Dopo i centri a Nord di Lecce che si erano opposti al nuovo impianto di trattamento delle biomasse, a poche centinaia di metri da un sito Fai, anche il Comune capoluogo si oppone al progetto di una società romana
Anche il Comune di Lecce dice “no” all’impianto di biometano a poche centinaia di metri dall’Abbazia di Cerrate, gioiello architettonico e paesaggistico del Salento. Ed esorta la Regione Puglia a chiudere tutti gli impianti nocivi già esistenti.
È quanto deciso al termine di una lunga fase di valutazione tecnica condotta dall’amministrazione comunale, dopo mesi di critiche e mobilitazioni che hanno visto sindaci, cittadini e associazioni protestare contro un’opera considerata incompatibile con la salvaguardia del territorio. Parere negativo era stato espresso anche dalla Soprintendenza nonché dal Fai, che gestisce il prestigioso sito storico.
I motivi del “no” del Comune di Lecce
«Dopo mesi di sterili polemiche – dichiara l’assessore all’Urbanistica, Gianpaolo Scorrano – il settore Urbanistica del Comune di Lecce ha ufficialmente comunicato alla società proponente i motivi ostativi alla realizzazione dell’impianto di biometano».
Tra le criticità segnalate, emerge il mancato rispetto delle distanze previste per legge dall’Abbazia di Cerrate e dalla cava dismessa situata nelle vicinanze. A queste si aggiungono l’assenza di adeguate misure di mitigazione per l’impatto odorigeno – particolarmente problematico nei mesi più caldi – e la mancata presentazione di un piano per la gestione del traffico generato dall’impianto, che potrebbe mettere a rischio la vivibilità di un’area a forte vocazione turistica. Ed anche l’assenza di un progetto che assicuri il collegamento dell’impianto al metanodotto esistente.
Il parere negativo del Comune al progetto della “Agrienergia Circolare Srl 6” di Roma, però, non ha placato le polemiche. Stavolta è lo stesso Scorrano a puntare il dito contro i sindaci di Surbo e Trepuzzi, Ronny Trio e Giuseppe Taurino, che nei mesi scorsi avevano protestato contro la realizzazione dell’impianto di biometano da immettere nella rete Snam.
«Ai sindaci di Surbo e Trepuzzi, che tanto “inutile polverone” hanno sollevato prima di conoscere l’esito della conferenza di servizi, si chiede ora – dice l’assessore – una presa di posizione contro l’impianto di biogas di proprietà dell’Eni, situato nel territorio surbino, che a oggi risulta ancora inadempiente rispetto alle prescrizioni dell’Arpa Puglia di oltre un anno fa».
Ribadendo l’urgenza di intervenire non solo contro nuovi progetti impattanti, ma anche contro gli impianti già esistenti che non rispettano le normative ambientali, Scorrano quindi esorta la Regione Puglia a modificare il disegno di legge “Aree idonee”, definito insufficiente a garantire la tutela del territorio: «È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti. Si chiudano gli impianti nocivi già esistenti e si intervenga con urgenza per garantire un futuro sostenibile ai salentini. Il resto – conclude – sono solo chiacchiere».
I sindaci Trio e Taurino: «É una vittoria per il territorio»
Il sindaco di Surbo, Ronny Trio, ha accolto la decisione del Comune di Lecce definendola una “vittoria per il territorio”. «Il rigetto del progetto di biometano conferma quanto da sempre sostenuto da noi amministratori e dalle comunità coinvolte. Impatto odorigeno, problemi di viabilità e mancanza di infrastrutture erano criticità che abbiamo segnalato con determinazione. Questa decisione dimostra l’importanza della collaborazione tra istituzioni e cittadini per la tutela del territorio».
Trio ha inoltre risposto alle critiche di Scorrano: «Non accettiamo lezioni da chi ora riconosce evidenze che prima definiva strumentali. Avevamo ragione e continueremo a lavorare per garantire la salute e il benessere dei cittadini».
Anche Giuseppe Taurino, sindaco di Trepuzzi, ha espresso soddisfazione per il rigetto, pur criticando l’atteggiamento del Comune di Lecce durante l’iter della Conferenza dei Servizi: «Prendiamo atto della decisione di Lecce, ma il loro orientamento politico è sempre stato ambiguo. Sin dall’inizio, noi ci siamo opposti con forza, chiedendo chiarezza per evitare interventi dannosi per il nostro territorio».
Taurino ha poi concluso ribadendo l’impegno per la difesa del Nord Salento: «La tutela del territorio e della salute dei cittadini è la priorità. Continueremo a vigilare affinché l’interesse pubblico prevalga e non ci siano impianti impattanti in quest’area».
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