Innovazione, visione, eccellenze: nella via italiana allo spazio e ai satelliti brilla la Puglia. L’ipotesi di accordo tra governo italiano e Starlink catalizza il dibattito, l’opzione di una costellazione nazionale ed europea di satelliti resta viva e attuale e le imprese pugliesi stazionano lì in prima linea. Nonostante tempi e risorse restino la vera incognita.
LA CAPOFILA
La panoramica pugliese è incoraggiante. E il ruolo di capofila è di Sitael, la più grande impresa privata italiana in ambito spaziale e leader mondiale nel settore dei piccoli satelliti. Ma l’intero sistema Puglia, coordinato dal Distretto tecnologico aerospaziale, è in progressiva crescita. Consolidando così sempre più il ruolo nei segmenti up stream (dunque satelliti, lanciatori, materiali e tecnologie) e down stream (i servizi commerciali legati all’uso dei dati satellitari). È una corsa a tappe, nella quale il cruciale progetto europeo Iris² sarà operativo dal 2030, ma il potenziale c’è e ha un cuore anche pugliese. Sitael è la punta di diamante: società del gruppo Angel, sede a Mola di Bari, circa 260 dipendenti (sui 3000 dell’intero gruppo), offre una linea completa di prodotti per piccoli satelliti, con soluzioni elettriche intelligenti e modulari nella gamma fino a 300 chili. Il ventaglio va dall’osservazione della Terra a telecomunicazioni e applicazioni scientifiche. Ma, soprattutto, Sitael è coinvolta nei principali programmi italiani ed europei: nel 2023 ha firmato con l’Agenzia spaziale europea un contratto per la fornitura di quattro satelliti con strumentazione ottica iperspettrale per la costellazione Iride di osservazione della Terra. Altro progetto è MicroHetSat, realizzato da Sitael sempre per l’Esa col supporto dell’Agenzia spaziale italiana: lanciato due anni fa con un razzo di SpaceX, è il primo satellite inferiore a 100 chili completamente elettrico ed è spinto da un sistema di propulsione al plasma. Sitael è anche nel programma Mirror GovSatCom: la regia è del governo, l’attuatore è l’Asi e tra i realizzatori ci sono l’azienda pugliese, Leonardo, Thales Alenia, Telespazio. L’obiettivo è un sistema satellitare per difesa, sicurezza, protezione civile, telemedicina.
L’ECOSISTEMA
È una questione, in generale, di ecosistema: in Puglia funziona da anni così. Lo spiega Giuseppe Acierno, presidente del Distretto tecnologico aerospaziale: «L’incredibile sviluppo della Puglia aerospaziale – dice – è frutto di una strategia e di una programmazione chiara e condivisa a cui ci siamo dedicati con intensità, dedizione e risultati. Regione in primis e altre istituzioni, insieme a imprese, accademie, istituti di formazione e altri stakeholder hanno concorso a dare vita a una concreta affermazione delle ambizioni e della capacità innovativa pugliese», buona pratica per altre regioni. «La presenza oggi di due differenti aziende quali Sitael e Planetek, entrambi a capitale interamente pugliese, coinvolte nella realizzazione di costellazioni è la migliore evidenza», prosegue. Planetek, appunto, è un ulteriore esempio lampante. Sede a pochi chilometri da Bari, oltre 120 dipendenti, il core business è l’elaborazione dei dati satellitari. L’azienda è parte del consorzio Osiride con D-Orbit, Exprivia (altra società del Barese) e Serco Italia: l’orizzonte è Iride, il più importante programma spaziale europeo per l’osservazione della Terra in orbita bassa. E proprio Planetek ha annunciato il successo del lancio di Aix-1p, prima missione della serie di satelliti Aix, che «apre la strada a un programma per introdurre un nuovo concetto di cognitive cloud computing nello spazio». Aix-1p è stato lanciato dalla California a bordo della missione Transporter 12 del Falcon 9 di SpaceX. «Rappresenta l’interpretazione più avanzata della trasformazione digitale nell’osservazione della Terra, stabilendo un nuovo standard per innovazione e accessibilità nelle tecnologie spaziali» ha spiegato Giovanni Sylos Labini, ceo di Planetek.
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