La droga da Catania, il reggente violento, il ruolo delle donne: così il clan Attanasio “controllava” Siracusa

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I particolari dell’inchiesta della Dda di Catania che ha portato all’operazione della polizia con 22 arresti

Il blitz antimafia della polizia di Siracusa che ha portato in carcere 22 persone ha “fotografato” uno spaccato criminale della città aretusea dove il clan degli Attanasio aveva esteso i suoi tentacoli e imposto le leggi mafiose, assumendo il controllo degli affari illeciti soprattutto nello storico e centrale quartiere Borgata. Le indagini hanno portato però a scoprire anche l’operatività di un’altra cellula del clan attiva nella zona Nord della città, «il gruppo di via Italia 103», sempre riconducibile agli Attanasio. L’organizzazione, secondo quanto accertato, avrebbe gestito lo spaccio di droga in città impedendo l’ingresso di altre realtà criminali, anche con l’uso di percosse o armi nei confronti di debitori.

Secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Catania, il reggente del clan era il 42enne Giuseppe Guarino, chiamato lo “zio” (nella foto in alto a sinistra in una immagine d’archivio risalente a 20 anni fa). Reggeva le fila del clan con piglio deciso e autoritario. Secondo gli inquirenti si tratta di un «personaggio sempre pronto a usare metodi violenti per dare lezioni a chi non “rispettava” le direttive. Nelle intercettazioni emerge come Guarino fosse convinto che la mano forte assicurasse il predominio attraverso paura e terrore di ritorsioni». «Ne colpiamo uno ma ne educhiamo 100» afferma in una intercettazione.

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Il boss e il reggente

Guarino era diventato reggente dopo l’arresto di Alessio Attanasio (nella foto in alto a destra sempre in una immagine d’archivio), già condannato come capo del clan e detenuto al 41 bis. Alessio Attanasio nel luglio del 2022 era tornato in libertà per una settimana in cui era riuscito ad assegnare i nuovi ruoli all’interno della cosca. In questi anni anni Attanasio avrebbe anche percepito in carcere parte dei proventi delle attività illecita tramite la sua compagna Anna Giustolisi, di 50 anni, arrestata oggi, che avrebbe fatto da tramite fra il capoclan e i suoi uomini.

Un’altra donna del clan, oggi è finita in manette: Franca Di Luciano, di 67 anni, che avrebbe gestito una bisca clandestina. Il denaro proveniente dal traffico di droga e quelle della bisca sarebbe confluito nelle casse del clan e sarebbe servito per mantenere i detenuti in carcere, garantire l’assistenza dei familiari e pagare gli “stipendi” agli affiliati che avevano come detto precisi ruoli all’interno dell’organizzazione.

L’organizzazione riusciva a smerciare a Siracusa oltre tre chili di sostanze stupefacenti a settimana. Il clan si approvvigionava di droga (Cocaina, crack, hashish e marijuana) soprattutto a Catania attraverso due soggetti catanesi che oggi sono stati arrestati. Durante le indagini sono stati sequestrati un ingente quantitativo di droga, munizioni e sette pistole.

Il questore di Siracusa Roberto Pellicone, ha commentato: «Penso che questa sia l’operazione antimafia più importante e incisiva svolta negli ultimi anni a Siracusa».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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