In Italia l’energia fotovoltaica tocca un altro record positivo di produzione di elettricità, mentre il carbone è al minimo storico e il gas continua a diminuire
Secondo la European Electricity Review pubblicata oggi dal think tank Ember, nel 2024 l’energia solare ha prodotto l’11% dell’elettricità dell’Unione europea, superando per la prima volta la produzione di elettricità da carbone, al 10%. L’elettricità prodotta bruciando gas nell’UE è diminuita per il quinto anno consecutivo e la generazione di elettricità da fonti fossili è scesa al minimo storico.
In Italia, la produzione da solare fotovoltaico ha raggiunto un massimo storico del 14%, mentre solo il 2% dell’elettricità italiana è stata prodotta bruciando carbone. Sebbene la produzione delle centrali termoelettriche a gas italiane sia diminuita per il terzo anno consecutivo, l’Italia rimane di gran lunga il maggior produttore di elettricità da gas nell’UE e l’importanza del gas nel suo mix di generazione elettrica è tra le più alte dell’UE, al 44%.
L’ITALIA VERSO UN FUTURO DI ENERGIA PULITA
“L’Italia si sta avvicinando ad un futuro energetico pulito, alimentato da sole e vento, affrancandosi dalla sua dipendenza dall’energia fossile”, ha detto Beatrice Petrovich, analista senior di Ember. “Tuttavia, l’Italia rimane molto dipendente dal gas fossile per la produzione di elettricità, rendendo le famiglie e le imprese più vulnerabili alle impennate nei prezzi del gas rispetto ad altri Paesi dell’UE. Mantenere la crescita dell’eolico e del solare aiuterà a proteggere i consumatori italiani dagli shock dei prezzi sul mercato globale del gas”.
LE RINNOVABILI CONTINUANO A CRESCERE IN EUROPA E IN ITALIA
La European Electricity Review pubblicata oggi dal think tank globale Ember fornisce la prima panoramica completa del settore elettrico dell’UE nel 2024. Analizza i dati relativi alla produzione e alla domanda di elettricità per il 2024 in tutti i Paesi Ue per valutare i progressi nella transizione dalle fonti fossili alle fonti pulite nel settore elettrico.
Il settore elettrico europeo sta subendo una profonda trasformazione. Lo scorso anno per la prima volta il solare fotovoltaico ha prodotto più elettricità (11%) del carbone (10%), mentre l’eolico (17%) ha generato più elettricità del gas (16%) per il secondo anno consecutivo. Nel 2024, la forte crescita del solare, unita alla ripresa dell’idroelettrico, ha portato la quota delle rinnovabili a quasi la metà della produzione di energia elettrica dell’UE (47%). I combustibili fossili hanno generato il 29% dell’elettricità dell’UE nel 2024. Solo cinque anni fa, nel 2019, i combustibili fossili fornivano il 39% dell’elettricità dell’UE, mentre le fonti rinnovabili il 34%.
IN ITALIA DIMINUISCONO LE ENERGIE FOSSILI
Questa trasformazione del settore elettrico interessa tutti i Paesi dell’Unione, e l’Italia non fa eccezione. Nel 2024, le fonti fossili in Italia sono calate al 51% del mix di generazione del Paese, un minimo storico, e il carbone ha generato solo il 2% dell’elettricità italiana. L’Italia si è impegnata a chiudere l’ultima delle sue centrali elettriche a carbone nel 2028, allineandosi ad altri dieci Paesi dell’UE che già oggi non bruciano carbone per la produzione di elettricità. Il 2024 ha segnato il terzo anno di calo consecutivo per la produzione di elettricità delle centrali termoelettriche a gas in Italia, anche se il peso del gas nella produzione di elettricità italiana, al 44%, rimane significativamente al di sopra della media europea (16%) e tra le più alte dell’UE.
NEL 2024 QUASI IL 50% DELL’ELETTRICITÀ PRODOTTA IN ITALIA DA FONTI RINNOVABILI
Il mix di generazione elettrica italiano non è mai stato così verde. Nel 2024, grazie alla forte crescita del solare fotovoltaico e dell’idroelettrico, quasi la metà dell’elettricità prodotta in Italia è stata da fonti rinnovabili (49%). Il solare ha generato il 14% dell’elettricità italiana nel 2024, più della media UE, e ha registrato il tasso di crescita più elevato degli ultimi 10 anni. Tuttavia, la quota di energia solare dell’Italia è inferiore a quella di altri paesi mediterranei come la Grecia (22%) e la Spagna (21%).
I BENEFICI DELL’UE DALLA MINORE DIPENDENZA DALL’ENERGIA FOSSILE
L’aumento della produzione elettrica eolica e solare ha ridotto la dipendenza dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili e la sua esposizione alla volatilità dei prezzi dopo la crisi energetica. L’analisi di Ember mostra che, senza la nuova capacità di produzione eolica e solare installata negli ultimi 5 anni, l’Ue avrebbe importato 92 miliardi di metri cubi in più di gas fossile e 55 milioni di tonnellate in più di carbone, con un costo aggiuntivo di 59 miliardi di euro. Nel caso dell’Italia, senza i nuovi impianti solari ed eolici installati tra la fine del 2019 e il 2024, il Paese avrebbe importato 4 miliardi di metri cubi in più di gas fossile e 5 milioni di tonnellate in più di carbone, per un costo aggiuntivo di 3,3 miliardi di euro.
L’UE DEVE ACCELERARE SULL’ENERGIA EOLICA
“I combustibili fossili stanno mollando la loro presa sull’energia dell’Unione europea”, ha commentato Chris Rosslowe, analista senior e primo autore del rapporto. All’inizio del Green Deal europeo, nel dicembre 2019, pochi pensavano che la transizione energetica dell’Ue potesse essere al punto in cui è oggi: l’eolico e il solare stanno spingendo il carbone ai margini e costringendo il gas ad un declino strutturale.
Sebbene negli ultimi 5 anni la transizione energetica Ue sia stata più rapida di quanto ci si aspettasse, non si possono dare per scontati ulteriori progressi. Si deve accelerare, in particolare con l’eolico, che ha dovuto affrontare alcune sfide particolari nella realizzazione. Da qui al 2030 la capacità eolica da installare ogni anno dovrà più che raddoppiare rispetto ai livelli del 2024. Tuttavia, i risultati ottenuti negli ultimi cinque anni infondono fiducia nel fatto che, con impegno e politiche costanti, le sfide possono essere superate e si può raggiungere un futuro energetico più sicuro”.
LE RINNOVABILI RIDUCONO LA VULNERABILITÀ ALLE IMPENNATE DEI PREZZI
“Un futuro di energia pulita alimentato da vento e sole – ha aggiunto Petrovich – può ridurre la vulnerabilità dell’Unione europea alle impennate dei prezzi dei combustibili fossili, contribuire a mitigare la crisi climatica e fornire energia a prezzi accessibili alle famiglie e alle imprese. Un’azione politica tempestiva che sostenga la crescita dell’eolico e del solare, promuova l’elettrificazione e acceleri la diffusione degli accumuli e altre fonti di flessibilità pulita, contribuirà a garantire il futuro della competitività dell’Ue”.
Secondo Michele Governatori, responsabile relazioni esterne di ECCO, “questi dati sono più che incoraggianti, e potremmo fare meglio se i politici ne prendessero atto e, invece di disperdere risorse nelle energie fossili o in soluzioni costose e remote come il nucleare, si concentrassero su solare, eolico, accumuli e flessibilità della domanda”.
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