Roma, 23 Gen – Per mettere in atto delle corrette azioni di primo soccorso in caso di intossicazione da agenti chimici nei contesti lavorativi è necessario avere un’idonea competenza rispetto alle “modalità di intervento e conoscenza delle caratteristiche di pericolosità dei prodotti, dei sintomi e segni evidenziabili e delle opportune procedure”.
Infatti un’azione inappropriata o improvvisata “può determinare effetti avversi ancora peggiori rispetto a quanto possibile a causa del contatto con l’agente chimico”.
A segnalarlo è la premessa di un nuovo documento, prodotto dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail, che vuole essere uno “strumento di facile consultazione per i datori di lavoro, gli addetti al primo soccorso aziendale e i lavoratori che possano trovarsi a dover intervenire in caso di infortunio dovuto ad agenti chimici”.
Anche se non rappresenta un trattato esaustivo di “tutte le possibili situazioni che potrebbero verificarsi”, il documento – dal titolo “Azioni di primo soccorso in caso di contatto accidentale con agenti chimici. Manuale” – consente di “orientare le azioni opportune, in relazione alla specifica via di esposizione, come anche di tenere in considerazione esposizioni che richiedono accortezze specifiche”. E l’affiancamento di quanto riportato nel manuale con quanto rilevabile nelle schede dati di sicurezza dei singoli prodotti “potrà supportare i soccorritori nelle loro azioni di intervento”.
Nel presentare il manuale Inail, scritto da Lidia Caporossi, Mariangela De Rosa, Silvia Capanna, Bruno Papaleo, Alessandra Pera e Stefano Moriani (Inail, Dimeila) e da Giorgio Ricci e Lorenzo Losso (Centro Antiveleni di Verona, Azienda ospedaliera universitaria integrata Verona), ci soffermiamo sui seguenti argomenti:
Rischio chimico e contatto accidentale con agenti chimici: infortuni ed effetti
Nella parte dedicata agli infortuni dovuti alla presenza di agenti chimici, gli autori ricordano che gli effetti sulla salute “possono essere sia locali che sistemici, sia acuti che cronici variando a seconda dell’organo bersaglio, della dose, della frequenza, della durata e della via di esposizione”.
In particolare, gli effetti acuti sulla salute “possono essere osservati immediatamente o subito dopo un’esposizione e spesso sono legati a esposizioni consistenti di breve durata. In genere, i sintomi diminuiscono quando l’esposizione termina, tuttavia, secondo la quantità/dose dell’agente chimico e le sue caratteristiche intrinseche di pericolosità il danno può essere permanente, fino alla morte, anche per una singola esposizione”.
Si segnala che questo tipo di effetti può rientrare più facilmente in una “definizione di infortunio sul lavoro e richiedono una costante attività di gestione in sicurezza dell’ambiente di lavoro, poiché l’esposizione di questo tipo si realizza tipicamente in caso di eventi accidentali”.
Invece un effetto cronico è “un effetto negativo sulla salute derivante dall’esposizione per lunghi periodi a una sostanza chimica” e generalmente i sintomi “non diminuiscono quando l’esposizione si ferma”.
Questo tipo di effetti, gli effetti cronici, sono quelli “maggiormente coinvolti nella definizione di malattia professionale e su cui il medico del lavoro agisce in ottica preventiva con le visite di sorveglianza sanitaria periodica”.
Si ricorda poi che una stessa sostanza chimica può “causare effetti sia acuti che cronici”. E i segni di un’esposizione “sono manifestazioni ‘esterne’, obiettive, a volte misurabili; sono spesso temporanei e possono terminare quando la fonte dell’esposizione viene rimossa”. Mentre i sintomi, invece, sono “percepiti solo dalla persona che li prova (come dolore, vertigini, intorpidimento, ecc.)”.
Si ricorda poi che nei casi in cui l’infortunio sia determinato dal contatto con agenti chimici “le situazioni che possono verificarsi rientrano a grandi linee nelle seguenti categorie:
- incendio e quindi corrispondente intossicazione da fumi di combustione, a causa della presenza di composti infiammabili e comburenti, oltre alla possibilità di ustioni anche estese che potrebbero condurre alla morte dell’infortunato. La composizione dei fumi può essere molto diversa e determinare specifiche intossicazioni acute fino anche ad un esito fatale;
- esplosione: in questi casi l’infortunio che può occorrere può determinare danni fisici particolarmente immediati e gravi, partendo da contusioni ed ematomi fino al decesso dell’infortunato;
- intossicazione acuta per eventi accidentali che determinano un’esposizione talvolta consistente a sostanze chimiche, sia per inalazione che ingestione o assorbimento cutaneo, e che può determinare segni e sintomi specifici in base al tipo di agenti chimici fino, in casi estremi, al decesso dell’infortunato”.
Rischio chimico e misure di prevenzione e protezione da agenti chimici
Il manuale, nel primo capitolo introduttivo dedicato agli infortuni, si sofferma anche sulle possibili misure di prevenzione e protezione.
In particolare, tra le principali misure per la prevenzione e la protezione della salute e sicurezza dei lavoratori contro gli agenti chimici “si prevede:
- la sostituzione di agenti e/o processi pericolosi con altri non pericolosi;
- la progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici per l’utilizzo, la manipolazione, lo stoccaggio, il trasporto, lo smaltimento degli agenti chimici;
- l’uso di attrezzature idonee e manutenzione delle stesse;
- l’adozione di misure organizzative;
- l’uso di sistemi di protezione collettivi alla fonte del rischio e, qualora non si riesca a prevenire con altri mezzi l’esposizione, l’uso di DPI;
- la predisposizione di misure per la gestione dell’emergenze;
- la vigilanza sulla reale applicazione delle procedure lavorative adottate;
- la limitazione della presenza di fonti di accensione attraverso specifiche misure procedurali e organizzative;
- l’informazione, la formazione e l’addestramento, che devono essere effettuati al momento dell’assunzione, in occasione del trasferimento o del cambiamento di mansioni e al momento dell’introduzione di nuovi agenti chimici pericolosi nel ciclo produttivo”.
Si sottolinea che l’ultimo punto assume grande importanza. È infatti necessario che, durante un incidente, il lavoratore “sappia esattamente come comportarsi e come il rispetto delle regole e l’applicazione delle procedure di sicurezza siano importanti”.
Inoltre il d.lgs. 81/2008, che riporta gli obblighi per i lavoratori che devono tutelare la propria salute e sicurezza e quella degli altri lavoratori, “prevede che sia necessario:
- leggere e osservare le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti, e dai preposti, anche al fine della protezione collettiva e individuale per gli agenti chimici che vengono manipolati;
- indossare e utilizzare i dispositivi di protezione individuale (DPI) messi a disposizione dal datore di lavoro conformemente all’informazione e alla formazione ricevute e all’addestramento se necessario;
- segnalare immediatamente al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, eventuali deficienze o carenze dei mezzi di protezione nonché eventuali altre condizioni di pericolo delle quali vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di emergenza, e nell’ambito delle proprie competenze e possibilità, al fine di eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
- sottoporsi ai controlli sanitari, eventualmente previsti nei loro confronti, dal protocollo di sorveglianza sanitaria predisposto dal medico competente;
- non rimuovere o modificare, senza specifica autorizzazione, i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;
- non compiere di propria iniziativa operazioni che non siano di loro competenza che possano compromettere la salute e la sicurezza propria o degli altri lavoratori;
- rispettare scrupolosamente i divieti e gli avvertimenti evidenziati da apposita segnaletica;
- leggere attentamente le informazioni riportate nelle etichette dei contenitori e degli imballaggi e nelle schede di sicurezza, prima di iniziare una qualunque operazione che coinvolga la manipolazione e l’uso di un agente chimico;
- dare immediatamente comunicazione dell’infortunio;
- partecipare attivamente ai corsi di formazione sulla sicurezza impartiti dal datore di lavoro;
- mantenere le zone di lavoro sempre in ordine e pulite con particolare riguardo al pavimento, fonte di rischio anche di cadute, scivolamenti, incidenti;
- segnalare sempre eventuali sversamenti agli addetti alla sicurezza o ad altri responsabili;
- non ostacolare i percorsi o le uscite di emergenza con oggetti quali fusti e/o contenitori di sostanze chimiche”.
Si ricorda poi che all’interno delle misure di prevenzione è fondamentale il ruolo del medico competente che “collabora con il datore di lavoro nella valutazione del rischio e nella predisposizione dei piani di emergenza ed è responsabile della sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad agenti chimici”.
Indice del documento Inail
Rimandiamo alla lettura integrale del manuale Inail “Azioni di primo soccorso in caso di contatto accidentale con agenti chimici. Manuale” e ne riportiamo, in conclusione, l’indice.
La gestione del primo soccorso nei luoghi di lavoro in caso di incidenti da agenti chimici
Indicazioni generali di primo soccorso in caso di incidenti con agenti chimici
Agenti corrosivi
Idrocarburi
Gas irritanti
Asfissianti
Pesticidi
Gas semiconduttori
Metalli pesanti
Considerazioni conclusive
Riferimenti dei centri antiveleni italiani attivi 24 h/die
Bibliografia
Sitografia
Riferimenti normativi
Allegato 1 – Manovre salvavita
Allegato 2 – Posizione laterale di sicurezza
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Azioni di primo soccorso in caso di contatto accidentale con agenti chimici. Manuale”, documento curato da Lidia Caporossi, Mariangela De Rosa, Silvia Capanna, Bruno Papaleo, Alessandra Pera e Stefano Moriani (Inail, Dimeila) e da Giorgio Ricci e Lorenzo Losso (Centro Antiveleni di Verona, Azienda ospedaliera universitaria integrata Verona), edizione 202a, Collana Salute e sicurezza (formato PDF, 6.29 MB).
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