di là della volontà che il popolo italiano avrebbe potuto esprimere.
La Corte rumena ha tutelato gli interessi della Nato, la Corte italiana ha tutelato l’autonomia differenziata in una versione accettabile sia per la Meloni che per la Schlein. La Corte ha cioè tutelato quell’elemento di convergenza tra centro destra e centro sinistra che si registra su quasi tutti gli elementi fondamentali della vita del nostro paese. Gli azionisti di maggioranza del centro destra e del centro sinistra non a caso sono favorevoli alla Nato, alla guerra, al raddoppio delle spese militari, alle politiche di riduzione del settore pubblico, così come sono favorevoli all’autonomia differenziata light.
Questa vicenda non ci parla solo dell’autonomia differenziata ma dell’attuale sistema bipolare, con le sue leggi elettorali, il sistema informativo che lo sostiene e oramai anche nel funzionamento dei suoi principali organi che dovrebbero essere imparziali – come la Corte Costituzionale – è un sistema tutt’altro che democratico, perché non può decidere le cose essenziali. Non a caso centro destra e centro sinistra litigano tutto il giorno, occupando l’intero spazio pubblico della comunicazione politica, ma trovano mediazioni convergenti sulla guerra, la Nato, le spese militari e adesso, sulla sostanza dell’autonomia differenziata.
Questo significa che centro destra e centro sinistra sono identici? No! Sono due facce – una di destra, talvolta fascista e l’altra liberale – del blocco dominante che oggi governa l’occidente: liberisti e guerrafondai. Non a caso la metà del popolo italiano non va più a votare perché non trova in quei poli la rappresentanza dei propri interessi e non a caso la Corte Costituzionale si è prodigata per evitare che il popolo italiano potesse pronunciarsi su un punto rilevante come l’autonomia differenziata. In questo modo, ha anche evitato un altro grande rischio e cioè che il referendum sull’autonomia differenziata facesse da traino alla partecipazione al voto sui referendum sociali promossi dalla Cgil.
Il bipolarismo serve a sequestrare la politica in modo che il popolo sia consultato ma non possa decidere: rompere il bipolarismo dovrebbe essere il primo obiettivo di ogni sincero democratico antifascista.
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